L’ultima avventura di Tex occupa gli albi di febbraioe marzo della collana mensile ed è ambientata fra le nevi del Canada. La storia, scritta da Mauro Bosellie disegnata da Miguel Angel Repetto in un perfetto stile western degli anni d’oro, offre la consueta manciata di intrighi, sparatorie, uccisioni e complotti orditi da un boss locale che usa spregiudicatamente una banda di fuorilegge prezzolati. Ma non è tanto la vicenda nel suo complesso che vogliamo sottolineare, quanto le poche tavole in cui un tribunale raccogliticcio, riunito nel saloon di Caribou,lassù nel Klondike, giudica e condannaun povero eschimese accusato ingiustamente di aver ucciso una Giubba Rossa. Sono poche vignette che richiamano alla memoria un altro giudice dell’universo western immortalato da Sergio Bonelliin pochi albi negli anni Sessanta. Si tratta del giudice Roy Bean, uno dei tanti avventurieri che nel vecchio West inseguivano la fortuna e che era, secondoSergio Bonelli, “un miscuglio di tragedia e di comicità grottesca” per il suo modo di amministrare la giustizia “a ovest del Pecos”. Giudice di pace, eletto nella contea di quel villaggio del Texas il 2 agosto del 1882, Roy Bean aveva trasformato il saloon nell’aula del tribunale: il bancone del bar era il suo scranno e gli imputati, in caso di condanna, venivano rinchiusi nel retrobottega. Restò in carica fino al 1903, quando morì e cominciò subito la sua leggenda. Totalmente a digiuno della legge, assolveva e condannava facendosi guidare un po’ dall’istinto e molto dalbuonsenso, e soprattutto a differenza di tanti suoi colleghi non emise mai una sentenza capitale. Morì nel marzo del 1903, pochi mesi prima che l’attrice Lily Langtry giungesse nel Texas per incontrarlo, dopo un amore platonico durato almeno una ventina di anni. Il giudice infatti si era invaghito dell’attrice dopo averla vista in fotografia: le scrisse, diede il nome di Langtry a un villaggio lì vicino, le dedicò anche il suo saloon che assunse il poetico nome di Jersey Lily (ovvero il Giglio di Jersey, dall’isoletta inglese dove l’attrice era nata), ma dove si continuavano a servire quegli intrugli alcolici che il giudice preparava personalmente. Un simile personaggio ispirò anche il mondo di Hollywood e nel 1940 il regista William Wyler lo inserì nel film “L’uomo del West”, un forte affresco dell’epopea western con Gary Cooper nel ruolo di un giovane onesto, buono e generoso e Walter Brennan (peraltro premiato con l’Oscar) in quello del giudice. Anche Sergio Bonelli ne restò affascinato e nel 1959 sceneggiò alcune storie dedicate alle imprese di questo singolare personaggio. Il fumetto, con i disegni di Sergio Tarquinio, sarebbe però apparso solo nel 1963 perché Bonelli non si sentiva ancora completamente padrone del mestiere, forse “bloccato” dal confronto con il suo grande padre, tanto che per non screditarne ilnome avrebbe a lungo usato lo pseudonimo di Guido Nolitta. Il taglio di questi racconti oscilla fra il realismo e il grottesco, con il lato comico che prevale su quello drammatico. “Forse in Bean- ha ricordato una volta l’editore – la comicità mi prese la mano, e così mi trovai un po’ nei pasticci, tanto da chiedere a Bonelli padre di scrivere il quinto e ultimo episodio di questa serie fin troppo breve ma gradita ai lettori”. [Carlo Scaringi]
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