afNews 28 Ottobre 2022 09:36

View conference 2022. Viaggio tra il metaverso e la rivoluzione artistica dell’animazione digitale.

Dal 16 al 21 ottobre si è svolta a Torino alle OGR la 23° edizione della View Conference.

Come ogni anno View Conference è riuscita ad attirare in Italia i più grandi nomi dell’animazione digitale mondiale e un folto numero di studenti, appassionati e professionisti dell’animazione da tutto il mondo, venuti per seguire masterclass, workshop e conferenze.

L’argomento esplicitamente più discusso durante l’evento è stato il Metaverso, cosa ha spinto al suo sviluppo e a cosa porterà. Il secondo argomento, implicito, ha visto e analizzato l’influenza che il film “Spiderman-Into the spiderverse” ha avuto sui registi e sugli studi d’animazione.

I due argomenti erano in continua contaminazione, spesso uniti dalla figura centrale di Peter Ramsey, co-regista del citato lungometraggio d’animazione su Spider-Man che, uscito nel 2018, ha mostrato durante quest’edizione tutto il peso che la sua influenza sta avendo: nella realizzazione di film d’animazione digitale, nella creazione di mondi virtuali e di come la sua spinta a andare oltre lo stile d’animazione CGI usuale stia emergendo sempre di più. Sia negli studi d’animazione maggiori che in quelli indipendenti.

Peter Ramsey è stato attivo nell’evento fin da sabato 15, quando durante la View Fest è stata fatta una proiezione del suo film conclusasi con una sessione di domande e risposte tra lui e il pubblico. Durante la View Conference ha continuato a essere una presenza costante fino all’ultimo minuto, essendo stato l’ultimo dei grandi ospiti a lasciare la sala dopo essersi trattenuto a parlare con dei giovani che volevano fargli i complimenti e chiedere consigli.

Presente quasi a ogni conferenza e molto attivo nel fare domande, spesso coinvolto o salutato dai conferenzieri e pubblicamente ringraziato più volte da molti di loro per aver aperto una via nuova di fare film, Peter Ramsey ha condotto lui stesso diverse conferenze. Soprattutto insieme all’amico Shannon Tindle, con cui ha diretto insieme la miniserie Netflix ibrida animazione/dal vero “Lost Ollie”. La presenza sia dei due registi che del compositore della colonna sonora Scot Stafford ha permesso di parlare molto della miniserie, facendola scoprire a molti dei presenti.

La diretta ispirazione del “Into the Spyderverse” è stata citata da molti dei registi o capi animatori. L’influenza del film sul bellissimo lungometraggio animato Netflix per adulti “Entergalactic” è evidente e durante la loro discussione su come hanno creato il mondo del film David Prescott, Archie Donato e Kapil Sharma non ne hanno fatto mistero. Citandolo più volte come esempio di come fare un 3D pieno di vitalità che sembrasse un’illustrazione 2D.

Lo stesso è stato fatto da Mark Edwars parlando del prossimo film Dreamworks “Puss in Boots: the last wish”, in cui hanno fatto contorni frastagliati e pellicce sfumate cercando di rendere il film più artistico e simile a un’illustrazione. Spinti sia dal film di Ramsey che dal lavoro fatto dal loro stesso studio con “Bad Guys”. Riuscendo ad andare oltre le regole dei film sinora fatti dallo studio e inserendo scene di tensione e pericolo, come non era stato mai possibile fare nei film precedenti e che lo rendono una svolta decisa. Riuscendo comunque a mantenere l’umorismo e l’ironia tipica del personaggio.

La conferenza su “Bad Guys” è stata fatta da Matt Bear e ha trattato esattamente di come il film sia stato realizzato unito a una ricerca per avere uno stile nuovo e illustrativo. La CGI è stata sfumata e resa più dinamica grazie a programmi che permettono di disegnare su di essa facilmente con la penna ottica. In questo modo sono state esagerate le espressioni dei volti, aggiunte linee cinetiche, contorni e molte altre cose. Per questo film le ispirazioni sono state molte, visto che il regista Pierre Perifel, è un dichiarato fan dell’animazione giapponese e francese e ha sfruttato la spinta data da “Into the spiderverse” per poter incorporare queste sue passioni in un unico film, basato quasi interamente su inseguimenti e dall’animazione eccezionale.

Anche durante la conferenza di Danielle Feinberg sul nuovo, fantastico, lungometraggio Pixar “Turning Red” la spinta del film di Reimsy è stata riconosciuta nella decisione della regista Domee Shi dello spingere gli animatori a fare cose che la Pixar ha sempre limitato.

L’ispirazione decisa dagli anime degli anni ‘80 e ‘90, la riprodurre dei loro toni di colori e effetti di luce nelle scenografie, la predominanza del rosa e delle tinte pastello e le espressioni facciali estreme e esagerate. Oltre, soprattutto, alla libertà di mischiare elementi 2D nel 3D. Una libertà che rende il film qualcosa di diverso dai soliti film Pixar e che sarà ancora più evidente in “Elements”, il prossimo a cui sta lavorando lo studio.

L’ispirazione è presente anche nel prossimo film dello Studio Disney “Strange World”. Soprattutto nella fantasia delle scenografie e delle creature di quello strano mondo. Ma per quanto sia chiaro a tutti e pure fatto pure notare durante una delle tavole rotonde, i rappresentanti dello studio hanno evitato anche solo di accennarlo. Sia durante la conferenza del regista Roy Conli (in cui sono stati mostrati in anteprima venti minuti di film più numerose immagini) che nelle altre conferenze legate allo studio. Mostrando ancora una volta la grande differenza di pensiero che c’è tra lo studio Disney e lo studio Pixar.

L’influenza del film si è vista anche nelle incredibili tavole rotonde dove sono stati coinvolti autori, produttori, registi e tecnici per discutere del futuro dello storytelling e dell’animazione. In queste occasioni si è sottolineato come tutto sia legato all’avanzamento della tecnica, che permette di avere sempre più velocemente la possibilità di vedere come vengono le scene grazie ai rendering sempre più veloci. Si dice che ci sia bisogno di più film come “Into the Spiderverse”, film coraggiosi e dalle grandi storie che hanno anche un enorme successo. Perché è il successo del film rivale che fa decidere agli altri studi che possono osare di più perché il pubblico vuole di più.

Viene raccontato da tutti come l’esperienza di avere gli studi chiusi durante la pandemia abbia cambiato il loro modo di vedere l’organizzazione del lavoro e permesso a chi lavorava ai film di poterlo fare da casa. Il lavoro da remoto ha anche dato la possibilità di collaborare con validi artisti che vivevano lontani dagli studi. Artisti che spesso erano stati scoperti tramite Instagram e a cui avevano chiesto se volessero collaborare. Questo è accaduto soprattutto negli studi Pixar e Dreamworks.

Durante uno di questi panel, Peter Raimsey ha raccontato quanto il catalogo di Netflix stia facendo scoprire al pubblico statunitense che esistono film fatti anche nel resto del mondo. Il pubblico vuole storie che li faccia sentire uniti e che diano speranza. Storie che possano coinvolgere, perché ci sono troppe cose che stanno dividendo le persone. Anche per questo è importante continuare a realizzare opere in VR e renderle più accessibili. Per lui il futuro del metaverso non sarà essenzialmente 3D, Immagina che i vari avatar verranno realizzati da persone che vorranno avere un aspetto personale, quindi anche stili diversi che imiteranno il disegno 2D e altre tecniche.

Parlando di Realtà virtuale sono state mostrate nuove tecniche per realizzare mondi virtuali e per raccontare storie dando al pubblico la possibilità di guardarsi intorno e ammirare l’arte realizzata. Sono state dette idee su come si possano realizzare eventi con una partecipazione collettiva in VR. Si è anche discusso della possibilità di usare AI per la creazione di Dungeons e come i vari utenti dovrebbero essere liberi di raccontare le loro storie e modificare questi mondi, creandone di personali dentro al mondo principale.

La questione sull’importanza che “Into the spiderverse” sta avendo è stata simbolicamente chiusa durante la discussione tra Peter Ramsey e Kristine Belson, vulcanica presidente di Sony Pictures Animation, che racconta di come un giorno sia stata trascinata alla Sony da una sua amica entusiasta di quello che stavano realizzando per il film. Fin da quella volta lei si è aspettata che il film sarebbe diventato rivoluzionario. La Sony fa del non avere uno stile personale un punto d’orgoglio, perché così danno la libertà agli autori di poter realizzare il film come vogliono. Trova anzi arrogante che uno studio possa imporre agli autori uno stile e delle regole per “fare film di successo” che ne forzino le scelte. Quello che lo studio deve fare è aiutare i propri artisti a esprimersi e raccontare le storie che per loro sono importanti. Loro vogliono fare film innovativi non perché sia una missione, ma perché è remunerativo. La gente chiede storie nuove capaci di sorprendere e emozionare e anche gli altri studi dovrebbero capirlo. Il seguito di “Into the spiderverse” racconterà di cosa sia per Miles e Gwen crescere avendo una doppia vita come supereroe e l’evoluzione del loro rapporto. Kristine Belson assicura che sarà un film incredibile come il primo e Peter Ramsy è un po’ geloso di non lavorarci, perché sa che sarà eccezionale.

Le conferenze sul Metaverso sono state tenute da Mark Petit di Epic Game, da Guido Quaroni di Adobe e da Karen Dufilho, produttrice di Epic Game. Il fulcro è lo sviluppo e il perfezionamento di un Rendering in Real time di altissima qualità con cui poter realizzare i propri avatar virtuali e poterli muovere liberamente nei mondi virtuali. Vengono mostrati diversi esempi di avatar realizzati da loro e delle miniserie animate o cortometraggi realizzati usando il real time rendering.

