Quando ci sono i numeri “da ricordare” di Topolino, mi torna alla mente quello in cui dentro c’ero anch’io, nel periodo in cui facevo storie per la Disney, tanti anni fa… Beata gioventù! 🙂
Ora che sono pensionato e nessuno vuole più le mie storie (“Non fare tante storie, eh!” – “Sempre lì che fai un sacco di storie! Stai tranquillo sulla panchina e guarda il cantiere, per favore!”), mi godo quelle degli altri, specie se sono molto bravi e ci mettono tanto sugo dentro, pensando anzitutto ai lettori più giovani e offrendo anche svariate chiavi di rilettura per gli adulti. E mi godo anche quelle dei “meno bravi” ma piacevoli, che fanno onestamente il proprio lavoro senza saltar fuori dal mazzo, come i meravigliosi artigiani di un tempo (di cui avremmo davvero necessità di nuovo, in ogni settore), che erano la base, il terreno di coltura per la fioritura, occasionale, dei grandi artisti. Cose belle, fatte con cura e abilità, col piacere di fare le cose per bene, senza la pretesa della Grande Arte, ma da cui emerge sempre qualche Grande Artista, proprio grazie al lavoro costante di bottega dei bravi artigiani.
Perché non c’è Io che valga se non c’è Noi.
Ciò detto, questo è un numero tutto sbrilluccicante, da prendere (non sto nemmeno a dirti chi siano gli autori delle storie), IMVHO. Se non hai abbastanza soldini per prenderlo con la statuina di Zio Paperone (proprio bella!), puoi almeno comprare il numero in digitale, che costa ovviamente molto meno. E (purtroppo succede, eccome!) se non arrivi nemmeno a quella cifra, fattelo prestare da qualche amico. Non è una vergogna, essere poveri, è solo una enorme ingiustizia alla quale dobbiamo porre rimedio, noi, insieme.
Se questo Topolino lo compri per la tua giovane prole, lascia che giochi con la statuina, anche se vorresti metterla nella tua collezione! Eh, insomma! Anzi, meglio ancora, giocateci insieme.
Costruire bei ricordi vale infinitamente più di una collezione.
