Venerdì 18 si è svolta alle OGR di Torino la quinta giornata della View Conference.
La prima a aprire la giornata è stata quella con il grande dei VFX Andrew Jackson, che in collegamento dall’Australia ha raccontato cosa sia stato realizzare gli effetti speciali di “Furiosa”. Parlando col moderatore Ian Failes ha dichiarato che “Una ripresa è una lunga progressione con parti che devono essere aggiustate e modificate ogni volta”.
Molte scene avevano location reali, ma sono state riprese e ricreate CGI per rimediare a problemi ambientali e di altro tipo. Anche se il film è stato girato in Australia il paesaggio è stato reso simile a quello del film precedente, che era girato in Namibia. Ha detto di vedere il futuro delle AI andare in due direzioni, quella giusta dove diventa uno strumento in grado di aiutare la realizzazione di effetti speciali e altro e quella controversa di chi la vuole usare per creare contenuti che, in realtà, non sono originali.
È seguita un’acclamata conferenza di Kelswyy Mann, regista di “Inside Out 2”. In questa ha raccontato come ha fatto il film. Ispirato sia dall’amore per il film precedente che dall’essere padre di due figli che, all’epoca dell’inizio della lavorazione, aveano all’incirca la stessa età della protagonista.
Racconta di essersi documentato molto sui cambiamenti che avvengono durante la pubertà e che la Pixar si è avvalsa della consulenza di psicoterapisti con cui ha discusso delle emozioni. Proprio queste hanno costituito una difficoltà nel momento in cui hanno dovuto scegliere le emozioni nuove, per questo ha fornito una spiegazione del perché alcune siano sono state scelte e altre scartate. Dal suo punto di vista Gioia è Anzia sono come i genitori di Riley, quelle che si preoccupano di più del suo futuro.
Parlando del dirigere un sequel, pensa che abbiano senso solo se invece di limitarsi a ripetere quello che è successo nel precedente servano ad ampliare quello che si sapeva di quel mondo. Ha concluso dicendo di essere felice di fare film che possano piacere a tutte le età e non solo a una fascia specifica.
La conferenza successiva ha portato grande allegria in sala, Will Becher ha presentato in anteprima delle scene di “Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl”, il prossimo lungometraggio dello studio Aardman.
Nel nuovo film tornerà il pinguino più malvagio del cinema d’animazione. Ha incastrato Wallace facendolo incolpare di un furto e toccherà al fedele amico Gromit scoprire il vero colpevole. Ci sara anche un nuovo personaggio, un robot gnomo inventato da Wallace e che Gromit sopporta a malapena.
Il regista parla di quando a tredici anni tentava di fare animazione in stop motion e scrisse alla Aardman chiedendo dei consigili. Ricevette una risposta piena di suggerimenti e l’invito a non scoraggiarsi e proseguire. Dieci anni più tardi lui lavorava alla Aardman come animatore del primo lungometraggio di Wallace & Gromit.
Vengono mostrare decine di immagini di set meravigliosi costruiti a mano e scene animate passo dopo passo che riempiono la sala di risate.
Chi scrive è certo che questo film sarà un altro successo Aardman!
Dopo le risate è toccato alla conferenza dove Richard Kerris ha parlato di cosa Nvidia stia facendo per sviluppare le AI, elencando quante app che usano AI sono nate nei passati due anni, quanto queste possono aiutare in processi lunghi e noiosi come: la gestione del D-noise, la modifica dell’età degli attori o per fare pubblicità dove i modelli cambiano col passare dei giorni. A questo proposito fa l’esempio di una campagna neozelandese per far adottare i cani abbandonati, dove le foto dei cani cambiano ogni volta che quello nell’immagine viene adottato. Le ricerche hanno dimostrato che ha funzionato, tanti cani sono stati adottati e la strategia presto verrà provata in America.
Parla anche di come l’AI renda più facile per i musicisti fare i propri video e che questa tecnologia dia la libertà a tutti di essere più creativi, a patto di affidarsi a compagnie che provvedano grandi banche dati da cui attingere e non a quelle che prelevano dalla rete.
Si è percepito un grande scetticismo in sala.
Nella conferenza successiva Nicolas Doucet ha parlato della creazione del simpatico videogame “Astro” e di come abbia avuto successo nell’enorme mercato del Giappone. Astro non ha una grafica complicata ed è stato sviluppato allo scopo di essere il più divertente possibile. I giocatori possono andare in vari mondi e sono liberi sia completare il livello che di esplorarli. Il team che lo ha sviluppato è sparso tra per il mondo e una delle regole e passare un giorno ogni due settimane giocando ai loro videogiochi tutti insieme.
È seguito un’appassionante panel di Rob Bredow, Jay Worth, Amy Smeed, Megan Brain e Shannon Tindle su come hanno iniziato la loro carriera.
Sentendo divertenti aneddoti e vedendo film pieni di esplosioni fatti ai tempi della scuola media gli ospiti si raccontano, rivelando che non avevano idea di che lavoro volessero fare da grandi. Sapevano solo che volevano lavorare nel cinema e capitarono a fare effetti speciali o animazioni quasi per caso, scoprendo la loro passione.
I loro primi lavori vengono mostrate tra le loro battute e le risate in un clima rilassato e amichevole. Da questo panel sono usciti molti incoraggiamenti agli studenti, o a chi è all’inizio della loro carriera, di continuare a provare.
Nella conferenza successiva Paul Debevec ha parlato delle tecniche per l’acquisizione volumetrica degli attori per poterli riprendere da ogni angolo e usare queste informazioni per ricreare virtualmente l’ambiente intorno a loro. Dopo aver mostrato le ultime tecniche ha mostrato la sua personale ricerca sulla tecnica di mascheratura usando una lampada ai vapori di iodio. Una tecnica usata fin dagli anni cinquanta per cancellare i fondali e sostituirli che scomparve agli inizi degli anni ‘90 sostituiti dai fondali verdi e blu.
Iniziò questa ricerca durante la pandemia, approfittando del tempo libero a sua disposizione, costruendo una lampada speciale (si può vedere la costruzione qui) e condividendo la ricerca con un gruppo di esperti dei VFX che volevano trovare un modo per superare i limiti dello schermo verde. Trovato un modo per replicare il prisma provarono insieme la tecnica, scoprendo che da davvero risultati superiori. Si spera che adesso torni ad essere usata.
La giornata si è conclusa con una massiva conferenza di due ore di Patrick Heinen, Rhys Salcombe, Stephen James, con un saluto video iniziale di Paul Lambert, .in cui si è parlato degli effetti visivi di “Dune-parte 2”. Gli effetti speciali fatti per il film sono stati analizzati in tutta lo loro complessità dall’inizio alla fine del film.
Hanno parlato dell’intero processo, partendo dalle riprese dal vero fatte negli studi di Budapest alle scene finali. Tonnellate di sabbia, città inquietanti, astronavi insettoidi, vermi della sabbia lunghi un chilometro e tante scene di battaglia sono state mostrate appassionando il pubblico.
Nonostante le due ore è stata una conferenza che ha tenuto incollato alle sedie. “Incredibile” è stato il commento che si è sentito di più alla fine.
Con questa si è conclusa la quinta giornata della View Conference. Sabato l’evento arriverà alla sua conclusione. Chi può venire venga.