Scaringi: Cocco Bill, mezzo secolo di risate western
CoccoBill - photo (c) Goria - click to zoom in at FlickrTra le decine di personaggi che Jacovitti ha disegnato nella sua lunga carriera, non c’è dubbio che Cocco Bill sia il più popolare, il più amato, quello meglio riuscito. Ma non ci piace dimenticare lo Jacovitti degli anni giovanili quando forse andando alla ricerca di una più chiara collocazione politica, realizzò storie oggi quasi dimenticate, con un sottofondo qualunquistico che si chiamavano L’onorevole Tarzan, Mandrago il mago o anche Battista l’ingenuo fascista. In tutte c’era sempre una chiara colorazione politica, ma senza sposarne le tesi più oltranziste, forse perché già allora il disegnatore aveva scelto di essere un estremista di centro, come si è sempre definito. In queste storie ci sono qua e là alcune originali intuizioni che avremmo ritrovato in tanti film neoralisti di De Sica e Zavattini, peraltro già autore e lettore di fumetti, e c’è anche quel simbolo cattocomunista che Forattini disegna spesso sulle bandiere di Prodi, la classica falce e martello con la Croce al posto del martello. Ma le storie sono dei piccoli capolavori di satira politica e di costume, con situazioni non insolite in quegli anni. Poi Jacovitti ha imboccato la via della comicità, dell’umorismo surreale o demenziale che ha raggiunto l’apice con il lungo ciclo di Cocco Bill, pubblcato dal marzo 1957 fino alla primavera del 1998 quando sul Giornalino apparve l’ultima storia postuma, pochi mesi dopo la morte del disegnatore, avvenuta il 3 dicembre del 1997 quasi contemporaneamente a quella della sua amata moglie, uccisa dal dolore. A questo duplice anniversario è dedicato il grosso volume Cocco Bill, mezzo secolo di risate western, edito da Stampa Alternativa e curato da Gianni Brunoro, che ci permette di tuffarci in una dimensione insolita dell’antico West, quella umoristica, ma anche realistica, che Jacovitti ha raffigurato con la precisione dell’appassionato del regno di Tex. Tutte le storie non sono mai superficiali, i personaggi sono ben scolpiti e le situazioni, al di là dello spirito demenziale dell’autore, sono sempre verosimili. Nel ciclo di Cocco Bill c’è sempre il piacere dello sberleffo, dell’ironia, della dissacrazione, tutte qualità tipiche di Jacovitti, un maestro del fumetto italiano, che forse non ha varcato i confini della provincia, ma con un livello pari a quello dei grandi autori mondiali. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Giovedì, 6/12/2007
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