Come accennavo tempo fa alle giovani lettrici e ai giovani lettori, anche chi si occupa di cose belle come il fumetto rivolto alla gioventù, può incorrere in errori, o lasciar trasparire i lati meno belli di sé, si spera involontariamente. In quei casi occorre che chi legge sia in grado di cogliere che qualcosa non va e, se possibile, segnalarlo in modo che si possa correggere. Certo, qualcuno si offenderà, è possibile: non tutti sono capaci di trarre vantaggio da queste utili segnalazioni. Altri forse si inalbereranno, pur non essendo direttamente coinvolti, forse per qualche piccola coda di paglia, o chissà perché. Ma le persone sagge apprezzeranno e rifletteranno seriamente su questi avvisi, cogliendo la possibilità loro offerta di sistemare i propri piccoli o grandi difetti, se ci sono.
Stavolta, sempre nella sezione Blob, tocca a un errore di traduzione, trovato, addirittura (penso sia davvero una rarità), in una trasmissione della prestigiosa RAI. Si trattava della bella serie (francofona) Sulle orme di Tintin, per la precisione l’episodio 5 dedicato all’avventura Tintin in Tibet. Puoi vedere il tutto nel filmato qui di seguito (le scritte didascaliche le ho inserite io, non sono nei filmati originali).
A parte l’errore di traduzione, o nell’adattamento per il doppiaggio, nemmeno alla lettura ci si è resi conto che l’azione si svolge nelle Alpi e non a Moulinsart (in Belgio).
E’ davvero una piccola cosa, ovvio, che poteva sfuggire ai non lettori di Tintin, ma serve sempre a dimostrare che chi lavora può sbagliare, che nulla va preso per oro colato (nemmeno quello che scrivo io, tant’è che cerco e allego documentazione) e che le giovani menti è bene prestino attenzione e prendano l’abitudine a divertirsi pescando i blooper qua e là. Sarà così più facile per loro, crescendo, cogliere al volo errori ben più gravi e dannosi, promesse farlocche di politici e non politici, e altre cosucce del genere. Può far bene alla salute collettiva e individuale…
Buon divertimento, allora, e segnalami altro, se ti va.
Il volume che contiene l’avventura citata:
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La busta della lettera in questione:

A proposito di refusi stampati su carta esiste(va) un blog che li raccoglie(va) al quale ho partecipato anche io, elencando persino i refusi dai fumetti, comunicandoli infine alle case editrici.
Non voglio commettere spam linkando il blog perciò riferirò solo che il suddetto spazio lo si trova googlando “Refusi Refugium Peccatorum” ed è hostato sullo spazio di Altervista.
Mi è parso un progetto interessante. 🙂
Grazie! 🙂
No, grazie a voi per tutto il lavoro! 😛
http://refusi.altervista.org/
https://www.facebook.com/refusirefugiumpeccatorum/