Negli anni Settanta la satira era di casa su Linus, che ospitava le strisce di Chiappori con quell’omino capovolto che contestava tutto e tutti, e le storielle di Pericoli e Pirelli, fustigatori del malcostume politico e culturale dell’epoca. Un bel giorno Oreste del Buono, che di Linus era il direttore, invitò Jacovitti a collaborare al mensile. Il popolare Jac accettò e inventò subito un suo tipico personaggio, un po’ strampalato, ma divertente. Si chiamava Gionni Peppe, era un gangster po’ maldestro e ricordava Baby Tarallo e Jack Mandolino, altri piccoli e sconclusionati eroi di questo disegnatore. Tra una striscia e l’altra Gionni Peppe scagliava qualche freccia contro gli estremisti della sinistra antisistema, e questo – in un decennio drammatico per la storia italiana, aperto dalle bombe di piazza Fontana e chiuso dall’assassinio di Moro – suscitò le proteste della redazione e dei lettori, che non tolleravano la presenza di un estremista di centro, come Jacovitti si è sempre definito, sulla rivista. La collaborazione s’interruppe, con grande dispiacere per OdB, che di Jacovitti è sempre stato un grande estimatore. Il vuoto sarebbe stato colmato, dai primi mesi del 1979, da Sergio Staino, nato nel 1940 in un paesino dell’Amiata, con un passato nelle file della sinistra filomaoista, e quindi con tutte le carte in regola per disegnare su Linus. Staino inventò il personaggio di Bobo, un comunista tutto d’un pezzo nel quale aveva trasferito molte delle esperienze politiche da lui vissute. Se Altan nello stesso periodo raccontava con ironia le vicende dei metalmeccanici, Staino narrava quelle dei militanti del PCI, divisi tra riformisti e stalinisti, impersonati per l’occasione dal vecchio compagno Molotov. A differenza di altri autori satirici, Staino ha sempre preferito guardare all’interno del maggior partito della sinistra, spesso anche con un critica serrata, ma sempre condividendo le contraddizioni, le delusioni, anche le esaltazioni per successi temporanei. Certo, col passar degli anni la sua satira si è allargata, ha colpito Craxi e Reagan, e poi i Bush padre e figlio, fino ad arrivare a Berlusconi, ovviamente suo bersaglio fisso da qualche anno. Ma personaggi fissi delle sue vignette sono sempre un Bobo un po’ invecchiato e deluso dal suo partito, e una bambina, sua figlia, che lo interroga e lo stuzzica, come in quella vignetta ospitata dall’Unità qualche mese fa. La bambina chiede a Bobo: “Se vi accorgete che questo PD è una porcheria, che farete?”. La risposta è un po’ rassegnata e molto profetica: “Prenderemo la pillola del giorno dopo“. [Carlo Scaringi]