Scaringi: Nick Raider quota duecento
Nick RaiderInizia  a colori il nuovo anno per le edizioni Bonelli: l’11 gennaio, infatti, uscirà l’albo numero 200 di Nick Raider, sceneggiato da Claudio Nizzi e disegnato da Luigi Siniscalchi. Si intitola “Progetto Dakota” e si apre con un brutto colpo messo a segno dalla mafia: il rapimento di Violet, la giornalista amica di Nick. Per salvarla, il poliziotto si troverà costretto a scontrarsi drammaticamente con  una criminalità sempre più agguerrita. Il primo numero della serie uscì nel giugno del l988, giusto quarant’anni dopo “La pattuglia dei senzapaura”, un ciclo a strisce scritto da “papà” Bonelli, primo e isolato esempio di una storia gialla all’interno di una casa editrice… nata nel West. Con l’albo numero 200 Nick Raider raggiunge altri due celebri eroi usciti dalla fucina di Bonelli, Martin Mystère e Dylan Dog, nati entrambi negli anni Ottanta quando il futuro del fumetto era colorato di rosa. Restano invece lontanissimi, in questa speciale classifica dei “centenari”, Tex, Zagor e Mister No che in questi decenni hanno proposto, sia pure fra alti e bassi, straordinari Violet McGrawviaggi in universi lontani nel tempo e nello spazio, dal West ottocentesco all’Amazzonia di mezzo secolo fa, scenari fantastici per vicende concretamente realistiche. Il realismo c’è anche nelle avventure di Martin Mystère e Dylan Dog che guardano spesso a fatti e misfatti del nostro tempo con l’occhio disincantato di chi è abituato a trafficare con misteri del passato e con inquietanti incubi del presente. Eguale realismo, ma in una dimensione differente, c’è anche in Nick Raider, che è non solo un fumetto giallo apparso in un mondo a lungo tinto di nero (Diabolik, Kriminal, ecc.), ma soprattutto un riuscito esempio di storie poliziesche che narrano con efficace verità quello che accade in una moderna metropoli come New York, palcoscenico quasi immutabile delle indagini di Nick Raider. Questo poliziotto che assomiglia a un divo del cinema, che viaggia in fuoriserie, duro quanto basta ma anche umano, non è forse del tutto originale nell’universo del poliziesco, perché sia i libri che il cinema e la televisione ne hanno già fornito numerosi esempi. I suoi “padri” possono essere, in egual misura, sia lo Steve Carrella dell’87° Distretto che gli Starsky & Hutch di infiniti telefilm (e ora anche di un film), perché è facile ritrovare nel suo comportamento e in quello dei suoi colleghi della squadra omicidi (dai superiori scocciatori e spesso insopportabili ai compagni di indagini, come il nero Nick Raider 1Marvin Brown, che è più di una vera “spalla”) elementi e situazioni che li ricordano. Ma nelle mani di Claudio Nizzi (che lo ha ideato e continua a sceneggiarlo) e in quelle dei tanti altri soggettisti di qualità, da Tito Faraci a Gino D’Antonio, ad Alfredo Nogara dietro cui si cela lo scrittore Alberto Ongaro, Nick Raider e l’intera serie sono diventati uno specchio fedele della drammatica realtà dei nostri giorni. Quasi tutte le storie sono ambientate negli Stati Uniti (ma Nick è stato anche in Italia, per combattere la mafia)  forse per rendere più spettacolari inseguimenti e sparatorie, ma la criminalità che in questa collana viene proposta (e combattuta) non è in fondo molto diversa da quella che esiste in altri Paesi, Italia compresa. Infine va sottolineato l’ottimo livello artistico di tutte le storie, affidate spesso ad alcuni fra i migliori disegnatori italiani (e non), da Ivo Milazzo a Rodolfo Torti, da Gustavo Trigo a Bruno Brindisi, da Renato Polese a Sergio Toppi e tanti altri che ne seguono con indubbia professionalità le orme. Per essere un fumetto popolare, di quelli che nel passato venivano ignorati (sottovalutati, soprattutto) dalla critica, bisogna dire che Nick Raider si è conquistato un posto importante ai vertici del fumetto italiano, anche per la credibilità delle storie e la validità dei disegni. [Carlo Scaringi]

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Giovedì, 9/12/2004
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