Topolino impara a parlare
borsa Topolino di Marco Rota - photo Goria - clickIl 18 novembre del 1928 il cartone animato acquistò la voce e il primo eroe a parlare fu naturalmente Mickey Mouse, il popolare Topolino, protagonista di “Steamboat Willie” (Willie del vapore), terzo cortometraggio disneiano di una serie infinita iniziata appunto nel 1928. In quell’anno infatti Walt Disney realizzò - con l’apporto decisivo di Ub Iwerks - il primo cortometraggio di Topolino, “Plane crazy” (L’aereo folle), ispirato alla trasvolata atlantica di Lindbergh, e subito dopo “Gallopin’ Gaucho” (Un gaucho al galoppo), bonaria parodia dei film di Douglas Fairbanks. Passarono entrambi inosservati. Il successo arrivò invece con “Steamboat Willie”, una vicenda che ricordava le comiche di Buster Keaton. Il ritmo della storia, la vivacità del racconto, l’originalità del disegno, e anche la perfezione tecnica colpirono critica e pubblico. I giudizi furono tutti positivi, come quello del New York Times che scrisse: “E’ un lavoro geniale, ricco di umorismo. Ne vengono fuori ringhii, uggiolii, squittii e tanti altri divertenti rumori che ne arricchiscono l’effetto comico”. In realtà la Mickey tazza - photo Goria - clicklavorazione non fu semplice, e la sincronizzazione della parte sonora con l’azione che scorreva sullo schermo avvenne con il decisivo contributo di Carl Stalling, un musicista vecchio amico di Disney fin dai tempi degli esordi a Kansas City, che curò la colonna musicale, mentre lo stesso Disney prestò la sua voce a Topolino, Minnie e a un pappagallo che gridava: “Un uomo in mare, un uomo in mare”. Il buon esito di Steamboat Willie ripagò Walt Disney delle delusioni dei due primi tentativi, che vennero subito riproposti in versione sonora, ma soprattutto segnò l’inizio di un ininterrotto successo, nato dalla collaborazione fra Ub Iwerks, il disegnatore che sfornava ogni giorno una quantità prodigiosa di disegni, Carl Stalling, che accompagnava le avventure di Topolino con musiche piacevoli e orecchiabili, e lo stesso Disney che controllava i disegni di Iwerks e preparava le pellicole. Ma la collaborazione non sarebbe durata a lungo, perché all’inizio del 1930 Ub Iwerks - che intanto aveva disegnato le prime strisce del Topolino per i quotidiani - lasciò Disney per mettersi in proprio. Uno dei Topolino e Gigante - photo Goria - clickmotivi che affrettarono la rottura di un lungo rapporto di lavoro e di un’amicizia antica, fu nel 1929 la realizzazione di un cortometraggio suggerito a Disney da Stalling, “La danza degli scheletri”, uno scherzo macabro da commentare musicalmente con “La marcia dei nani”di Grieg. La lavorazione, con un Disney entusiasta e un Iwerks che tollerava sempre meno l’invadenza e il controllo dell’amico e datore di lavoro, fu punteggiata da contrasti che sfociarono nell’inevitabile divorzio. Ma ormai Disney s’era incamminato sulla strada dei grossi successi, e poteva proseguire da solo. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Domenica, 16/11/2008
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