Scaringi: I vent’anni di quei brutti cosi gialli
Simpson FamilyNegli anni Trenta, in piena epoca d’oro del fumetto americano, si avvertiva negli Stati Uniti il soffio inquietante dei primi venti di guerra che qualche tempo dopo si sarebbero trasformati nel tornado che ha devastato il pianeta negli anni Quaranta. Quasi inconsciamente gli autori di fumetti, e di fantascienza, hanno identificato nel giallo il colore del pericolo: ecco allora la Terra minacciata da bellicosi cinesi o scatenati mongoli,cui in qualche modo si sono ispirati i disegnatori di Buck Rogers e di Flash Gordon, immaginando una Terra occupata dai mongoli nel 2429, esattamente mezzo millennio dopo la pubblicazione della storia, oppure un universo galattico dominato dall’imperatore Ming, signore di Mongo e dei mondi vicini. Contro costoro giunsero dalla Terra Flash Gordon, Dale Arden e Zarkov, eccentrico scienziato. Tutti questi individui gialli erano solo l’avvisaglia di quello che sarebbe avvenuto in seguito. Mezzo secolo dopo (Gordon è del 1934) il giallo sarebbe tornato alla ribalta, in un ciclo di fumetti e di cartoni animati che sembra anticipare l’invasione di tonnellate di prodotti cinesi e asiatici in genere, che in questi anni minacciano l’economia e i mercati occidentali. In questi giorni infatti si festeggiano i vent’anni dei Simpson che sembrano dominare la scena mondiale, con la puntata numero 400 della serie televisiva e l’uscita del primo lungometraggio, prevista in Italia a metà settembre. L’attesa è già grande fra gli appassionati, che ammontano a svariate decine di milioni in tutto il mondo. Ma chi sono i Simpson, portati al successo da due decenni da Matt Groening, un geniale disegnatore che ha trasformato questa famiglia nel ritratto deformante e dissacrante della società americana, e occidentale in genere? Sinceramente non riusciamo ancora a capire come un lettore di fumetti, ovviamente amante delle belle immagini, possa andare in visibilio per quei cinque “brutti cosi gialli” che compongono la famiglia Simpson. Sono brutti, sfacciati, arrabbiati e a prima vista non suscitano certo simpatia. Solitamente il lettore è portato a identificarsi con il protagonista del fumetto o del romanzo preferito. Ma chi ha il coraggio di riversare in se stesso pregi e difetti del protagonista? Eppure i Simpson piacciono, quasi esclusivamente per la sulfurea carica dissacratoria che esce dai loro fumetti. Come tutti gli eroi di carta, in vent’anni non sono cresciuti: Homer, il buffo protagonista, ha sempre 36 anni e lavora ancora, malgrado la sua palese incapacità, come responsabile della sicurezza di una centrale nucleare. Pesa 140 chili ed è contento della sua stazza. La moglie Marge ha 34 anni, calza scarpe numero 47, mezzo chilo di capelli le ballano sulla testa, fa la casalinga e deve trattare spesso con i figli, che hanno un’età a cavallo dei vent’anni. Il più grande è Bart, sfacciato, ignorante, indisponente. Lisa è la tipica prima della classe, brava ma in fondo scialba, mentre la sua sorella minore, Maggie, è una piccola peste che non risparma battute a nessuno. Come faccia una famiglia simile a vivere felice e contenta, è un mistero. Ma forse è un mistero più grosso, capire come milioni di spettatori si appassionino a storie così aspre e feroci. L’antiamericanismo che soffia sul mondo ha forse colpito anche i Simpson? [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Sabato, 12/5/2007
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