afNews 7 Novembre 2022 10:30

View Conference 2022 presenta lo Studio Syro e la loro serie VR “Tales from Soda Island”.

Tra le tante conferenza viste lunedì 17 ottobre durante View Conference 2022 una delle più interessanti riguardava quella fatta da uno studio specializzato nella realizzazione di animazione in realtà virtuale, realizzata dipingendo direttamente nello spazio virtuale utilizzando i visori Oculus e il programma Quill.

Lo Studio Syro è composto da sei persone, sul palco salgono a parlare Simone Fougnier, Nick Ladd e Dan Franke, ma alla View sono presenti anche Peter Ariet, Felix Stief e Nicholas Saunders. I sei collaborano insieme da anni e vivono ai quattro angoli del mondo. Si sono incontrati di presenza per la prima volta solo poche ore prima proprio per presentare il loro lavoro al pubblico di View Conference.

Quello che hanno mostrato al pubblico è stato il lavoro fatto per realizzare la loro serie animata VR “Tales of Soda Island”, composta da sei episodi che hanno come tema l’esplorazione di quest’isola fantastica.

 

Questa serie VR è stata fatta usando Photoshop e Procreate disegnando in 2D, sforzandosi di trovare un nuovo modo di usare lo spazio. Il disegno non usa texture ne regolazione di luci, ogni cosa è molto grafica e bidimensionale, dipinta fotogramma per fotogramma e animata solo quando e dove serve, rifacendo il disegno o modificandolo a mano. Un processo che lavorare in VR rende più simile alla Stop Motion che all’animazione CGI, ma che loro dicono molto più semplice e veloce.

Simone Fougnier racconta come tutto ebbe inizio. Lui era un illustratore emergente quando vide i filmati di Goro Fujita che disegnava in VR e ne fu entusiasta. Iniziò a provare anche lui scoprendo una comunità davvero supportiva di artisti che dipingevano in VR usando Quill. Fu così che imparò sempre di più e incontrò quelli che sarebbero diventati i suoi soci. Lavorando in VR i suoi gusti cambiarono, iniziò a fare animazioni e unì a tutto ciò la sua grande passione per la musica iniziando a realizzare videoclip.

Soda Island nacque nel 2016 come parte di un progetto musicale che coinvolgeva diversi musicisti e presentava la loro musica. Dopo di ché venne messo da parte per un paio di anni. Ma aveva attirato l’interesse degli appassionati e gli venne proposto di ampliarlo. L’idea gli piacque e gli fece un po’ paura. Ma divenne una sfida per se e gli altri nel creare un intero universo.

La serie è formata da sei episodi e si basa sull’esplorare i vari posti dell’isola, conoscere i personaggi che la abitano e vedere la nascita della battaglia tra la musica e il silenzio. Quest’ultimo rappresentato come un essere spaventoso, nero e informe che arriva sull’isola e cresce sempre di più diventando via via più inquietante, violento e distruttivo.

L’aspetto del silenzio ricorda da subito un noto personaggio di un ancora più noto film di Hayao Miyazaki, ma gli autori assicurano che la serie vuole indagare il rapporto tra musica e silenzio e quanto questo sia essenziale nella musica. In realtà il personaggio non è cattivo, ma viene incompreso da tutti fino all’ultimo episodio.

Proseguendo la serie lo sviluppo degli ambienti è diventato sempre più ambizioso, specialmente nel terzo dove si assiste a una corsa tanto avvincente da fargli temere che possa dare il mal d’auto a qualcuno.

Passa la parola al regista Dan Franke che racconta cosa sia realizzare storie per la VR. Essere in grado di creare paesaggi enormi cambia il modo in cui pensi e fai una storia. Hanno dovuto inventarsi un nuovo modo per raccontare una storia che potesse coinvolgere gli spettatori della VR, ovvero una categoria che si trova dentro una visione di un mondo diverso e che vorrebbe guardarsi intorno. Per questo hanno dovuto trovare espedienti per indirizzare gli spettatori a seguire la vicenda principale, in questo sono aiutati dalla musica, che è una costante.

Inizialmente avevano sviluppato la serie realizzando molti studi e uno storyboard tradizionale in cui disegnavano ciò che sarebbe successo. Ma hanno capito presto che potevano realizzare uno storyboard in VR decidendo agevolmente dove posizionando i personaggi come se fossero pupazzi. Questo ha reso la produzione più veloce, tanto che per realizzare un episodio di sette minuti dalla concezione al prodotto finito ci mettono circa quattro mesi. Realizzare una storia usando un programma semplice come Quill è elettrizzante, ci sono due comandi da usare e se li usi bene ti permette di fare magia.

 

Finita questa conferenza i tre hanno ricordato al pubblico che erano presenti nell’area Recruitment con il loro stand per chi voleva parlare con loro e vedere alcuni episodi della serie. Chi scrive è andato e il loro stand era decisamente il più colorato e allegro tra i presenti.

Vedere la loro serie è davvero un’esperienza affascinante. Il modo di riempire lo spazio che hanno trovato e le inquadrature da cui guardi colpisce subito. Ci si ritrova immersi in una natura coloratissima, rigogliosa e piena di dettagli. Ci sono dei personaggi principali che si vedono in più episodi, ma altre decine che compaiono come comparse muovendosi intorno dandoti la sensazione di un vero ambiente naturale brulicante di vita. Mentre segui le vicende di alcuni personaggi puoi guardare insetti carini muoversi sulle foglie e creature gigantesche in paesaggi immensi e lontani. È una sorpresa continua raccontata con sapienza e animata con grande creatività.

È fantastico sapere che tutto questo è stato fatto lavorando da remoto e che possa essere considerato solo l’inizio.

Il futuro della narrazione in VR appare pieno di speranze grazie a persone come quelle che formano lo Studio Syro, la loro creatività e alla loro voglia di sperimentare.

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