Il romanzo di Corto Maltese
Gianni Brunoro - photo Goria - clickHugo Pratt è stato il massimo interprete del fumetto italiano, un autore degno di stare accanto ai più grandi disegnatori del mondo come Alex Raymond o Milton Caniff o, sul versante umoristico, come Carl Barks o Charles Schulz. Ma Pratt è stato anche l’inventore di quella forma di letteratura disegnata che ha avuto in Will Eisner il massimo esponente. La saga di Corto Maltese è in effetti un vero e proprio romanzo, in decine di puntate, con infiniti protagonisti, alcuni frutto della fantasia dell’autore e altri ricavati dalla storia e dalla cultura del Novecento come l’inquietante Rasputin o lo scrittore Jack London. Tutto il mondo di Corto Maltese e di Pratt ruota infatti intorno al Novecento, richiamato ed evocato attraverso i romanzi di grandi scrittori, da Stevenson a Conrad, a Melville che in pratica hanno fornito a Pratt e a Corto Maltese l’humus per crescere. Non ha per nulla torto, quindi, Gianni Brunoro – studioso e storico del fumetto - quando Sgt. Kirkcollega le radici del famoso marinaio alle letture, ai ricordi, alle suggestioni fornite a Pratt dai grandi romanzieri di fine Ottocento. Brunoro ha esposto questa tesi in un ampio e profondo saggio apparso a metà degli anni Ottanta, “Corto come un romanzo” adesso riproposto dalla Lizard Edizioni in una versione più completa, più ricca dal punto di vista iconografico e sempre utile e stimolante per entrare nell’universo immaginario e grafico di un autore unico e inarrivabile come Pratt. Tra il suo autore e il personaggio che l’ha reso celebre ci sono molti punti di contatto, a partire dalla nostalgia per Venezia, la magica città amata, sognata, persa, ritrovata, che Pratt e Corto ponevano in cima ai loro sogni di individui giramondo, cittadini del mondo. Nell’eterno vagabondare di Corto Maltese per mari e continenti si ritrova sempre quel desiderio di libertà, di nuove scoperte, di orizzonti sconfinati che ha caratterizzato l’intera esistenza di Pratt, che il disegnatore ha poi trasferito nelle vicende del suo eroe, facendone un personaggio credibile e umano, al di là delle inevitabili esagerazioni. Se in Corto Maltese Pratt ha spesso raccontato se stesso, i suoi sogni, le sue speranze, le sue delusioni, in altri personaggi disegnati nella sua carriera, molti dei quali ideati da Oesterheld, Pratt ha dato corpo a quel senso di giustizia, di libertà, di pacifismo che ha sempre ispirato la sua vita. Nel Sergente Kirk - un western un po’ fuori dai canoni tradizionali - o negli anonimi soldati del ciclo di Ernie Pike - storie di guerra contro la guerra - Pratt ha proposto sempre personaggi umani, mai violenti e spesso vittime incolpevoli. Anche in Corto Maltese, malgrado tutto, non c’è violenza, perché Pratt ha profondamente amato la pace, la fraternità, gli uomini in una visione forse utopica di quel mondo sognato dal suo celebre marinaio. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Mercoledì, 16/7/2008
© copyright afNews/Goria/Autore - https://www.afnews.info ISSN 1971-1824 - cod-Scaringi

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