afNews 18 Gennaio 2022 10:15

Cerimonia di diploma 2021 del CSC Animazione.

Venerdì 19 novembre 2021 si è svolta nella sala Cabiria del Cinema Massimo di Torino la cerimonia di diploma 2021 del Centro Sperimentale di Cinematografia, sezione Animazione. Presenti in sala le autorità della Regione Piemonte e della scuola. Oltre che molti degli ex allievi e i nostri eroi; i diplomati dell’anno del Lockdown.

La cerimonia non ha mancato della sua solita allegria. Ma il grande peso degli eventi legati alla pandemia: la chiusura della scuola, il dover fare lezione in DAD e il dover sviluppare, realizzare e finire un cortometraggio lavorando divisi, ognuno nel suo appartamento e senza mai potersi incontrare di persona ha influito molto sull’umore generale e, forse, anche su temi e atmosfere dei corti.

La stanchezza era facilmente avvertibile, sia nei professori che negli studenti. Ma nonostante ciò, questi sono riusciti a portare a termine i loro progetti ottenendo risultati lodevoli

A aprire la cerimonia è stata Marta Donzelli. Appena arrivata dalla capitale e da poco nominata Presidente del CSC di Roma. Entusiasta di poter finalmente conoscere e vedere la sezione di Torino, di cui aveva sentito sempre raccontare meraviglie.

 

Con lei sono ritornati anche quest’anno la Direttrice generale Monica Cipriani e Adriano De Santis.

I tre hanno fatto molti complimenti e raccontato dell’importanza della scuola di Torino, al centro di investimenti di cui avrebbero a breve discusso con Chiara Magri.

Dopo i complimenti dalla direzione romana, Chiara Magri legge un messaggio inviatole dall’Assessore alla cultura Vittoria Poggi. Che non ha potuto essere presente, ma non si è dimentica della scuola.

In questo messaggio viene rinnovato il sostegno della regione e si ricorda come il CSC sia un’accademia d’importanza nazionale che rientra in un gruppo d’instituzioni che stanno cambiando la società. Vengono fatti tanti complimenti agli studenti che, diplomatisi durante un periodo così difficile, dimostrano una tenacia ammirevole, indispensabile per potersi far strade nel loro settore.

La parola passa alla rappresentante della Fondazione CRT, Carlotta Salerno. Per lei questi diplomi sono un segno di speranza nel settore più colpito dal blocco. Sottolinea come l’animazione sia una forma di comunicazione importante perché non si perde nelle parole e mostra ricerca e capacità di veicolare contenuti e empatia. Spera di poter in futuro riconoscere i volti dei diplomati durante grandi eventi e poter dire che vengono dal CSC di Torino.

Andrea Giaime Alonge, vice rettore per la ricerca delle scienze umanistiche dell’università di Torino ricorda di essersi diplomato con il grande Gianni Rondolino, autore di “Storia del Cinema d’Animazione” uno dei più importanti libri di critica cinematografica dedicato all’animazione, scritto in un tempo dove a questa non si dava quasi importanza.

Il rapporto tra l’università e il Cinema è stretto e se il CSC ha potuto aprire una sede a Torino e diventare un’accademia d’eccellenza nazionale è stato perché ha trovato una tradizione produttiva antica e un terreno critico fertile, preparato dal suo antico professore.

Domenico De Gaetano , direttore del Museo del Cinema, ricorda la continua collaborazione tra il museo, il Cinema Massimo e la scuola. Augura tutto il bene ai diplomati e spera di poter vedere i loro futuri lavori al TFF.

Paolo Manera, direttore della Film Commission di Torino, ricorda come il rapporto tra loro e gli studenti sia cresciuto nel tempo. Parla di progetti passati e futuri, soprattutto mostra di tenere molto al progetto di lungometraggio animato che Donato Sansone sta portando avanti e di credere nelle potenzialità creative dello Studio Ibrido.

L’impegno che la Film Commission sta mettendo nel promuovere il cinema d’animazione d’autore è notevole, tanto che, tra il serio e il faceto, viene proposto il nome alternativo di National Film Board of Piemonte.

Prima di presentare i cortometraggi di diploma è stata mandata una selezione di film su commissione realizzati dalla scuola. Tutti lavori a forte tematiche sociali perché, come ricorda Chiara Magri, “I cartoni non cambieranno il mondo. Ma l’animazione può contribuire a sensibilizzare il messaggio.”

