venerdì 15 gennaio 2010

Chi riconosce i protagonisti di questa foto?

Assemblea AIAC 1981 di afnews - click per ingrandireQuasi un piccolo quiz di storia del fumetto, quello di oggi. Nella foto che vi presentiamo, pubblicata nel lontano 1980 sulla rivista storica WOW, Alberto Ronchi immortalava una fase dell’assemblea dell'AIAC (Associazione Internazionale degli Autori di Comics e di cartoons), che arrivava al suo secondo anno di vita. Hugo Pratt lasciva la presidenza per cederla a Guillermo Mordillo, mentre alla vice presidenza veniva acclamata, battendo persino Claude Moliterni, la premiata fumettista e illustratrice Cinzia Ghigliano, che avrebbe così accolto il fardello che comportava la riqualificazione dell’associazione stessa (laddove il nuovo presidente veniva salutato con la speranza che l’incarico non fosse più soltanto una carica onoraria, ma finalmente operativa). Sulla destra vedete quindi Cinzia mentre si appresta a salire sul palco. Ma chi sono le altre persone? E, soprattutto, chi riconosce la giovinetta a fianco di Cinzia? Buon divertimento.

Etichette: ,


martedì 12 gennaio 2010

Quando è arrivato il Manga in Europa? Di chi fu la colpa?

Alfredo CastelliIl 12 gennaio 2005 su afNews usciva la versione italiana di un articolo del nostro corrispondente Didier Pasamonik. Si trattava di una 37858172intervista ad Alfredo Castelli, nella quale il noto sceneggiatore (e ricercatore del fumetto) confermava le sue “responsabilità” circa la ”pericolosa” diffusione del fumetto giapponese in Europa. Il buon Alfredo, incalzato da Didier, confessa e cita date e dati, che potete trovare integralmente facendo click qui. Oggi, a cinque anni di  distanza, siamo in grado di fornirne altri, di dati, e di correggere 37858202anche qualche data. Ecco allora che sulla storica rivista Phenix (che abbiamo recentemente Canalblog_Livres_Sumo_Budo_Magazine_Cover02citato su afNews in occasione della notizia della scomparsa di Pierre Couperie), nel numero 21 del 1972 (qui accanto – click la copertina per ingrandirla), appare quello che (forse) è il primo articolo sul fumetto giapponese in una rivista di fumetti francese (click qui per i dettagli).  Ecco ancora che il primo manga tradotto e pubblicato in Europa (in francese, La Storia di Shinsaburo: BuShiDô MuZanDen –  Canalblog_Livres_Budo_Magazine_Manga01RetsuGanKi di Hiroshi Hirata, del 1968) appare sulla rivista di arti marziali Budo nell’ottobre 1969 (click qui per i dettagli), ben nove anni prima 35284660dell’uscita del trimestrale Le Cri qui tue, prima rivista di manga in francese, il cui primo numero è del giugno 1978 (erroneamente indicato come 1979 da Castelli nell’intervista citata), edito, in  Svizzera, da Atoss Motoistshi Takemoto e stampato da Ambert a Chivasso, in Italia (click qui per i dettagli su questa faccenda). Le Cri qui tue presentò  una quantità di autori giapponesi e di 35284876stili diversi, e sulla copertina del numero 3 c’era anche un’ospite imprevedibile per 35284991 una rivista sottotitolata  “fumetti dell’estremo Oriente”: Mafalda di Quino. Non vi resta ora che seguire tutti i link di questo articolo e partire per un avventuroso viaggio nella storia del fumetto. Buon divertimento.

The (partial) history of Manga in Europe: click the links and the images to learn more.

