afNews.info web site 21 Ottobre 2024 08:43 Pierpaolo Di Camillo, view2024 - afnBLOG - afnHOME - Menù Base - Ultime Notizie in diretta -

View Conference 2024. Sesta e ultima giornata.

Sabato 19 alle OGR di Torino si è conclusa la 25° edizione della View Conference.

È stata una giornata intensa, cominciata con una conferenza dove Hal Hickel ha parlato del suo lavoro per Star Wars. Come per molti altri relatori passati sul palco, fu vedere il primo film negli anni settanta che gli fece desiderare di lavorare negli effetti speciali. Il suo coinvolgimento diretto con la saga cominciò negli anni novanta con “La minaccia fantasma” ed è andato avanti fino a “The Mandalorian”.

Nel primo film ebbe la fortuna di essere messo sotto la direzione di Rob Coleman (presente in sala e pronto ad aiutare se qualcosa non veniva in mente al relatore) e animò molte scene in CG di diversi personaggi. Era importante ottenere il realismo della recitazione e racconta quanto sia stato difficile farlo in un’epoca dove la CG non dava ancora la possibilità di controllare separatamente le parti del corpo e doveva essere modellato tutto insieme. Da allora fino a oggi ha vissuto l’evoluzione della tecnica e le sempre maggiori possibilità di realizzare VFX in grado di stupire.

Subito dopo si è continuato con una conferenza dell’artista, animatore, fumettista e illustratore Pascal Campion. Durante questa ha raccontato la sua carriera artistica parlando della sua giovinezza in Francia, quando sognava di diventare autore di fumetti. Ma la sua abilità nel disegno non era molta e anche e professori d’arte alle medie gli dicevano di fare altro. Dopo la scuola andò a lavorare come cuoco, ma la passione per il disegno continuò e decise di tentare l’iscrizione alla Scuola superiore di arti decorative di Strasburgo. Una scuola di disegno molto selettiva, dove riuscì a entrare e lo misero a studiare con cura le basi del disegno.

Dopo la scuola andò a San Francisco e lavorò nella pubblicità, un lavoro che gli dava un bello stipendio, ma gli toglieva tempo per fare qualsiasi altra cosa, tra cui avere una relazione. Lo lasciò e cambiò lavorò spesso, passando da uno studio all’altro e da uno stato all’altro. Nel frattempo continuava a disegnare le sue illustrazioni che raccontano una storia. Una al giorno per anni postate sul suo blog e profili sui social media. Una selezione di questi disegni è passata per tutta la durata della conferenza, senza mai ripetersi. Un artista davvero eccezionale.

Contemporaneamente a questo si svolgeva in un’altra sala un interessantissimo panel sull’industria del gaming in Italia fatta da Jan-Bart Van Beek, Mauro Fanelli, Davide Mancini, Tiziano Giardini, e moderata da Lorenzo Fantoni. Ormai quando si parla di un industria italiana si parla di qualcosa che esiste, sta crescendo e si sta diversificando. Fino allo scorso decennio dall’Italia venivano prevalentemente giochi di corse, adesso si produce di tutto e si è inseriti sempre di più nel mercato internazionale.

Guardando la foto della produzione italiana per regioni avrete capito che la battuta sul fatto che il Molise non esiste non poteva evitare di essere fatta.

Tornati alle conferenze si è continuato con una fatta dall’artista free-lance Martin Nebelong, dove ha esplorato le possibilità che offre le tecnologia AI nel trasformare i disegni realizzati usando programmi digitali. Si è visto un suo bozzetto realizzato sul programma open source Krita reso fotorealistico e poi animato, o un paesaggio (realizzato in 3D tramite il programma VR “Dreams” di Media molecule) diventare lo scenario per un’animazione. L’applicazione di queste tecnologie al gaming potrebbe permettere una produzione più veloce in un mercato che chiede continuamente cose nuove.

Ma parlando di arte generata impartendo ordini all’AI, dice senza mezzi termini che il suo valore è scarso perché non riesce mai a soddisfare le aspettative di chi la fa e non è controllabile. Ci vuole sempre una base realizzata da un umano per ottenere risultati validi. Espone anche il suo scetticismo sulla possibilità di ottenere stilizzazioni usando la AI, perché sono basate sulla sensibilità personale e i programmi mancano di questo, mentre vanno bene per realizzare il realismo.

Sa delle polemiche che l’uso delle AI genera, ma si dice convinto che solo le persone con capacità artistiche saranno in grado di produrre cose interessanti usando questo strumento.

Sentendo e vedendo i suoi esempi si pensa davvero che questo possa essere il futuro.

