Scaringi: Superman settant’anni dopo

Superman 1938Giugno 1938: sul numero 1 di Action Comics compare un nuovo eroe dei fumetti. Lo vediamo in copertina mentre, ancora in fasce, solleva come un fuscello una grossa automobile per scagliarla  chissà dove. Il nome lo scopriamo all’interno, insieme alle sue origini: si  chiama Superman, è stato adottato ancora bambino dai coniugi Kent che lo hanno raccolto in un rudimentale razzo giunto sulla Terra dal lontano pianeta Krypto, esploso nello spazio. Crescendo Superman scopre di avere poteri straordinari: può volare, ha una vista che perfora i metalli, sente un sussurro a chilometri di distanza, e non invecchia. Mette al servizio della giustizia le sue Superman 1998superqualità, e per celare la sua identità prende il nome di Clark Kent e lavora come giornalista. E’ buon amico di Lois Lane, una collega che vorrebbe sposarlo (ci riuscirà dopo molti anni), ma che è innamorata di Superman. Le sue avventure sono un successo che dura ormai da settant’anni, periodicamente rinnovato dai kolossal cinematografici e alimentato da altri eventi insoliti, come la sua morte e la successiva resurrezione. I suoi autori – Jerry Siegel e Joe Shuster – non si sono arricchiti perché ingenuamente ne cedettero i diritti per pochi dollari alla DC Comics. La prima storia è apparsa nel 1938, ma era dal 1933 che i due giovani autori giravano per editori, ricevendo sempre decisi rifiuti e collezionando pareri negativi sul loro personaggio, giudicato ridicolo, rozzo, affrettato, un esempio di immaturità. L’idea di Superman venne a Siegel leggendo un racconto di Philip Wylie, The Gladiator. Nel corso degli anni Superman – il capostipite di una Superman striscia anni trentaserie lunghissima di superori – ha vissuto infinite avventure, spesso emozianti, talvolta ripetitive, ma sempre divertenti e avvincenti. La sua origine forse affonda le radici nel folklore americano, nelle leggende di Paul Bunyan, il gigantesco boscaiolo che usava le montagne come sgabelli, o di Pecos Bill, il cow boy che cavalcava i tornado e prendeva al lazo gli uragani. Ma dietro l’esagerazione dell’essere invincibile, c’è forse solo la speranza di giocare una carta vincente, nella realtà e nell’immaginario.  Nella parabola di Superman c’è anche la storia dell’immigrato che sbarca in America in cerca di fortuna. In un certo senso la sua figura  è l’incarnazione del mito  americano, è la storia stessa degli Stati Uniti, nati, cresciuti, diventati potenti grazie alle continue iniezioni di linfa nuova, dai Padri Pellegrini del lontano Seicento alle continue ondate di immigrazione, dal primo Novecento a oggi. Molti immigrati, italiani compresi, hanno scalato i vertici della società, e purtroppo della criminalità. Ma questo non è il caso di Superman, eroe senza macchia, e vero simbolo dell’americano forte, generoso, giusto e forse anche umano. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Sabato, 31/5/2008
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