Etichette: ,


venerdì 8 gennaio 2010

La Storia del Fumetto ha radici da conservare

bdfn I pionieri sono importanti, per la civiltà che seguirà. Meritano rispetto e ricordo. Gente come Claude Moliterni e Pierre Couperie, compagni d’avventura morti a distanza di un anno, a 76 anni il primo (ancora in piena attività e pieno di idee e progetti), a 79 il secondo (solo nella sua casa di Parigi), hanno rappresentato molto per il mondo del fumetto. Se si leggono le sintetiche biografie dei due grandi esperti citati, si scopre che hanno dato il via a cose allora inaudite e che oggi, stoltamente, si danno per scontate. Non è scontato che si studi la letteratura disegnata come se fosse una cosa seria. Non è scontato che la si esponga nei musei. Non è scontato che si scrivano opere su di essa, la sua storia, la sua natura. Nulla di ciò arriva per miracolo, da un etereo cielo invisibile e impalpabile: Figuration-narrativesono gli esseri umani in carne e ossa che fanno queste cose. E’ grazie a donne e uomini reali che noi oggi abbiamo quello che abbiamo e possiamo guardare avanti. Persone che dovremmo scrivere in un imperituro albo d’oro. Sono le nostre radici. La prima mostra sul fumetto in un Museo: così viene ancora ricordata la famosa mostra Bande Dessinée et Figuraton Narrative, tenutasi nel Musée des Art Decoratifs – Palais du Louvre nel 1967. Fu roba loro. Avevano costituito la Società Civile di Studi e Ricerche sulle Letterature Disegnate (SOCERLID) nel 1964. Nel 1966 avevano fondato la rivista Phenix. Molti di voi che ci leggete, probabilmente non erano nemmeno nati quando, nel vuoto e senza rete, nei primi anni sessanta si muovevano i primi passi in questa direzione. Le immagini che vedete a commento History of comic strip  couperie hornedi questo articolo (il manifesto della mostra del 1967, il catalogo francese, il libro americano che se ne ricavò), non sono semplici da trovare, sepolte, anche in rete, in un passato cui non si è troppo attenti. Gli autori di fumetti (anch’essi, un tempo, ignorati, a differenza delle loro opere) lasciano tracce più visibili con le loro opere. Ma chi (in Francia, come in questo caso, e in Italia, negli USA, nel mondo), con la propria passione e con un impegno incredibile, ha colto cose che agli altri sfuggivano, ha aperto la strada al riconoscimento delle Opere e degli Autori, ha contribuito a farli uscire dall’anonimato, ha dato una Storia al fumetto, può sparire nel nulla. Il ricordo può andare perso nel tempo, come lacrime nella pioggia. Noi, oggi, siamo qui a ricordarne qualcuno, cui siamo riconoscenti, e a rilanciarne il ricordo (e la lezione) a nuove generazioni di appassionati del Segno che Racconta Storie, per andare avanti con radici salde e presenti.

Etichette:


martedì 5 gennaio 2010

La Stampa: la storia si impara meglio a fumetti

Geschichte in Sequenzen “Meglio che sui libri, la storia si può imparare a scuola leggendo i fumetti, ad esempio quelli che narrano le vicende di Asterix. A sostenerlo è lo storico Renè Mounajed, che ha condotto un vasto studio sui metodi di insegnamento della disciplina che da sempre viene considerata una maestra di vita. Nel suo libro dal titolo “La storia in sequenza - Impiego dei fumetti di storia nell’insegnamento scolastico”, Mounajed sostiene…” Articolo completo: click qui. Qui accanto la copertina del libro citato nell’articolo de La Stampa.

Etichette: ,


sabato 26 dicembre 2009

Da Salomone a Posapiano, da De Maria a Bonvi

posapiano su Cucciolo“Capitano, lo possiamo torturare?” - “Ma cosa vuoi torturare… Porta pasiensa!” Il dicembrino Guido De Maria è uno di quei geniacci che “facevano Carosello”, quando la pubblicità era a cartoni animati, e ci si poteva persino divertire. Nel blog a lui dedicato, in questi giorni è apparso, oltre al video di Salomone, pirata pacioccone, anche il fumetto ispirato a questi suoi personaggi, rivisitati neintepopodimenoche dal grande Bonvi. Ecco allora, su Cucciolo, le avventure del Capitan Posapiano. Se avete una certa età, tutto ciò vi farà ripiombare in quegli anni che, oggi, non possono che sembrare felici. Magari così felici, poi, non erano, ma forse un po’ ingenui sì. Facendo click qui potrete leggervi l’articolo completo, vedere le immagini e godervi il piccolo Carosello dell’Amarena Fabbri.

Etichette:


giovedì 12 novembre 2009

Scoop: Braccio di Ferro si chiamava Schiffìo?!

