afNews 23 Giugno 2022 12:24

#annecy2022: Pinschewer, Ansorge, Guillaumes – le radici e il futuro della grande Animazione Svizzera

Con la cinematografia d’animazione svizzera agli onori di questa edizione del Festival di Annecy, nel ricco programma ad essa dedicato è stato possibile (ri)scoprire alcuni autori e tecniche la cui influenza, più o meno esplicitamente, si è riverberata fino ai giorni nostri.

Tra questi, Julius Pinschewer (1883-1961), pioniere e padre della pubblicità tedesca, dal 1910 al 1911 ha supervisionato un gran numero di produzioni in cui venivano combinati riprese dal vero ed effetti speciali e per molti versi aprirono la strada ai film d’animazione veri e propri.

Di religione ebraica, intuì fin da subito il pericolo rappresentato dall’ascesa di Hitler, e nel 1934 fondò a Berna il suo “Pinschewer Film-Atelier”. Lo studio produsse numerosi film su commissione di aziende e uffici legati all’amministrazione federale. È grazie al lascito depositato proprio presso la Cinémathèque Suisse che è stato possibile realizzarne il restauro, in collaborazione con i laboratori Hiventy e L’Immagine Ritrovata (Cineteca di Bologna), così da avvicinarsi il più possibile ai colori e ai suoni originali.

 

Oltre alla resa cromatica, questi recuperi permettono di godersi appieno la fluidità e il ritmo delle immagini, nonché la forza immaginifica del team artistico guidato da Pinschewer. Le fabbriche che ingoiano i rifiuti, i calderoni e i tralicci dell’elettricità a Zurigo: tutto prende vita in una sarabanda, mai caotica, di disegni raffinati ed espressivi, facendo infine scivolare quasi di sfuggita il messaggio pubblicitario (come in Carosello) a beneficio del committente, che sia l’Emmental svizzero o la Croce Rossa.

Felice riproposta anche le opere in animazione la tecnica della “sabbia”, o polvere nera di quarzo, realizzati dalla coppia Gisèle (1923-1993) e Nag Ansorge (1925-2013), oggi riconosciuti tra i più importanti autori non solo svizzeri ma a livello internazionale. Svilupparono tale raffinato procedimento in seguito a una commissione ricevuta da parte di uno stand medico in occasione dell’Esposizione Nazionale Svizzara del 1964. Ma è soprattutto in opere di taglio “favolistico” o narrativo che emerge la forza visuale e suggestiva di questo medium, e anche la sopracitata “influenza” su autori successivi: come non ritrovare echi de “I tre inventori” di Michel Ocelot ne “Les enfants de laine”‘?

E che dire dell’inquietante, disturbante, onirica potenza del “Sabbat” stregonesco in cui il continuo fondersi delle forme sabbiose le une e nelle altre esprimono un erotismo ferino e liberatorio, ben lungi dalle aspettative rassicuranti pretese normalmente dal linguaggio Animazione, che qui pare esprimersi in tutta la sua potenzialità dissacrante?

Per realizzare i propri film d’animazione, gli Ansorge utilizzarono principalmente sabbia di quarzo estremamente fine e fluida. Dopo aver testato diversi tipi di polveri (caffè, farina, zucchero), la polvere nera di quarzo fu scelta per le sue peculiari proprietà fisiche: a differenza di altri, i granelli di quarzo erano infatti abbastanza pesanti da non volare via – e dato che la realizzazione di un film poteva richiedere diversi mesi, i disegni materici potevano dunque rimanere per lunghi giorni sul tavolo di lavoro – oltre a non attecchire ai pennelli di Gisèle, rendendo così il suo compito più agevole durante le riprese.

Nel 20 giugno 2011 Ernest Ansorge ha ceduto gran parte dei suoi archivi cartacei alla Cinémathèque suisse. 87 scatole di archivi, corrispondenti a circa 10 metri lineari, sono state così depositate presso il Penthaz Archiving Center. Per quanto riguarda gli archivi cinematografici, hanno iniziato a confluire a Penthaz già nel 2010. Da allora, i film, ancora in fase di ammissione, sono attualmente inventariati e archiviati da Carole Delessert.

