Per prepararci a ciò che si vedrà quest’anno durante il Festival d’Animazione di Annecy è bene guardare alle cose che le edizioni precedenti avevano già accennato. In particolare ai lungometraggi indipendenti mostrati come Work In Progress nella Salle Pierre Lamy, che già alla fase progettuale avevano destato grande interesse tra il pubblico.
In queste categorie quest’anno verranno proiettati i lungometraggi “Olivia and the Invisible Earthquake”, “Space Cadet” ed “Heart of Darkness”, i cui win sono stati presentati durante le edizioni 2023 e 2024.
“Olivia y el terremoto invisible” è un film spagnolo diretto da Irene Iborra Rizo realizzato in Stop motion di cui si sente parlare da diversi anni. Tratto dal libro per bambini scritto da Maite Carranza (pubblicato in Italia dalle edizioni Il Castoro col titolo “Come in un film”) racconta della crisi economica del 2008, che in Spagna continuò fino al 2015, che colpì duramente un gran numero della popolazione.
La protagonista è una bambina di undici anni che vive con la madre e il fratellino, ma un giorno, improvvisamente, scoppia la crisi, perdono la casa e sono costretti a trasferirsi in una vecchia soffitta senza mobili nella parte povera della città. La madre perde il lavoro, per la vergogna cade in depressione e inizia a stare a letto tutto il giorno totalmente incapace di muoversi. In questa situazione Olivia decide di proteggere il fratellino dicendogli che tutto quello che sta succedendo in realtà è solo un film che stanno girando con loro come protagonisti. La tensione del dover sempre fingere con lui e le difficoltà della nuova vita iniziano a portarla ad un esaurimento nervoso pieno di visioni ed attacchi di panico, ma col tempo si forma una comunità intorno a loro pronta ad aiutarla.
Nel 2024 la regista del film aveva raccontato di aver amato il libro fin dall’inizio ed essendo amica dell’autrice, con cui ha anche scritto libri insieme, le ha subito chiesto di scriverne una sceneggiatura per renderlo un film.
Scriverla è stato un lavoro duro che ha richiesto cinque anni di discussioni e sentendo parlare l’autrice era facile capire quanto sia stato difficile e che rimpiangesse alcune delle modifiche fatte per adattare il suo romanzo in un film di settanta minuti. Ma assicura di essere felice del risultato finale perché trasmette il messaggio che voleva.
Racconta di aver scritto il libro perché è necessario raccontare questa storia, perché la gente ha poca memoria e dimenticherà in fretta la crisi e che a salvare le famiglie sono state le comunità, i nonni e le scuole. La reazione sociale avvenuta tra la popolazione e le dimostrazioni di solidarietà nate tra sconosciuti per aiutarsi e trovare la forza di riprendersi.
Nella storia viene mostrato tutto questo, l’impegno di presidi, maestri e scuole per aiutare garantendo due pasti al giorno e facendo entrare i bambini a tutti gli orari perché spesso i genitori erano troppo depressi per preparargli la colazione e accompagnarli a scuola. il supporto delle associazioni di quartiere nate tra i vicini e la forte amicizia che nasceva tra bambini che si trovavano a vivere situazioni difficili insieme. La protagonista rappresenta tutti i bambini costretti a crescere in fretta a causa delle difficoltà e il film è un racconto di crescita che inizia in inverno e mostra lo scorrere dei mesi e il passaggio dai vestiti scuri e pesanti a quelli più leggeri e colorati come metafora. Molta importanza hanno anche i colori e le luci, collegati agli stati d’animo e che passano da toni scuri a sempre più luminosi. Le scene dove Olivia ha delle crisi sono drammatiche e improvvise, come se fossero dei veri terremoti.
Tutto questo in un film realizzato in Stop Motion. La tecnica è stata scelta dalla regista perché in grado di coinvolgere con pupazzi che danno subito la sensazione di avere una personalità e per cui si prova empatia, senza dare alla storia il senso di oppressione e tristezza che avrebbe dato il cinema dal vero. Ma sono presenti anche altre tecniche, come l’animazione di sabbia e di ritagli di carta, usate anche nelle scene di visioni che assalgono la giovane protagonista, sconvolgendo l’intero paesaggio.
La produzione è frutto una collaborazione tra studi europei portata avanti grazie a fondi regionali e con animatori provenienti da tutta Europa. Hanno avuto molte difficoltà a realizzarlo, ma hanno sempre avuto una forte determinazione nel finirlo.
Chi scrive nutre grandi aspettative per questo film, se le premesse sono state mantenute potrebbe essere tra il vincitore del Crystal.
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