CineComico 52 Riceviamo dal GAF: “E' per lo meno singolare che un "giornalino" a fumetti uscito oltre settant'anni fa, e noto solo ai più incalliti collezionisti, susciti del "rumore" in rete. Così però è stato per "Cine Comico", il settimanale della SAEV che nel 1935 lanciò in Italia Popeye di Elzie C. Segar, il nostro Braccio di Ferro. Il piccolo scoop, riportato nei blog di Luca Boschi e Leonardo Gori rimbalzato qua e là, riguarda proprio il nome del personaggio, che avrebbe dovuto chiamarsi... Schiffìo. Proprio come diceva Franco a Ciccio: "Qui a schiffìo finisce...". Per fortuna non fu così: Popeye restò col suo nome originale finché non cadde in braccio a Mondadori, mentre quel buffo nome passò per poco tempo a Wimpy - Poldo Sbaffini. Questa e altre gustose notizie, insieme alla prima scheda completa del settimanale "Bombolo - Cine Comico", appaiono sul nuovo numero del "Notiziario GAF", il periodico cartaceo riservato ai soci del GAF, appunto [www.fumetti.org/gaf/] ovvero il fiorentino Gruppo Amici del Fumetto che da tanti anni si occupa del patrimonio cartaceo a fumetti, cercando di recuperare dall'oblio testate per lo più sconosciute o dimenticate.”

Etichette: ,


venerdì 6 novembre 2009

Smolderen: Nascite del Fumetto – ecco la vera Storia

naissancesBD-big Tocca ora a Thierry Smolderen, famoso e grande esperto (sceneggiatore e teorico del fumetto, professore alla École Européenne Supérieure de l’Image, autore di saggi, uno dei miglior specialisti attuali di Storia del Fumetto) dire una parola autorevole e basata sulle più recenti ricerche storiche sul tema della Nascita (anzi, delle molte nascite) del Fumetto (moderno). Pubblicato da Les Impressions Nouvelles è infatti in uscita, il 20 novembre 2009, il prezioso saggio Naissances de la Bande Dessinée, nel quale il professor Smolderen esamina e presenta documenti storici che rendono l’idea della ricchezza dell’immagine narrante in Gran Bretagna, Francia, Germania e Stati Uniti, a partire da William Hogarth, grande precursore del diciottesimo secolo. Per gli esperti più aggiornati questa sarà forse solo una “sistematizzazione” del corpus complessivo di conoscenze sull’argomento, ma per i lettori in genere (e per molti autori) il saggio può essere davvero rivelatore e offrire notevoli sorprese. Click qui per acquistarlo on line. Click qui per saperne di più. Ci sarà una versione in italiano? Per ora non ne abbiamo notizia, ma dopo questo lancio su afNews non dubitiamo che alcuni editori, attenti alla questione, faranno click qui… Il video qui di seguito lo presenta con immagini e con le parole dell’autore.



Thierry Smolderen présente : NAISSANCES DE LA BANDE DESSINÉE
di thqds1

The Many Births of Comics, From William Hogarth to Winsor McCay, by Thierry Smolderen. This very richly coffee-table book proposes a totally new vision of the origins of the comics genre and its first developments. It is not in 1896, in the US newspapers, that the genre has emerged, as some historians still believe. Nor did comics start their life with the Bayeux tapestry of the Lascaux cave paintings. Thierry Smolderen demonstrates very clearly that the roots of today’s comics can be found in the 18th Century, more particulary in the engravings series by William Hogarth, which are definitely the forerunners of our contemporary graphic novels. But Smolderen rediscovers also the many comics traditions of the 19th Century, with many unpublished documents on Töpffer, Busch, Cruikshank, Cham, Outcault, Opper, Dirks and many others, including the masterworks created by Winsor McCay…” Full article: click here.

Etichette: , ,


domenica 25 ottobre 2009

Ritrovato un inedito di Giovanni Gandini
"Ritrovato un inedito di Giovanni Gandini, l'uomo che sdoganò i balloons. Ci avevano detto e ripetuto che i fumetti erano fatti per i somari, che rendevano stupidi chi li leggeva. E invece ecco lì la dimostrazione del contrario: il fumetto era arte, era cultura, era satira, era roba molto stimolante per il cervello. Ce la tiravamo da matti noi che leggevamo Linus». Michele Serra scopre la rivista fondata da Giovanni Gandini al liceo, nel 1968. Uscita tre..." Articolo completo su La Stampa: click qui. Il comunicato stampa che, a suo tempo, annunciava l'acquisizione del Fondo: click qui.