Gli studenti hanno più volte usato l’occasione del cortometraggio di diploma per parlare di argomenti importanti. Come il cortometraggio “Nana Bobò”, realizzato nel 2012, che trattava l’agghiacciante tema del rapimento e della prostituzione minorile usando metafore che, una volta capite, fanno rabbrividire.

Sergio Toffetti, ex preside della scuola, ma sempre felice di collaborare con loro, ricorda quando incominciarono a realizzare cortometraggi per enti pubblici. Tutto iniziò quando la Camera Di Commercio venne da loro a chiedere se gli allievi potessero realizzare qualcosa da poter usare per far conoscere eventi e luoghi locali. Alcuni dei cortometraggi furono molto apprezzati e vennero visti da migliaia di persone, perché trasmessi nel circuito video della metropolitana di Torino. Una collaborazione che gli piacerebbe si ripetesse.

Vengono invitti a parlare Laura Onofri di “Se non ora quando”, Adriana Spigoloni della Compagnia di San Paolo, Nicola Scarlatelli della Camera di Commercio di Torino e Domenico De Gaetano.

Laura Onofri ritiene che la loro sia stata una collaborazione molto fortunata. L’incontro con i giovani creativi le ha arricchite e questi hanno avuto la possibilità di riflettere sui temi cari all’organizzazione. L’obbiettivo era realizzare un video che parlasse dei ragazzi e fosse fatto da ragazzi. Sperano di poter tornare a collaborare col CSC in futuro.

Adriana Spigoloni ricorda la commissione che la Compagnia fece per la realizzazione di un corto che pubblicizzasse il Polo del Novecento. Un compito difficile, perché doveva rendere interessante un luogo pieno di archivi dedicato alla storia del secolo passato. Ma il corto fece il suo dovere e aiutò a svecchiarne l’immagine. Fa molti complimenti alla scuola e ricorda come questa sia tra quelle che più riescono a inserire i suoi studenti in ambienti lavorativi per cui hanno studiato, con un bel 90% di impiegati.

Nicola Scarlatelli ha tante cose da raccontare sulla collaborazione tra loro e la scuola. Iniziarono quando la Camera di Commercio pensò che avrebbero potuto usare parte dei soldi, che devono reinvestire nel territorio, per aiutare gli studenti a imparare come gestire una commissione di lavoro e produrre qualcosa che potesse dare lustro alle eccellenza della città. Ha seguito con molta serietà la collaborazione e visto con gioia come gli studenti siano stati in grado di realizzare cortometraggi che rientrassero nelle loro richieste.

Domenico De Gaetano racconta che la grande novità di quest’anno sono stati i progetti legati alla figura di Maria Adriana Prolo, fondatrice del Museo del Cinema. Figura quasi leggendaria della città che, per la sua grande passione di ricerca storica e divulgazione, loro vedono come guida spirituale.

La sua passione per il cinema la portarono a cercare materiali e collezionare gli oggetti di pre-cinema che oggi formano il nucleo storico del museo. Per ricordarne la figura sono stati commissionati due cortometraggi “Un Affaire de Cœur”, realizzato da Anita Cisi e Francesca Curaba. E “Ricordo di Maria Adriana Prolo” realizzato da Stefania Favaro e Ilaria Perino.

Questi cortometraggi molto brevi vengono considerati dei corti-pillola da mandare prima dei film e fanno parte di un progetto che prevede la realizzazione di almeno tre minuti di filmato per presentare ai visitatori del Museo le figure di Maria Adriana Prolo e di Alessandro Antonelli.

Vengono chiamati a parlare al pubblico Fulvio Gianaria delle OGR, Guido Curto direttore del Museo della reggia di Venaria e Paolo Manera della Film Commission.

 

Fulvio Gianaria racconta che per loro sia stato naturale chiedere al CSC di realizzare un cortometraggio sulle OGR perché, come già detto da chi l’ha preceduto, la scuola è un centro d’eccellenza.

Per rafforzare l’importanza del cinema per Torino narra un aneddoto. La prima proiezione in Italia fu fatta a Torino nel 1895, pochi mesi dopo la prima parigina. Lo stesso anno a Torino sono nate sia le OGR che la Lavazza. Davvero un anno importante per la città e per tutti.

