afNews.info web site 6 Novembre 2023 16:51 Bande Dessinée, Blake e Mortimer, Guido Vogliotti - afnBLOG - afnHOME - Menù Base - Ultime Notizie in diretta -

Guido Vogliotti recensisce L’Arte della Guerra – Blake e Mortimer

Floc’h, Fromental e Bocquet, L’arte della guerra, Alessandro Editore-Editoriale Cosmo, €29,90

Questo secondo volume della serie affiancata a quella ‘canonica’ delle nuove storie di Blake e Mortimer, il cui primo volume era uscito nel 2019 (L’ultimo faraone, di Schuiten, Van Dormael, Gunzig) vede alla prova Floc’h, un aristocratico della linea chiara, e non mancherà di suscitare, come il primo del resto, feroci critiche da parte dei ‘puristi’.

In questa collana, alcuni disegnatori che sono stati fortemente influenzati dalle avventure e dallo stile grafico di Jacobs si lanciano in una loro interpretazione di Blake e Mortimer, una sorta di tributo al loro ‘maestro’, che non per questo deve allinearsi rigorosamente ai canoni jacobsiani. 

In Francia e Belgio questa collana viene giustamente proposta come “Un autre regard sur Blake et Mortimer”: di questo si tratta, e di questo occorre tener conto prima di iniziare la lettura, o magari anche prima di acquistare l’albo.

Detto ciò, per la verità questa storia, scritta dal duo Fromental e Bocquet, si inserisce piuttosto bene nel solco della tradizione, nonostante manchi totalmente dei famosi e verbosi ‘recitativi’ jacobsiani, come pure dei sotterranei così cruciali in Jacobs per arrivare alla soluzione del mistero. Sembra un’eresia, eppure funziona. La storia è ambientata a New York, e nella sua tipologia non è molto diversa dall’Affare Francis Blake, o dal recente Otto ore a Berlino. L’elemento che colpisce è ovviamente il disegno di Floc’h, che resta lo stesso degli altri suoi albi (L’appuntamento a Sevenoaks, Il dossier Harding, Alla ricerca di Sir Malcolm, Blitz, ecc.), senza alcun compromesso per il fatto di trovarsi a disegnare Blake e Mortimer. E a mio parere Floc’h vince la scommessa: pur essendo sé stesso al 100%, Blake e Mortimer risultano del tutto convincenti. E lo sono perché Floc’h li ha semplicemente copiati da vignette di Jacobs senza ulteriori interpretazioni. In particolare ha copiato un numero piuttosto limitato di espressioni e atteggiamenti dei due eroi, e li usa in modo quasi sfrontatamente ripetitivo nella storia. Non sarebbe in effetti difficile rintracciare negli albi di Jacobs i modelli che Floc’h ha copiato per ottenere le espressioni tipo che utilizza nel suo albo. Questo procedimento un po’ disonesto e poco ortodosso è in realtà proprio quello che ci mette a nostro agio nella lettura. Pur essendo cambiato il disegno e il respiro della tavola, Blake e Mortimer sono assolutamente quelli di Jacobs: con delle linee più spesse ed essenziali, messi in vignette grandi e ariose, con dialoghi ridotti al necessario, eppure quintessenzialmente veri. Sono pochi i casi di espressioni o posture non pienamente convincenti.

Da notare infine una finezza non più comune di questi tempi: il lettering fatto a mano, non nel senso di un alfabeto scritto a mano e poi digitalizzato come un font, ma proprio fatto a mano balloon per balloon! Qui mi riferisco all’edizione francese, non so se quella italiana rispetti questa scelta.

Ovviamente le grandi vignette diradate di Floc’h non consentono di raccontare la storia nelle classiche 55-60 tavole, e infatti l’albo conta ben 120 pagine, che comunque grazie all’assenza dei lunghi recitativi jacobsiani si leggono agevolmente in un tempo anche inferiore a quello delle storie classiche dei continuatori di Jacobs.

Nel complesso il mio giudizio è positivo: un buona trama di Fromental e Bocquet col disegno tipico di Floc’h e con personaggi che non tradiscono l’iconografia canonica di Jacobs. Questo mi sembra un bel successo, ma nonostante ciò sono certo che molti troveranno quest’albo un tradimento. Eppure l’avevamo detto che questo è “Un autre regard sur Blake e Mortimer”…

Una risposta a “Guido Vogliotti recensisce L’Arte della Guerra – Blake e Mortimer”

  1. che fosse un “Un autre regard sur Blake e Mortimer”… nell’edizione italiana non si evince. Direi che si tratta di uno sguardo ipovedente date le dimensioni delle tavole e, a parte il consumo di carta, non trovo uno spunto interpretativo interessante. Mi pare che la chiave editoriale sia: più pagine più prezzo, tanto i fan di Jacobs abboccano. Non sono scandalizzato ma deluso sì.

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