Etichette:


sabato 17 ottobre 2009

Video: Putain de guerre!
Ne parlammo a suo tempo, del fumetto di Tardi sulla orrida prima guerra mondiale. In questo video, proposto dalle edizioni Casterman, un assaggio dell'incontro con l'autore, in occasione del DVD sull'albo e sulla Storia. Buona visione.

"Rencontre avec l'auteur, à l'occasion du DVD qu'il a réalisé et qui clôt son œuvre sur la guerre, à l'heure où l'on vient de commémorer le 90e anniversaire de la fin de la Grande Guerre..." Full: click here.

Etichette: ,


mercoledì 7 ottobre 2009

Boy Scout emerge dal lontano 1947
Ci scrive Marco Ficarra (autore di Stalag XB per Becco Giallo), che ringraziamo, per segnalarci una "scoperta" relativa alla storia del fumetto del primo dopoguerra. Si tratta della serie Il Boy Scout del 1947 ("un giornale a fumetti che pubblicava un mio zio", zio citato proprio su Stalag XB, del quale abbiamo recentemente parlato su afNews). Potete leggere l'articolo in questione facendo click qui. Info: www.ramdesign.it - www.ramhotel.com - marcoficarra.wordpress.com.

Etichette:


mercoledì 30 settembre 2009

La terribile storia di José Cabrero Arnal, autore per bambini
José Cabrero Arnal è l'autore sotto i riflettori del numero attuale di Période Rouge (click qui per averlo, gratis). E' stato uno di quei fumettisti che hanno allietato generazioni di bambini (e non solo) con fumetti di animali antropomorfi. Nato cento anni fa (il 7 settembre 1909 a Barcellona), il disegnatore di animaletti simpatici per bambini aveva alle spalle una storia di orrore durata anni. Il 26 gennaio 1939 le truppe franchiste entrano a Barcellona dopo tre anni di guerra civile (e 900.000 morti). Il 27 febbraio i governi francese e britannico riconoscono il nuovo governo del dittatore Franco, sostenuto da Hitler e Mussolini, e i repubblicani come Arnal, dopo aver già visto ogni orrore possibile, si cercano rifugio in Francia. 500.000 spagnoli, civili e militari, passano la frontiera e chi non riesce a fuggire viene arrestato dalla Polizia francese (per la quale, evidentemente, non sono rifugiati politici, ma clandestini - ricorda qualcosa di attuale e nostrano, per caso?). Insieme a tanti altri Arnal viene internato nel campo di Argelès, che vedrà passare 100.000 repubblicani spagnoli. Ne moriranno 15.000 in cinque mesi. Arnal ne passerà più d'uno di questi campi, nei quali vedrà morire bambini come mosche. Allo scoppio della guerra Arnal andrà volontario nell'esercito francese e verrà catturato dai nazisti che lo porteranno a Mauthausen, il mostruoso campo di concentramento e Arnal è il primo a sinistrasterminio. Là, scoperta la sua professione di disegnatore, viene costretto a disegnare nefandezze per i boss del lager. Alla fine della guerra, sopravvissuto a tutto ciò, malato e stremato (come tutti i sopravvissuti) non può tornare in Spagna (che resterà sotto il giogo della dittatura fascista ancora per molti anni). Va in Francia, dove non può ottenre la cittadinanza perché è schedato come "comunista" e vive in miseria. Saranno proprio i veri comunisti francesi a dargli lavoro come fumettista, e Arnal crea la serie di avventure del cane Pif, che darà il suo nome alla rivista. Torna dunque finalmente a vivere della propria arte e disegna per i bambini, conservando dentro di sé ricordi terribili. I dettagli e tutto il resto dovete leggerli su Période Rouge.

