Scaringi: La difficile scelta fra testo e disegno

Bonelli Marcheselli Castelli elli elli - photo Goria - click to zoom in at FlickrIl dilemma ricorda un po' quello classico dell'uovo e della gallina, ma trasferito nel mondo delle nuvolette per scoprire se in una striscia o in una storia sia più importante il testo oppure il disegno. Se si sfoglia un albo, è chiaro che l'attenzione cade subito sulla grafica e solo in un secondo momento si sposta sul testo, e non solo perchè questo richiede un attimo di riflessione. E' sin troppo evidente che il successo di un fumetto, di un personaggio, di una serie dipende dal valore di entrambi gli elementi, seppure in percentuali diverse. Il testo, dal soggetto alla sceneggiatura, è senz'altro importante, ma non è sufficiente per fare un buon fumetto, perchè il disegno è egualmente importante, dato che una grafica modesta, con tavole mal costruite e con i personaggi privi di carattere e personalità, non potrà mai soddisfare il lettore, dato che l'occhio vuole la sua parte. Senza voler tentare divisioni arbitrarie e soggettive, si può comunque dire che al disegno va un buon 60 per cento del successo di una storia, percentuale che può anche crescere, ma può ridursi se il testo è firmato da autori che sono anche veri scrittori. Gli esempi non mancano, e la storia del fumetto italiano è fin troppo ricca di nomi celebri, sin dagli anni Trenta, con autori che vanno da Zavattini che prima di venir catturato dal cinema è stato un grande sceneggiatore, ai grandi autori degli anni seguenti, a cominciare da Giovanni Luigi Bonelli, cui si deve fra l'altro la nascita di Tex, per giungere al figlio Sergio che per molti anni si era nascosto dietro lo pseudonimo di Guido Nolitta, ma senza dimenticare altri nomi famosi come Guido Martina, autore di molte storie di Topolino e della parodia dell'Inferno dantesco con tutti i personaggi disneyani, o Andrea Lavezzolo, prolifico inventore negli anni Quaranta e seguenti di storie ed eroi del fumetto avventuroso. Anche adesso non mancano gli sceneggiatori di talento come Alfredo Castelli, Carlo Chendi, Tiziano Sclavi,  Moreno Burattini o Claudio Nizzi che ha raccolto l'eredità di papà Bonelli, e tanti altri che forse sarebbe troppo lungo citare. Tutti hanno avuto la fortuna di imbattersi in ottimi disegnatori come uGiancu premia Tiziano Sclavi - photo Goria - click to zoom in at FlickrGalleppini o Gallieno Ferri e tantissimi altri che hanno saputo fondere la carica emotiva dei testi  con i loro disegni, dando vita a un prodotto che non è esagerato definire perfetto. In questi casi l'incontro tra un autore di qualità e un bravo disegnatore ha fornito risultati di alto livello, costruendo racconti che ormai fanno parte della storia del fumetto italiano. Può anche accadere che il disegnatore e il soggettista siano la stessa persona (Pratt, Jacovitti, Crepax, e molti altri), e allora il risultato finale diventa ancora migliore. Ma può anche succedere che un autore completo, come lo sono molti vignettisti satirici, sia migliore come battutista che come disegnatore. Altan, per esempio, è inarrivabile a inventare dialoghi e battute pungenti e polemiche come quelli messi in bocca al metalmeccanico Cipputi o alle annoiate signore borghesi, mentre non è eccezionale il suo segno grafico, al di là dell'originale stile personale. In sostanza Altan è un autore che brilla soprattutto per le sue battute, a differenza invece di Forattini le cui vignette, sempre piene dei protagonisti del teatrino della politica, diventano più cattive e precise quando sono completate da didascalie o da dialoghi. A questo punto diventa difficile separare il peso del testo da quello del disegno, anche perchè al successo di un fumetto contribuiscono, seppure non in egual misura, entrambi gli elementi che come abbiamo visto sono sempre essenziali. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Domenica, 30/3/2008
© copyright afNews/Goria/Autore - https://www.afnews.info ISSN 1971-1824 - cod-Scaringi

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