La giornata è continuata con una conferenza dove Jason Greenblum ha parlato di cosa sia stato per lui lavorare agli effetti speciali di “Ghostbusters – Frozen Empire”. Da persona cresciuta con il mito del film del 1984 l’ha considerata un’occasione da non perdere ed è felice di averci lavorato.

Il rispetto per i primi due film è stato fondamentale per la realizzazione dei fantasmi.

Slimer è stato ricreato con un pupazzo mosso da un marionettista e poi ripreso in CG e questo tipo di realismo e stato usato anche per l’antagonista principale, Garraka e per l’amichevole fantasma Melody. Si dice convinto che l’uso sia di effetti pratici che di effetti virtuali possa migliorare la qualità dei film.

Nella conferenza successiva Oliver Schulz ha raccontato di cosa sia stato sviluppare la visione di Francis Ford Coppola per “Megalopolis”. Il regista gli disse che non doveva essere un film della Marvel, ma doveva avere un realismo poetico.

Le sequenze mostrate fanno capire quanto questa indicazione sia stata seguita e mostrano una città di NewYork che unisce un’estetica degli anni venti del secolo scorso a tecnologie avveniristiche con un’eleganza ammirevole.

Un particolare interessante è che tutte le sequenze mostrate sono state realizzate a Berlino.

È seguita una conferenza davvero interessante fatta da Stefen Fengmeier, dove ha raccontato la realizzazione degli effetti speciali ne“Il segreto dei tre corpi”. Serie fantascientifica di Netflix che ha avuto un grande successo, stupendo perché non si tratta della solita serie sull’invasione di alieni che ti escono dallo stomaco, ma è una storia molto intellettuale e fatta per fare pensare.

Intellettuale o no, le scene mostrate erano strane e decisamente difficili da realizzare.

Dopo si è passato a una conferenza di Swen Gillberg sugli effetti speciali di “Deadpool & Wolverine”. Ma non era possibile scattare foto, quindi non ha senso parlarne.

La sera si è chiusa con una conferenza finale dove il regista Fedez Àlvarez ha raccontato la sua carriera, spiegando come sia riuscito un ragazzo uruguaiano che faceva film di fantascienza con gli amici ad arrivare a dirigere un film di Aliens che è tra i grandi successi dell’anno.

La passione per il cinema l’ha sempre avuta e girava film tentando di fare effetti speciali con la sua videocamera. Da ragazzo partecipò a un concorso in cui chi totalizzava il punteggio più alto a un videogioco avrebbe potuto andare alla prima del film “X Men 2” e visitare i set. Lui vinse e andò a Los Angeles con il suo migliore amico visitando gli studi e incontrando persone che per lui erano leggende. Fu molto felice, ma temette che non sarebbe più riuscito a vivere un’emozione più grande. Continuò a fare cortometraggi, diventando lentamente una cosa più seria. Tanto da riuscire a ottenere il permesso di fare riprese bloccando la strada principale di Montevideo.

Studiando VFX tramite tutorial e coinvolgendo una piccolo gruppo di comparse nel 2009 realizzò il cortometraggio “Panic Attack”, in cui Montevideo veniva attaccata e distrutta da dei robot alieni. Postato il video su YouTube divenne un successo mondiale e venne contattato da Sam Raimi, uno dei suoi miti. Fu così che si ritrovo a girare il remake de “La casa”, dove prese la decisione di non usare effetti speciali al computer perché convinto che quelli pratici dessero un senso di realismo maggiore di orrore alle scene. Il film fu un successo.

Da questo passa direttamente a “Aliens- Romulus”, raccontando che la possibilità di girare un film della saga gli era stata offerta già anni prima, ma non si sentiva pronto per farlo. Per poter fare il miglior lavoro possibile ha chiamato i migliori del campo degli effetti pratici e degli effetti digitali riuscendo a trovare un modo di alternarli e farli coesistere che ha reso il film migliore.

Quasi tutte le riprese sono state fatte nello stesso studio ungherese che ha lavorato ai due film di “Dune” e a “Blade Runner 2049”, ovvero il migliore.

Per tutta la conferenza Fedez Àlvarez ha mostrato un entusiasmo e una passione per il cinema genuina che ha affascinato il pubblico. Si vede che per lui fare film è soprattutto un gran divertimento che gli dà la possibilità di lavorare con artisti che ammira tantissimo.

Dopo questa conferenza fantastica si è svolto una piccola festa per chiudere l’evento in allegria. Uno dei punti bar della sala Fucine, dove si sono svolte tutte le conferenze, dava da bere e i conferenzieri si sono trattenuti a chiacchierare tra di loro e con il pubblico in un clima di grande allegria.

La 25°edizione di View Conference è finita ed è stata l’edizione migliore di sempre.. Si ringrazia Maria Elena Gutierrez per avercela fatta ancora una volta.