Etichette:


domenica 13 settembre 2009

Woody Guthrie cartoonist in stile Topffer
E' Mike Lynch ad aver portato la nostra attenzione sull'attività di cartoonist di Woody Guthrie, il famosissimo folk singer statunitense. Come potete notare qui accanto (click sull'immagine per vedere il relativo video) il suo stile sembra direttamente legato alle opere di Rodolphe Topffer (l'autore svizzero che diversi recenti storici del fumetto considerano il "padre del fumetto moderno") e il fumetto europeo della prima metà dell'ottocento, a Topffer ispirato e diffuso negli USA nello stesso periodo.

"...the Okfuskee County Historical Society Museum in Okemah, Oklahoma is the permanent home to a collection of Woody Guthrie's political cartoons..." Full article: click here.

Etichette: , ,


mercoledì 19 agosto 2009

Misteri fumettistici in cerca di risposta
L'esperto belga Pascal Lefèvre sta cercando di risolvere alcuni piccoli enigmi fumettistici e rivolge un appello tramite il suo blog. Le domande sono di quelle che sarebbero molto stimolanti per un ricercatore come Alfredo Castelli, ma chiunque se la senta si può cimentare. Fate click sull'immagine qui accanto per scoprire di quali fumetti si tratta e dare il vostro contributo... se siete in grado.

"A majority of the comics that were published in Belgium before the birth of Tintin in 1929 came from abroad: often the names of the characters are changed and no references to the artists name or the original publication can be found. Therefore I call out to other specialists if they might recognize some of the following characters I found in the Flemish children magazine De Kindervriend early 20th century (unfortunately not dated). The two characters called in the Dutch text 'Job & Bob' I've already recognized, they are the English Weary Willie and Tired Tim by Tom Brown, but does somebody know ..." Full article: click here.

Etichette:


lunedì 10 agosto 2009

Ma... la Storia del Fumetto, che fine ha fatto?!
E' il nostro corrispondente Didier Pasamonik a porre la questione, sulle colonne di ActuaBD. In terra francofona il riconoscimento artistico-culturale del fumetto è ormai un dato di fatto consolidato: il fumetto è prassi al Louvre, alla Maison Rouge, ai Musei Reali del Belgio, al Museo d'Arte Contemporanea di Lione ecc. mentre crescono strutture come il Museo Hergé, il CIBDI di Angouleme ecc. Ma, si chiede Pasamonik, che fine hanno fatto gli studi e le richerche sulla Storia del Fumetto? E' uno dei motivi per cui noi, in Italia, da anni sollecitiamo le Facoltà di Lettere delle Università ad accogliere studi scientifici sul fumetto, invece di lasciarli solo alle benemerite Accademie di Belle Arti. Il problema, in Europa, è forse comune: si arriva a capire la valenza artistica del linguaggio del fumetto, ma sembra non si sia ancora disposti ad ammettere altro, per cui si accetta che si approfondiscano gli aspetti tecnici e figurativi, ma andare a fondo delle questioni storiche aprirebbe settori i cui boss forse storcono ancora il naso all'idea, o sono di comprendonio limitato? Chissà. Negli USA le cose paiono andare diversamente, forse perché da quelle parti le Università funzionano in modo diverso? Pasamonik azzarda ben cinque ipotesi sul perché la ricerca storica stia al palo, nonostante tutto. Le proponiamo anche in Italia, per un ragionamento adeguato e contestualizzato. Le trovate nel suo articolo, facendo click sull'immagine qui accanto.

"Pour une nouvelle histoire de la bande dessinée. Par sa présence dans des espaces muséaux prestigieux : Le Louvre, le Musée du Quai Branly, la Maison rouge à Paris, les Musées royaux des Beaux-Arts de Bruxelles, ou le Musée d’Art contemporain de Lyon ou du Havre… mais aussi par la création de nouvelles institutions : Musée Hergé, le CIBDI à Angoulême, la BD accède à la reconnaissance. Mais le domaine de l’histoire, la recherche reste à la traîne..." Full article: click the image.

