Sono cominciate ieri le proiezioni del 71. Trento Film Festival e nel corso della programmazione pomeridiana e serale sono stati assegnati ben cinque dei sedici riconoscimenti speciali offerti da associazioni o enti partner del festival, attribuiti da giurie indipendenti. I premi sono stati consegnati in occasione della proiezione del film vincitore, direttamente in sala.
Il Premio Amelia de Eccher, in memoria di Amelia de Eccher, per le donne da entrambi i lati della cinepresa, va a Bitterbrush di Emelie Mahdavian (Stati Uniti/2021/91′). «Due donne che affrontano un duro lavoro nella wilderness nordamericana e lo fanno con armonia, forza e una disarmante normalita/ . Un nuovo sguardo al genere western, in veste di documentario, privo di vanitosi eroismi patriarcali. Un racconto di amicizia e di vita vissuta a cavallo in paesaggi mozzafiato, accompagnato da una musica non scontata, che trasporta verso nuovi orizzonti narrativi e vitali». Il premio è stato annunciato al Cinema Modena in sala 3 alle 14.45.
Il Premio CinemAMoRE, istituito dai tre Concorsi cinematografici di levatura internazionale (RAM Film Festival, Trento Film Festival e Religion Today Film Festival) e destinato alla miglior opera della sezione Orizzonti Vicini, viene assegnato a Ritratti di lingue di Benno Steinegger (Italia/2023/26′), «una composizione innovativa e sensibile che racconta la ricerca dell’identita/ nella lingua e nella cultura delle comunita/ linguistiche di minoranza, elevando la frammentarieta/ territoriale ad una questione universale. Il carattere autoriale e indipendente della produzione costituisce il punto di partenza per una narrazione che ci porta, un poco alla volta, a conoscere il “volto” e la poesia delle parole». Il premio è stato consegnato alle 17.00 in sala 2.
A Dear Odesa di Kyrylo Naumko (Italia/2022/52′), «un’ode luminosa e delicata alla citta/ di Odessa, animata da personaggi sospesi tra un passato carico di ricordi e un presente minacciato dall’arrivo della guerra», cui è andata una Menzione Speciale.
Il Premio “Città di Imola”, che si propone di valorizzare l’opera cinematografica o documentaristica che maggiormente si é contraddistinta tra i candidati per qualità artistiche e tecniche nonché per l’esaltazione dei valori fondanti del Cai, l’originalità del tema trattato o della storia narrata, va ad Altavia 4000 di Luca Matassoni e Marco Tonolli (Italia/2023/37′). «E’ l’aria sottile dei “quattromila” delle Alpi ad unire i sogni di due giovani guide alpine in un’autentica e assai complessa avventura. La spontaneita/ della narrazione, il montaggio vivace e le attraenti immagini di misteriose vette ed antichi ghiacciai restituiscono un’idea di alpinismo pura ed appassionata, capace altresì/ di disvelare valori imprescindibili come rispetto, condivisione e senso di responsabilita/ , fondanti anche per la Citta/ di Imola ed il Sodalizio Cai», si legge nelle motivazioni. Il premio è stato consegnato alle 19.00 al Cinema Modena in sala 3.
Il Premio EUSALP. Quello che mi tiene qui al soggetto che avra/ saputo cogliere, con maggiore aderenza, lo spirito che supporta la Macroregione alpina, ovvero le tematiche quali la sostenibilità, l’inclusione, con particolare riferimento alle regioni che favoriscono la scelta del contesto alpino quale luogo di lavoro e di vita, é stato assegnato a Innesti di Sandro Bozzolo (Italia/2022/80′). «Il castagno e/ l’axis mundi, l’asse dell’universo, l’albero che sostiene un microcosmo contadino rievocato, nel suo passato mitico, dai ricordi di chi quel mondo non lo ha abbandonato e che anzi lotta quotidianamente per salvaguardare un patrimonio di cultura e saperi antichi. Albero cosmico, dunque, sotto le cui fronde nascono i villaggi e il cui frutto é il “pane” dei contadini, fonte di sostentamento; albero inteso, anche, come ierofania, poiché in esso gli uomini scorgono qualcosa di “altro”, un “altro” che appartiene al mondo sacro. La coesione territoriale e generazione dei giovani, dei migranti, di cooperazione come strumento per far rinascere un territorio e rendere la produzione contemporanea». La premiazione si è svolta alle 21.30 al Cinema Modena in Sala 2.
Una Menzione Speciale e/ stata assegnata a Karma Clima di Michele Piazza (Italia/2023/61’) «in quanto l’elemento culturale, insieme al concetto di sostenibilita/ ambientale, inteso come condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilita/ delle generazioni future di realizzare i propri, diviene, in questo film, uno degli aspetti fondamentali per la riqualificazione sociale delle comunita/ montane del cuneese a rischio di spopolamento».
Il Premio Museo etnografico trentino San Michele, assegnato all’opera cinematografica che con rigore documentario etno-antropologico meglio sappia rappresentare gli usi e i costumi delle genti di montagna, viene assegnato a Movimento fermo di Silvy Boccaletti (Italia/2023/74’). Nella motivazioni la giuria ha scritto: «In Movimento fermo i percorsi di Sandro, Maria e Giacomo s’intrecciano nel comporre l’immagine disincantata di una montagna dai tratti complessi, talora aspri, in cui tradizione e innovazione, locale e globale, si coniugano nella rivendicazione di un’originale dimensione culturale, sociale ed economica che offre l’opportunità di non arrendersi all’omologazione o rassegnarsi a una solitudine priva di prospettive». Il premio è stato consegnato alle 16.45 in sala 1.