afNews 8 Agosto 2023 18:27 Interviste et similia, , ,

Intervista ad Andrea Guglielmino: autore di Samuel Stern

Abbiamo avuto l’onore di intervistare l’autore e giornalista  e critico cinematografico Andrea Guglielmino, sceneggiatore dell’ultimo numero di Samuel Stern, “Ritorno al Girone”.

Prima di addentrarci nel vivo dell’intervista ecco una breve biografia dell’autore.

Biografia dell’autore

Andrea Guglielmino si autodefinisce non scrittore ma ‘scrivente’. Spazia dalla saggistica alla narrativa, dal giornalismo alla critica cinematografica passando per le vignette umoristiche, l’illustrazione per l’infanzia, la letteratura ‘breve’ e le sceneggiature per fumetti. È laureato in Filosofia con indirizzo antropologico e storico-religioso. Ha pubblicato Cannibali a confronto – L’uomo è ciò che mangia (Memori 2007) e Antropocinema – La saga dell’uomo attraverso i film di genere (Golem Libri 2015) vincitore del premio Domenico Meccoli ScriverediCinema 2015 e seguito, nel 2018, dallo spin-off Star Wars – Il mito dai mille volti.

Lavora come vice Capo Servizio presso la redazione del portale di notizie cinematografiche CinecittàNews, daily ufficiale di Istituto Luce Cinecittà, e come redattore esperto presso la rivista 8 ½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano. Come fumettista collabora regolarmente con le case editrici Bugs Comics e Noise Press. Nel 2014 ha illustrato il libro per bambini Mastro Tasso e il suo cappello. Dirige il sito di vignette umoristiche www.vendicazzariuniti.com, nel 2017 ha pubblicato il libro di aforismi 2.0 Chi si accontenta, Goldrake! per Edizioni Progetto Cultura. Nel 2018 ha esordito in narrativa con la raccolta di racconti ‘Colpo di scena’, edita da MdS Editore.

Cover © BugsComics

L’intervista

Puoi condividere con noi l’ispirazione dietro la creazione della serie “Samuel Stern” e come è nata l’idea di “Ritorno al Girone“?

Innanzitutto desidero ringraziarvi per questa intervista e lo spazio dedicatomi su afNews. Dovete sapere che seguo la testata e che qualche anno fa, quando sognavo di diventare un fumettista professionista, mi chiedevo proprio quando sarebbe stato per me il momento di finire tra le vostre pagine, quindi è un’altra piccola soddisfazione nel mio percorso professionale. Per quello che riguarda ‘Samuel Stern’ va detto che io non ho creato il personaggio. Lo ha fatto Gianmarco Fumasoli con l’aiuto, nella curatela, di Massimiliano Filadoro. Io però ho seguito il suo sviluppo fin dalle prime fasi, quindi dico sempre scherzosamente che se Gianmarco e Massimiliano sono il genitore 1 e il genitore 2 di Samuel, io sono una specie di zio. Con la Bugs avevamo affrontato con successo, attraverso le riviste ‘Mostri’, ‘Alieni’ e ‘Gangster’ il mercato delle fumetterie, ma abbiamo sempre pensato che per chi come noi è cresciuto negli anni Ottanta e Novanta l’edicola dovesse essere il punto di arrivo, anche se oggi si dice che sono in crisi (ed è in parte vero), è il luogo dove tutti ti possono trovare facilmente senza dover fare ricerche o accendere il computer. Basta scendere sotto casa. Si gioca proprio un altro campionato. A uno studio di mercato nemmeno troppo complesso appariva evidente che il formato migliore per vendere in edicola fosse quello bonellide, 16×21 per 96 pagine, e che il genere più in voga fosse ancora l’horror, con Dylan Dog in testa, quindi rivolgerci a questi schemi è stato naturale. Ma avevamo tutti chiaro che Samuel non sarebbe stano un’imitazione di altri prodotti già presenti in piazza. Certo, nelle prime fasi sapevamo che il pubblico ci avrebbe associati all’Indagatore dell’Incubo Bonelli, dunque ci abbiamo giocato, con la tagline “L’incubo ha un nuovo avversario”, ma già dai primi numeri è stato subito evidente che Stern era un prodotto autonomo, competitivo e in grado di reggersi sulle proprie gambe, con molte cose da dire. Quando mi sono trovato a scrivere la mia prima storia – che per me era un esordio importante. Primo fumetto in edicola, primo racconto di 96 pagine – ho subito capito che Samuel non avrebbe dovuto esserne il protagonista quanto piuttosto il testimone. Una persona informata dei fatti attorno a cui si muovesse un fitto coro di personaggi umanamente interessanti, che poi era quello che faceva Sclavi nei primi osannati numeri di Dylan Dog. Questo mi permetteva di sentirmi più a mio agio in una serie dove appunto non avevo ideato i protagonisti. Così è nata l’idea de ‘Il secondo girone’ (numero 8), un bordello della Edimburgo segreta dove a offrire il proprio corpo erano creature speciali, freak agli occhi del mondo ma tesori di carne per gli avventori. E in quel contesto, la storia di due gemelle siamesi di cui solo una era posseduta. Viene da una battuta orrenda: “due gemelli siamesi hanno l’ano in comune, ma solo uno è gay”. L’ho sentita da qualche parte e anche se era di pessimo gusto mi ha ispirato, ovviamente riadattandola ai toni cupi che una storia di Stern richiedeva. È stato uno degli albi più amati della prima annata e i lettori hanno richiesto un seguito a gran voce, così eccoci qui.