Che nonostante sia ancora da definire, è già di una qualità accettabile, anche se Maureen Fan, direttrice del pluripremiato Studio Baobab, famoso per i suoi corti in realtà virtuale, ha dichiarato che il suo studio sta lavorando per realizzare un real time rendering ancora migliore, perché per sentirsi a proprio agio nel muoversi in un mondo virtuale, l’animazione non deve avere pecche. Conoscendo cosa quello studio sia in grado di fare, chi scrive non dubita che usciranno con qualcosa di rivoluzionario.

In realzione con questa dichiarazione è importante segnalare che gli stilisti Julien Fournie e Jean Paul-Cauvin di Fournerié Haute Coulture stanno studiando come rendere reale l’aspetto dei materiali dei vestiti realizzati in real time Rendering. Sia per usarlo nella progettazione di vestiti reali, che per gli abiti degli avatar e la loro ricerca ha dato risultati notevoli.

Ma ci sono stati anche altri eventi importanti fuori dai due temi centrali.

Tra questi, uno dei maggiori è stata la presentazione online del film “Wendell & Wild”, il prossimo lungometraggio animato del regista, leggenda della stop Motion, Henry Selick. Che tramite un filmato ha mostrato l’incredibile lavoro artistico fatto.

Questo filmato è stato poi seguito da una sessione di domande e risposte a cui partecipavano la capo animatrice Suzanne Twining e il Character Designer del film Pablo Lobato.

Sempre legata alla Stop Motion è stata la Masterclass di Georgina Hayns sulla fabbricazione dei pupazzi per il “Pinocchio” di Guillermo Del Toro. Una spiegazione dettagliata, fatta mostrando sia foto che i pupazzi del film, che ha appassionato gli studenti presenti in sala e che ribadiva l’importanza della manualità e dell’abilità artigianale necessaria per costruire i pupazzi.

Queste qualità si uniscono a una conoscenza dei materiali e una costante ricerca tecnica delle nuove tecnologie, soprattutto riguardo la stampa 3D.

Come tradizione della View la musica ha avuto una parte importante, tra gli eventi maggiori c’è stata la conferenza di Scot Stafford, che con grande ironia ha raccontato la realizzazione delle musiche per “Lost Ollie” e descritto la sua paura che andare troppo dentro la tradizione musicale appalaca, usando i tipici strumenti struggenti e i cori drammatici, avrebbe reso la miniserie eccessivamente cupa e più simile a un film horror. Il tutto suonando con quegli strumenti i temi musicali e mormorando le canzoni, che sono di una dolcezza tale che il pubblico in sala rimaneva senza fiato, mentre Shannon Tindle filmava la scena commosso e Peter Ramsey ascoltava estasiato per poi dichiarare quanto la sua musica fosse sempre esattamente quello che lui e Shannon volevano.

Un altro momento di grande magia musicale si è avuto quando Rob Minkoff ha condiviso con il pubblico i suoi ricordi sulla realizzazione del capolavoro dell’animazione “Il re leone” raccontandone i dietro le quinte, i cambiamenti alla storia e cantando con l’ukulele le prime versioni delle canzoni, mentre venivano proiettate immagini dei disegni di studio per il film.

Grande importanza è stata data alla realtà virtuale, presentata mostrando l’opera di due studi specializzati, il celeberrimo Studio Baobab, che ha realizzato quasi tutti i cortometraggi VR più premiati e innovativi per coinvolgimento del pubblico e modo di portare avanti la storia e dove la sempre elegantissima Maureen Fan ha mostrato cosa stanno realizzando per strabiliarci in futuro.

Il secondo studio è stato lo Studio SYRO, piccolo ma pieno di idee e talento. Lo studio presentava i sei episodi della loro serie VR Tales from Soda Island” realizzata interamente dipingendo in VR nello spazio virtuale usando il programma Quill. Il racconto di Simone Fougnier su come sia meraviglioso per lui dipingere mondi VR ha colpito molto e mostrato quanta passione ci sia dietro questo studio di giovani persone che lavorano insieme da anni, ma hanno potuto incontrarsi dal vivo per la prima volta solo alla View, visto che vivono letteralmente dai quattro angoli del globo.

Altra grande sorpresa è stato il reparto Recruitmen. Quest’anno davvero pieno di stand di studi importanti d’Europa, America e India e di scuole d’animazione. Una carrellata impressionante che ha sicuramente aperto le porte a molte persone andate a presentarsi.

La View Conference si è chiusa con un grazie collettivo di tutti i partecipanti a Maria Elena Gutierrez per averla organizzata e resa magnifica e una foto di gruppo.

Come ogni anno, la View Conference ha aperto una finestra sul mondo dell’animazione permettendo all’Italia di sbirciare. Si spera che queste cose possano svilupparsi sempre di più anche nel nostro paese.

 

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