William Kentridge
You Whom I Could Not Save
a cura di Giulia Ingarao e Alessandra Buccheri
Palermo, Palazzo Branciforte / 8 ottobre 2023 – 12 gennaio 2024
opening: sabato 7 ottobre, ore 18.30
William Kentridge presenta a Palermo la sua nuova installazione sonora con proiezione You Whom I Could Not Save: l’opera, che dà il titolo alla personale dell’artista sudafricano e che sarà visibile dal 8 ottobre 2023 al 12 gennaio 2024 presso Palazzo Branciforte, viene proposta insieme a 16 disegni inediti realizzati su un libro contabile siciliano dell’Ottocento; al lavoro video Sibyl (2020); a sculture in bronzo e in bronzo dipinto; e a una sequenza di arazzi.
Il progetto, appositamente creato per Palermo e che sarà inaugurato in occasione della Giornate del Contemporaneo, è a cura dalle storiche dell’arte Giulia Ingarao e Alessandra Buccheri, ideato da Antonio Leone direttore artistico di ruber.contemporanea e sostenuto da Fondazione Sicilia, con il coordinamento di Sicily Art and Culture.
Nello specifico l’installazione sonora con proiezione You Whom I Could Not Save sarà ospitata nel cuore delle architetture di evocazione piranesiana del Monte dei Pegni di Santa Rosalia di Palazzo Branciforte, a cui sarà affiancata l’opera video Sibyl, che Kentridge realizza nel 2020. Il percorso labirintico dello spazio sarà scandito dalla presenza di 8 grandi megafoni che diffonderanno le musiche composte da Nhlanhla Mahlangu e dirette da Tlale Makhene: un intreccio sonoro di testi appartenenti al gruppo di lingue Nguni, a loro volta costituite da IsiZulu, IsiSwati, IsiXhosa e XiTsonga. Al contempo tra le scaffalature lignee del Monte, come in teatrini effimeri, saranno esposte sculture in bronzo e in bronzo dipinto, e una sequenza di arazzi. La personale proporrà inoltre 16 disegni inediti che l’artista ha realizzato utilizzando come supporto le pagine di un antico libro contabile siciliano risalente al 1828. I fogli del registro, organizzati in tabelle scandite dalle voci “Avere” e “Dare”, evocano un legame con la memoria del luogo che ospita la mostra, sin dall’inizio dell’Ottocento destinato ad accumulare beni non preziosi ceduti per il prestito su pegno di biancheria e oggetti di rame o bronzo. Tra le pagine palinsesto, caratteristica costante della produzione artistica di Kentridge, danzano figure tracciate a carboncino che, come in processione, rimandano all’effimero dell’esistere. Sagome ibride di memoria surrealista e collage di forme geometriche puntellate da volti ricorrenti nel lavoro dell’artista, sono i protagonisti dell’incedere in un mondo dove – come recita la frase di Majakovskij che appare in You Whom I Could Not Save – «misfortune flows as from a water main» (trad. «la sfortuna scorre come da un corso d’acqua»). L’interrogativo sul futuro, sulla necessità di sperare resta costante e la risposta sembra trovare senso nella magia di immagini e suoni che l’artista compone con una costruzione straordinaria di figure e parole che invitano all’immersione in una profondità celeste che investe e abbraccia nonostante non possa salvare tutti.