Guido Curto racconta di come la reggia in passato abbia commissionato alla scuola tre simpatici cortometraggi sceneggiati da Vincenzo Cerami. I corti piacquero molto ai bambini (meno a alcuni critici che preferivano il rigore storico all’umorismo) e hanno ispirato anche pubblicazioni illustrate e merchandising. Essendo diventato da poco il direttore del museo della reggia di Venaria, lui non vuole prendersi un merito dei suoi predecessori. Ma ancora oggi i corti vengono apprezzati dai visitatori della reggia e il CSC ha diritto di merchandising sui personaggi. Lui ammette di aver amato quei cortometraggi fin dal primo momento.

Paolo Manera racconta delle loro prime collaborazioni fatte nel 2015. Fu un momento di passaggio molto importante e gli piace ricordarlo. L’animazione Italiana è realizzata per il 20% a Torino da oltre 500 lavoratori del settore. Parla di una co-produzione in corso in questi mesi tra Italia e Svezia per un film misto dal vivo e animazione e del fatto che sia uno studio di Torino a produrre la parte animata.

Passati gli ospiti tocca a Chiara Magri presentare finalmente i cortometraggi di diploma e i loro autori

Per loro della scuola è sempre una fortuna poter lavorare con degli studenti che vogliono impegnarsi e realizzare cortometraggi. Quelli del 2021 hanno dovuto superare uno scoglio molto più grande del solito, perché la realizzazione è stata fatta chiusi in casa e non a scuola.

Il primo cortometraggio è stato “L’occhio della balena” di Giorgia Bonora, Francina Ramos, Tess Tagliaferro e Lucia Schimmenti. È un cortometraggio a disegni animati ancora allo stato di Work In Progress, ma quasi completo, realizzato in un poetico bianco e nero con pochi altri colori. Delle quattro autrici, tre sono presenti e hanno la quarta, Francina Ramos, in collegamento video dall’Argentina.

La storia è ambientata in un villaggio di balenieri. Una bambina sente una connessione profonda con gli immensi cetacei e vorrebbe fermare la caccia degli adulti, ma suo padre deve partecipare per bisogno e il mare è in tempesta. La storia nasce da un sogno che una di loro ha fatto in cui guardava nel’occhio gigantesco di una balena sofferente. Decisa la storia, le quattro si sono impegnate a trovare uno stile artistico espressivo che rendesse l’energia di un disegno abbozzato, anche se in realtà aveva dietro una cura estrema. Sono contente del cortometraggio e promettono che verrà finito presto. Del resto le uniche cose da finire sono alcune scene che non erano state tratteggiate o colorate, ma l’animazione era già stata completata. Per le quattro l’unica nota dolente è averlo dovuto disegnare divise ognuna nella propria casa, è stato triste e solitario.

Chi scrive è sicuro che, una volta finito, questo corto poetico potrà girare per molti festival con ottimo successo.

Il secondo cortometraggio mostrato è stato : “Il granaio” di Adrianna Binaghi, Gabriele Bollassa, Irene Frizzera e Gaia Rizzi. Realizzato a disegni animati proponendo un’interessante unione tra uno stile rigido, tratto dalle miniature dei codici medievali, e uno decisamente più libero, contemporaneo e buffo. Racconta la storia di due eserciti i cui re decidono che devono farsi la guerra, ma senza saperlo vanno entrambi a chiedere aiuto e consiglio a una “santa” donna che vive in una chiesa abbandonata con la furba figlioletta, che subito fiuta l’affare (lo potete vedere qui).

Gli autori raccontano che seppure il corto sia una commedia, realizzarlo è stato una tragedia! L’idea iniziale era fare l’agiografia di varie sante medioevali. Idea poi degenerata senza ritegno, ma con molto divertimento sia di loro che di amici e compagni di scuola. Hanno lavorato dispersi tra le regioni d’Italia e sono molto orgogliosi di avercela fatta.

Il terzo cortometraggio proiettato è stato “Lucerna” di Emilia Gozzano, Luca Passafaro, Alessandra Quaroni, Alessandro Spedicato e Giorgia Ubaldi. Un interessante cortometraggio che unisce l’animazione 2D dei personaggi con un fondale 3D realizzato dipingendo in realtà virtuale con TiltBrush. È un cortometraggio intenso e dalle atmosfere inquietanti che racconta il viaggio di una ragazza in compagnia dell’spirito/ricordo della sorellina per i luoghi dove da piccole erano andate a giocare e questa era morta, cadendo in un lago ghiacciato. Un continuo scendere in un abisso di colpa e consapevolezza che sembra non avere vie di salvezza (lo potete vedere qui).