Nei mesi di luglio e agosto 2011, Hélène Mondia e Théophile Naito hanno iniziato l’inventario della collezione di carta durante il loro tirocinio di un mese nell’ambito del loro Master of Advanced Studies in Archival, Library and Information Science (MAS ALIS). Hanno proceduto seguendo gli standard ISADG e molto spesso hanno descritto i documenti individualmente. Marthe Porret ha continuato il suo inventario da dicembre 2011 e terminandolo di recente. Il piano di archiviazione è stato realizzato secondo la logica dell’autore.

In questo ricchissimo fondo si trovano le tracce più svariate della storia di più di 40 film diretti da Gisèle e Nag Ansorge. C’è anche la vita di molti festival internazionali, per non parlare della vita associativa del paese in termini di cinema poiché Nag Ansorge è attivamente coinvolto nella difesa del cinema d’animazione svizzero e del cinema svizzero in generale (Commission du Cinéma OFC, SuissImage, ASIFA, GSFA , Quickfilm, Film-Pool, Swiss Film Center, TSR, …).

I lavori visti ad Annecy sono stati restaurati dalla Cinémathèque suisse e dal laboratorio Omnimago in Germania, con il sostegno dell’associazione Memoriav. Le variazioni di colore, a volte visibili da uno scatto all’altro, sono state mantenute.

 

Fondata nel 1948, la Cinémathèque suisse conta oggi quasi 100 dipendenti, di cui 75 a tempo indeterminato. Si basa su tre sedi separate: Penthaz (Centro di ricerca e archiviazione), Zurigo (Forschungs- und Archivierungszentrum) e Losanna (Centro amministrativo e proiezioni). Oltre alla conservazione e al restauro delle sue collezioni, una delle sue missioni principali è quella di mettere in luce questo ricco patrimonio cinematografico.

Istituito a Penthaz (Vaud) dal 1992, il Centro di ricerca e archiviazione della Cinémathèque suisse ospita una delle più grandi collezioni mondiali di cinema. Film, locandine, sceneggiature, fotografie, macchine fotografiche… tanti oggetti che testimoniano la storia della Settima Arte. Progettato dallo studio di architettura EM2N, l’ampliamento dell’edificio iniziale, inaugurato nel 2019, comprende un’area museale, una sala di proiezione, aree di consultazione e locali sotterranei per la conservazione di collezioni analogiche e digitali.

Memoriav è stata co-fondata dalla Cinémathèque suisse nel 1995, e in 25 anni la sua attività ha riflettuto la struttura della produzione cinematografica svizzera, che, caratterizzata da un’elevata percentuale di opere su commissione: cinegiornali, documentari turistici o industriali. Un posto di rilievo è occupato dall’Animazione.

L’Immagine Ritrovata è un laboratorio altamente specializzato nel campo del restauro cinematografico. Nasce e si sviluppa grazie alle attività della Fondazione Cineteca di Bologna, con la quale collabora in strettissimo rapporto. E’ oggi un punto di riferimento a livello internazionale, per le metodologie sviluppate, per la costante opera di ricerca, per la vastità del raggio d’azione, nel restauro del patrimonio cinematografico mondiale. Gli strumenti di cui il laboratorio è dotato – attrezzature che coprono tutti i tipi di workflow, dal 4K al fotochimico – sono tecnologicamente all’avanguardia e pensati per poter intervenire su materiali filmici di ogni epoca cinematografica.

Il recente successo del lungometraggio “La mia vita da Zucchina” di Claude Barras (2016) ha ricordato come la Svizzera sia stata spesso celebrata in tutto il mondo per la qualità dei suoi artisti, in particolare nell’ambito dei cortometraggi: Georges Schwizgebel (i cui film, musicati in diretta dal figlio Louis, sono stati protagonisti di un suggestivo concerto al Musée-Chateau di Annecy), Claude Luyet, Robi Engler, Zoltán Horváth, Jonas Raeber, Isabelle Favez, Anja Kofmel, e i fratelli Samuel e Frédéric Guillaume, che qui conquistarono il pubblico con il lungometraggio “Max & Co” nel 2007 e di cui quest’anno abbiamo potuto ammirare il nuovo film “Sur le pont”, un viaggio in treno onirico e toccante, tra animazione e presa diretta, basato sulle testimonianze di alcuni malati terminali e pazienti sottoposti a cure palliative i quali, incarnati qui da “attori” ridefiniti al rotoscopio, si interrogano e dialogano sulle domande fondamentali di sempre: “chi siamo (stati)? dove andiamo? cosa c’è dopo?”

Il trailer di “Sur le pont”:

Questo articolo è stato inserito da:

Scopri di più da afNews

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading