afNews 1 Agosto 2024 16:04 Alice Buscaldi, Animazione, Annecy2024, Diritti, Incontri Conferenze et similia,

Annecy 2024: IA sì/IA no? Al Festival una tavola rotonda che non chiarisce davvero le idee sul tema cruciale per il futuro della professione

Dalla nostra corrispondente Alice Buscaldi:

Dopo l’annuncio della presenza in concorso di un film realizzato parzialmente con l’ausilio di Intelligenza Artificiale (Who Said Death is Beautiful? di Ryo Nakajima, trovate il trailer QUI) e la presenza di diversi cortometraggi analoghi nelle categorie Off-Limits, Film di diploma e Su commissione, il Festival di Annecy ha deciso di inserire nel programma una tavola rotonda appositamente dedicata al dibattito relativo all’Intelligenza Artifiale e il suo “diritto di esistenza”.

Prima ancora che il Festival cominciasse, Marcel, quale Direttore Artistico della manifestazione, aveva condiviso sul web una lettera a difesa della sua totale inclusività tecnico-artistica, sottolineando come il regolamento non vieti affatto la presenza di film fatti con Intelligenza artificiale e di come il Festival sia tenuto a mantenere una visione globale del linguaggio Animazione. Una lettera che ha infiammato ancora di più gli animi, soprattutto tra coloro che hanno subito il furto delle proprie creazioni da parte delle aziende che sviluppano le nuove tecnologie, ‘allenandole’ col materiale trovato in rete e sui social.

Mercoledì 12 giugno ha dunque avuto luogo questo attesissimo penel nel contesto del Mifa-Marché Internaional du Film d’Animation, dal titolo “L’Intelligenza Artificiale: tra fantasia e realtà”, che ha riunito numerosi professionisti del settore: Boris Labbé, autore del cortometraggio Glass House, vincitore nella categoria Off-Limits e che ha utilizzato in parte l’IA, Jean Jacques Lonni, autore a Sacrebleu Productions, Camille Campion della scuola Creative Seeds di Rennes e Verena Repar, autrice del cortometraggio Echoes of Grief, anch’esso realizzato parzialmente con Intelligenza generativa. Il moderatore della conferenza, Flavio Perez dello studio Les Fées Spéciales, ha aperto l’evento precisando di aver deciso di non coinvolgere un autentico specialista di IA, ritenendo sufficiente la presenza di artisti che ne hanno fatto uso nei loro film presenti al Festival.

Personalmente, ho trovato questa scelta un po’ naive, perché è vero che di materiale per la discussione ve ne era a sufficienza (a partire dalla letterina di Marcel Jean?!), ma data la complessità del tema, coinvolgere un vero esperto e sviluppatore di questo genere di tecnologia avrebbe, a mio avviso, alimentato un dibattito più concreto e maturo attorno a una materia tanto spinosa e contradditoria. Inoltre, la presenza di un avvocato o specialista di copyright avrebbe permesso di approfondire un altro fondamentale aspetto della discussione. A riprova della forse infelice scelta degli organizzatori, una parte del pubblico è uscita subito dopo la premessa del moderatore.

Echoes of Grief

La prima a parlare è stata Verena Repar, che ha raccontato il processo creativo del suo cortometraggio di diploma.

Il film era stato al centro della reazione virulenta degli artisti quando il Festival aveva annunciato la presenza di un cortometraggio studentesco realizzato con l’aiuto dell’IA.  Repar ha spiegato come in questo caso l’IA l’abbia soprattutto aiutata a stilizzare le sequenze create in precedenza su Blender, prima di passare ad un trattamento di stabilizzazione su After Effects.

Camille Campion ha invece ricordato la giornata dedicata all’IA organizzata dal collettivo Creative Machines nello scorso aprile, e le conclusioni tratte dall’occasione: gli attuali strumenti di Intelligenza  generativa sarebbero in realtà poco utilizzabili dagli studi a causa della mancanza di controllo sulle fonti che vengono usate.

A questo proposito, mentre una parte dei relatori ha parlato di controllo dei dati sfruttando il tag “No AI” ideato da alcune piattaforme, gli altri hanno sottolineato come sia già forse troppo tardi, in quanto molte creazioni digitali sono ormai diventate parte del catalogo virtuale dalla macchina dell’IA e contribuiscono alla sua evoluzione, troppo rapida e costante rispetto all’elaborazione parallela di norme e legislatura.

Altro punto affrontato nel corso del dibattito è stata la difficoltà nel prevedere gli impatti reali che l’IA avrà sui mestieri dell’animazione.

La stessa Campion ha ammesso la sua paura nei confronti di questa nuova tecnologia, che complica le cose anche agli istituti di formazione specializzati. Lonni, autore a Sacrebleu Productions, ha invece sostenuto un approccio più pragmatico, proponendo di sfruttare, ove possibile, l’IA nei campi in cui l’essere umano non ha più bisogno di essere fisicamente presente, come le parti che riguardano il controllo gestionale delle aziende, i contratti, le licenze e gli aggiornamenti dei softwares, in modo da lasciare più spazio alla creatività. Labbé, continuando sulla scia di Lonni, ha descritto nello specifico come l’IA gli abbia permesso una maggiore libertà di espressione durante la creazione del suo cortometraggio Glass House. Ispirato a un progetto archiviato di Sergej Ėjzenštejn, il film è nato quale scenografia vivente per l’orchestra Ensemble Cairn. Rielaborandola per il suo cortometraggio, Labbé ha testato l’Intelligenza generativa Stable Diffusion grazie alla quale ha potuto creare delle immagini fortemente saturate in bianco che, alla maniera di un caleidoscopio, tagliano la luce facendo apparire nuove forme geometriche. Labbé ha sottolineato come questo sarebbe stato impossibile qualche decennio fa lavorando con la pellicola.

Glass House

Facendo un bilancio finale, tra pessimismo e cauto ottimismo, la tavola rotonda non è purtroppo riuscita a dipanare almeno un poco i dubbi e le incertezze che ci attendono nei prossimi anni. Gli scambi e le discussioni sono comunque proseguiti anche al di fuori della sala delle conferenze, tra professionisti del settore, associazioni e sindacati. Un panel che a mio avviso, pur se non privo di interesse, avrebbe senz’altro potuto essere più costruttivo, soprattutto se ad essere portati in scena fossero state anche le opinioni di chi non solo utilizza oggi questa nuova risorsa, ma pure la crea e la sperimenta, mettendo sotto la lente le due facce di quella ‘medaglia di bronzo’ che al momento appare essere l’Intelligenza Artificiale.

Alice Buscaldi