L’idea del cortometraggio era venuta dalla passione di una di loro per la pittura in VR, vedendo le cose interessanti che dipingeva (sassi) si chiesero se fosse possibile utilizzale attualmente in animazione. Così hanno iniziato a sperimentare e sono riusciti a fare la fusione grazie all’aiuto del programma “Unity”, che sta diventando sempre più la salvezza degli animatori non legati ai grandi studi grazie alla sua capacità di unire stili e formati diversi.

Lavorare divisi è stato durissimo, soprattutto nei primi due mesi, la distanza può generare situazioni molto difficili.

Il quarto cortometraggio proiettato è stato “Princess” di Lorenzo Bosi, Gabriele Scudiero, Alessandra Piras e Andrea Filippetti. Realizzato in animazione 3D usando uno stie comico che faceva l’occhiolino ai videogame anni ‘90. La storia racconta di una coppia che vive nel bosco. Un cacciatore, apparentemente senza scrupoli, e la sua compagna, cha ama imbalsamare animali (inventandosene anche di nuovi). L’arrivo in casa di un’adorabile gatta smarrita scatena un litigio tra i due, sull’ucciderla o no, che degenera a tal punto da richiamare malefiche forze oscure. Lo stile caricaturale e semplice aiuta tutta la storia a essere pervasa da un gustoso umorismo nero, demenziale e grottesco (lo potete vedere qui).

Gli autori hanno raccontato di essere stati il tormento del loro tutor perché tutti facevano tutto senza dividersi i compiti. Questo però gli ha permesso di affrontare con divertimento un momento difficile. Sono felici del risultato e considerano il periodo passato a realizzare il corto come strano, ma divertente nell’insieme. Il loro cortometraggio ha divertito tutta la sala.

Quinto e ultimo cortometraggio di diploma proiettato è stato “Underwater Love” di: Andrea Falzone, Veronica Martiradonna e M. Cristina Fiore. Realizzato a disegno animato su carta in uno stile davvero personale e sapientemente pasticciato. Il corto racconta di una ragazzina che passa attraverso diverse fasi di cambiamento fisico e mentale sperimentando nuove sensazioni sull’amore, sulla felicita e sul piacere. Lascia il suo mondo, costituito da una stanza chiusa, per entrare in un mondo sottomarino. Lì incontra un re anfibio che sembra essere come lei ed è subito un’esplosione di passione e emozioni intense e altalenanti. Tutto illustrato con corpi nudi in metamorfosi, accartocciamenti e trasformazioni che portano la protagonista a trovare e perdere, finendo col crescere (potete vedere il trailer qui).

Dei tre è presente soltanto M. Cristina Fiore e lei stessa non sa bene come descrivere il loro corto. Si tratta di un poema, di un viaggio emotivo o di altro? Di certo è un lavoro che li ha coinvolti molto! La giovane artista racconta di essere entrata nel gruppo a cortometraggio iniziato e si sente molto fortunata di averlo potuto fare. Andrea e Veronica si sono fidati di lei e le hanno permesso di entrare in un progetto sensibile a cui tenevano molto. Legge un testo che le ha inviato Veronica per l’occasione. È una commovente lettera in cui ringrazia i docenti per la carta bianca concessa e la mancanza di censure. Leggendolo, sia lei che il pubblico si commuovono un po’.

Dei cinque cortometraggi questo ha già fatto mostra di se in vari festival, compreso quello di Anncey 2021, dov’era entrato nella selezione dei “Corti di fine studio”.

Con questa si è chiusa la cerimonia di diploma del CSC di Torino 2021. Facciamo a tutti i diplomati i migliori auguri per il futuro, sperando di vedere altri cortometraggi realizzati da loro e di saperli al lavoro nel settore che amano.

Speriamo che gli allievi che si diplomeranno il prossimo anno non debbano lavorare divisi ognuno nella propria casa, ma possano farlo insieme.

Chi scrive pensa che i diplomati sino riusciti a produrre cortometraggi davvero interessanti e validi sia per storia che per animazione.

Certamente il fatto di lavorare a distanza e la particolarità della situazione mondiale ha creato enormi difficoltà e portato errori che lavorando fianco a fianco sarebbero stati notati più facilmente. Ma guardando all’intensità delle varie storie, che fossero comiche o tragiche, quella è riuscita a rimanere costante in tutti i lavori. Segno di questo periodo di forti tensione che gli autori hanno vissuto, come tutti noi.

Appuntamento al prossimo anno, con altri corti, con altri diplomati, sempre con grande animazione.

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