Ritorno al Girone” è descritto come un sequel attesissimo. Cosa ti ha spinto a tornare a questa storia e a svilupparla ulteriormente?

Innanzitutto, come dicevo, la grande accoglienza che i lettori hanno riservato al primo episodio e la loro diretta domanda di un seguito. Poi, ‘Il secondo girone’ era effettivamente una storia aperta. Lasciava molte trame in sospeso, è stata una delle prime storie in cui Samuel non riusciva a trovare una soluzione e, in sostanza, il Demone vinceva, ma solo momentaneamente. Quando ho chiuso il numero 8 non avevo nemmeno io ben chiaro come si sarebbe potuta risolvere la partita, ma poi, piano piano, il puzzle ha cominciato a comporsi, e il bello è che hanno trovato posto anche molte delle idee che avevo dovuto scartare per motivi di spazio, come la storia personale del personaggio di David. Ma con il disegnatore Stefano Manieri ci eravamo promessi che saremmo tornati al girone soltanto insieme, e questo ha richiesto del tempo per incastrare gli impegni di entrambi. Poco male, perché penso che lavorarci e pensarci costantemente per tre anni abbia fatto bene alla storia, che è stata riscritta e rifinita più volte fino alla forma ideale.

© Bugs Comics

Nel mondo dei fumetti, hai un ruolo sia come sceneggiatore che come giornalista. Come bilanci queste due prospettive nella creazione di “Samuel Stern“?

In realtà uso un “barbatrucco”. Sono fumettista e giornalista, è vero, ma come giornalista non mi occupo mai direttamente di fumetto, per evitare conflitti di interesse o altre situazioni imbarazzanti. Il mio campo, giornalisticamente parlando, è il cinema. Sono redattore esperto per CinecittàNews, il sito ufficiale di Cinecittà, oltre che per ‘8 1/2’, rivista di analisi diretta da Gianni Canova. Ultimamente ho avviato una collaborazione con la celebre rivista ‘Nocturno’, dove faccio critica. E scrivo saggi di antropologia del cinema (ne ho fatti tre, due dei quali dedicati a saghe, come ‘Star Wars’ o ‘Terminator’). Però dato che a ogni testata, comprese quelle fumettistiche, serve un direttore responsabile che controlli i contenuti, e dato che deve essere un giornalista, pubblicista o professionista, in Bugs mi hanno chiesto se potessi ricoprire questo ruolo sia per ‘Samuel Stern’ che per ‘Kalya’, la parallela testata fantasy lanciata a novembre 2022, e ho risposto di sì soprattutto per affetto nei confronti dei rispettivi progetti. A oggi non percepisco compenso per questa mansione, però se state attenti, noterete che c’è il mio nome nel colophon di tutti i numeri di entrambe le serie. Si può dire, tecnicamente, che il mio sia il nome in assoluto più ricorrente sulle testate Bugs, anche se è scritto molto piccolo. Per questa sorrido quando qualcuno mi definisce ancora “autore esterno”. Ho scritto pochi numeri, è vero, ma sono più interno che mai.

La serie sembra ricca di personaggi iconici e sfumature complesse. Come affronti la sfida di mantenere l’interesse dei lettori attraverso 45 numeri?

Ah, io mi sono solo dovuto occupare di mantenere l’interesse nei numeri che ho scritto. In particolare l’8 e il 45 che sono legati tra loro. Mio anche il numero 27, ‘Il quinto comandamento’, che parlava di eutanasia. Ho scritto anche una storia breve per l’Extra 2021 e diverse sullo spin-off ‘I racconti dal Derryleng’. Non ragiono in maniera propriamente ‘seriale’ proprio perché i miei numeri debbono essere fruibili e comprensibili a sé, anche il lettore casuale li deve capire. E ho abbastanza chiaro in testa che il lettore che mi interessa raggiungere non è tanto interessato al personaggio di Samuel Stern o a me come autore. Il lettore è egocentrico: è interessato a sé stesso. Vuole riconoscersi nelle storie ed emozionarsi di conseguenza, quindi cerco di parlare di temi universali con cui tutti ci dobbiamo raffrontare: la morte, la perdita, la genitorialità, le responsabilità. Se dico “eutanasia” ciascuno avrà un’opinione. Anche io, ma nel fumetto non la dico. Voglio che sia il lettore a poter esprimere la sua idea e soprattutto a sentirsi coinvolto nella storia. Il fumetto, se fatto ad arte, è un media molto più interattivo di quanto si pensi.

© BugsComics

Ritorno al Girone” introduce nuovi elementi nell’universo di Samuel Stern. Senza rivelare troppo, puoi darci un’idea di cosa aspettarci in questo capitolo?

Più che introdurre nuovi elementi rivede e ribalta alcuni di quelli che erano stati introdotto ne ‘Il secondo girone’. Il dottor Stimmler, iniziale alleato, si rivela una potenziale minaccia. Una caratteristica fisica di David nasconde più di ciò che sembra. Madame Luthère esprime un’ennesima dote nascosta. Ma soprattutto è una storia sullo scorrere del tempo. È la prima volta che succede in ‘Samuel Stern’. Si parte da subito dopo ‘Il secondo girone’ (luglio 2021) e si arriva ai giorni nostri, così i protagonisti cambiano profondamente nel corso della storia, alla fine non sono gli stessi che troviamo all’inizio. Cambiano singolarmente e cambiano le relazioni tra loro, e questo li rende a mio avviso molto vivi, tridimensionali e credibili. Non mi piacciono quei sequel dove, dato che sono passati anni, i personaggi non hanno fatto nulla di significativo nel frattempo. Vedi ‘Spider-Man: No Way Home’ o ‘Ghostbusters Legacy’. Sono stati fermi gli attori e dunque anche i personaggi. L’uomo ragno non ha affrontato nessun nuovo nemico, gli Acchiappafantasmi si sono ritirati… perché? I personaggi vivono anche quando non li scriviamo, e di questo va tenuto conto.

La collaborazione con il disegnatore Stefano Manieri sembra essere stata cruciale per la serie. Puoi condividere un po’ di come avete sviluppato insieme visivamente l’atmosfera e i personaggi di “Samuel Stern“?

Tra me e Stefano c’è un rapporto speciale. Mi capisce al volo. Non devo essere nemmeno troppo descrittivo in sceneggiatura. Cerco di comunicargli più sensazioni e atmosfere che luci e inquadrature e lui realizza sempre quello che ho in mente e, in qualche caso, lo migliora. Non avrei potuto fare un sequel de ‘Il secondo girone’ con un altro disegnatore e così sarà per un eventuale terzo capitolo, a cui stiamo pensando. Per la serie Stefano ha anche disegnato ‘Storia di un angelo’ e uno degli ‘Epiloghi’ dell’Extra 2022, ma non su testi miei. Ha uno stile molto deciso, fatto di anatomie precise e chiaroscuri delineati. È molto apprezzato e, anche se lavoro bene con tutti, quando so che c’è Stefano ai disegni delle mie storie sono tranquillo: se anche dovessi scrivere un mare di fesserie – cosa che mi impegno comunque a non fare – i lettori le amerebbero comunque, se disegnate da lui.

La storia sembra affrontare temi oscuri e complessi. Qual è stato il più grande ostacolo nell’esplorare questi temi attraverso il medium del fumetto?

Erano temi che avevo dentro quindi non mi ha creato particolari difficoltà. Per il ‘Ritorno al girone’ il problema è stato, semmai, quello che hanno tutti quelli che si accingono a realizzare il seguito di una storia molto amata (ed era anche la mia prima volta in tal senso): reggere il confronto con l’originale, far sentire i lettori “a casa” ma al contempo stupirli con qualcosa che non si aspettano. Inoltre, volevo che comunque l’albo restasse comprensibile e fruibile anche per chi non aveva letto ‘Il secondo girone’, così i riferimenti al primo sono più funzionali a questo che a una deriva auto-citazionista. Ma devo dire che i riscontri sono stati molto positivi, quindi devo esserci riuscito bene.

Ringraziamo l’autore per questa intervista. Nel caso vogliate recuperare alcuni arretrati di Samuel Stern potete visitare il sito della casa editrice Bugs Comics qui di seguito.

https://www.bugscomics.com/categoria-prodotto/fumetti/

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