Scaringi: Dante a strisce
Guido MartinaL’esempio più famoso risale a oltre mezzo secolo fa, al 1949 per l’esattezza, quando il professor Guido Martina che aveva abbandonato la cattedra per trasformarsi in un brillante sceneggiatore di Topolino, e Angelo Bioletto (che a metà degli Inferno di Topolino by Martina e Biolettoanni Trenta aveva avuto un momento di gloria per aver disegnato le famose figurine Perugina, compreso quell’introvabile Feroce Saladino che mandò in tilt milioni di collezionisti ammaliati dal miraggio di vincere una vera Topolino a quattro ruote) realizzarono l’"Inferno di Topolino", primo, riuscito esempio di parodia disneiana, che con strofette in rima e nuvolette sparse ripercorre, insieme agli eroi disneiani, l’itinerario di Dante e Virgilio agli inferi. Quella fu forse la prima volta che il sommo poeta comparve nei fumetti in una dimensione chiaramente ironica e dissacrante, anche se un paio di anni prima Jacovitti aveva cominciato a disegnare una sua Dante by Marcello Toninelli > zoom inpersonalissima e graffiante versione del poema dantesco, in una storia rimasta incompiuta per il fallimento di "Belzebù", come con nome quanto mai appropriato si chiamava il settimanale romano che aveva cominciato a ospitarla. Il poema di Jacovitti si intitolava "La rovina in commedia" ed era, come precisava il sottotitolo, un cineromanzo Il Feroce Saladino di Angelo Bioletto > Perugina"grottesco satirico e dantesco". La guerra era appena finita e Jacovitti nelle sue storie si scagliava contro tutti i malanni dell’epoca, con una rabbia già allora anarcoide che col passar degli anni si sarebbe stemperata nell’umorismo demenziale di Cocco Bill e ricca compagnia. Nel corso di questi decenni Dante il suo capolavoro hanno fatto diverse apparizioni, tutt’altro che fuggevoli, in numerose storie, non solo italiane ma anche straniere, per esempio in un ciclo di manga giapponesi realizzato con incisivi disegni da Kiyhioshi "Go" Nagai. Se il mondo del giallo secondo una moda recente si è impadronito del poeta fiorentino per trasformarlo in un singolare detective nei romanzi di Giulio Leoni, quello del fumetto umoristico ha saccheggiato a Dante by Go Nagai > Guito Tiberga La Stampapiene mani strofe e personaggi della Divina Commedia, riproponendo il capolavoro dantesco in versioni decisamente comiche ma non irriverenti. Negli anni Cinquanta ci hanno provato per l’editore Bianconi lo sceneggiatore Attilio Mazzanti e il disegnatore Giulio Chierchini con le storielle di Geppo il buon diavolo, protagonista di divertenti vicende in parte riproposte dalle Edizioni If nell’albo "Geppo, una vita d’inferno". E ci hanno provato soprattutto gli autori disneiani con parodie ben riuscite seppure inferiori al modello Geppo > zoom inoriginale di Martina e Bioletto: ecco quindi una nuova versione, negli anni Ottanta, dell’Inferno sceneggiata da Massimo Marconi e disegnata da Chierchini, e altre parodie realizzate da Giovan Battista Carpi, spesso ancora su testi di Martina, come "Paolino Pocatesta e la bella Franceschina" con ovvio riferimento alla storia di Paolo e Francesca, oppure "Messer Papero e il ghibellin fuggiasco". Sempre in chiave parodistica c’è la lunga serie che Marcello Toninelli (toscano come il poeta, ma di Siena) ha dedicato all’universo dantesco, mentre in una chiave più seria sono le apparizioni di Dante in alcuni fumetti bonelliani, da Martin Mystère a Nathan Never, o nella serie di Lazarus Ledd di Ade Capone. Non mancano, infine, le versioni biografiche o storiche (per esempio sul "Giornalino" o nella Storia d’Italia di Biagi) che tuttavia hanno il difetto di scivolare nel didascalico, quasi una copia ben disegnata dei tanto noiosi testi scolastici. [Carlo Scaringi]


Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Domenica, 27/3/2005
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