Etichette: ,


mercoledì 29 aprile 2009

Da Topffer a Rubino, per capire il fumetto
Lo svizzero Rodolphe Topffer comincia, consapevolmente, a far fumetti nel 1827 e pochi anni dopo questi manoscritti-manodisegnati cominciano a essere diffusi anche in forma stampata, glorificati dal grande Goethe. I suoi racconti faranno il giro del mondo e suscitano imitatori a bizzeffe. E' un (nuovo) inizio di una modalità precisa di racconto per immagini che diventerà familiare a tutti nell'arco di un po' di anni, fino a diventare un fenomeno industriale negli USA. Topffer definisce il proprio modo di raccontare storie con un "trattato scientifico", ponendo così anche le basi per la ricerca accademica sul fumetto. In Italia, chissà come, perché e quando (ma di questo si occupa Alfredo Castelli, come abbiamo scritto in precedenza su afNews), prevale l'uso di definire il tutto attraverso una parte: chiamiamo "fumetto" la "letteratura disegnata", pur sapendo che il fumetto è solo il contenitore dei dialoghi. Ma a oltre cento anni di distanza dai fumetti di Topffer e dalle sue lucidissime prime analisi del fumetto stesso, Antonio Rubino (nel 1938) affronta questi temi (parlando di "sistema dei fumetti", di "azione scenica" e di "tavole a quadretti") e non per motivi accademici, ma, a quanto pare, per contrastare le critiche che arrivarono durante il regime fascista. Lo fa con interessanti articoletti che Luca Boschi pubblica nel suo blog e che siete invitati a leggere, se vi va di cercare di capire meglio di cosa parliamo, quando diciamo "fumetti", per scoprirne l'affascinante storia. Ci troveremo l'uso del termine "tavolista" per indicare chi realizza le "tavole disegnate", utilizzando così un termine che richiama la pittura e gli affreschi rinascimentali: le "tavole" (rimando alla pittura su tavola), o i "cartoni" (termine che ricorda sia i cartoni preparatori degli affreschi, sia i cartoni d'arazzo, opere d'arte in sé, a dirla tutta, altro che "bozzetti" come si intendono oggi). "Tavolista", quindi, come "realizzatore di tavole, di cartoni", cartoonist, insomma. E cosa c'è in quelle tavole? Quadretti. Ma non nel senso di "serie di quadratini", ovviamente! Nel senso di serie di piccoli quadri, usando il termine pittorico. Tavole (o cartoni) che contengono serie di piccoli quadri, contenenti a loro volta dei disegni compiuti e dei contenitori di dialoghi (i "fumetti", così detti per la somiglianza con nuvolette di fumo). Affascinante. In Italia la letteratura disegnata avrebbe potuto chiamarsi "quadretti", invece di "fumetti", oppure magari "tavole", o forse "cartoni", chissà... O "tavole disegnate", o "strisce disegnate", a seconda dei formati. In altri Paesi è andata proprio così. Per saperne di più, fate click qui per leggere l'articolo con il primo intervento di Rubino pubblicato da Boschi, e click qui per leggere il secondo.

Etichette:


lunedì 27 aprile 2009

Alle origini del Sistema del Fumetto!
Il "sistema del fumetto" è quello che usiamo per dare voce ai personaggi della letteratura disegnata. Un tuffo alle origini dell'uso del termine "fumetto" associato alla narrativa disegnata è quello che ci offre Luca Boschi nel suo blog, stimolato dalla ricerca che sta svolgendo Alfredo Castelli nel tentativo di tracciarne finalmente la storia. Se fate click sull'immagine qui accanto, potete leggere l'articolo completo e, soprattutto, vedere coi vostri occhi il testo di Antonio Rubino del 1938 nel quale, forse per la prima volta?, si esplicita il "sistema del fumetto" come mezzo per trasformare un racconto in una efficace azione scenica. Una ghiotta curiostà per gli appassionati di fumetti - un must per gli studiosi. Se avete altro materiale d'epoca (magari precedente), fatevi vivi (redazione@afnews.info) e lo invieremo a Castelli: potrete così sostenere la sua lodevole e faticosa ricerca.

Alfredo Castelli is looking for the "origins" of the Italian use of the word "fumetti". Click the image to learn more about it.

Etichette:



Partner: Anonima Fumetti - SILF (sindacato fumettisti, illustratori, animatori)
Commenta l'articolo - Agenda del Fumetto - Altre notizie, video, foto ecc. - Newsletter gratis - (C) afNews - ISSN 1971-1824 - redazione@afnews.info


--- the BABs & Ex l'extrazucca: copyright Gianfranco Goria ---

Iscriviti a Post [Atom]

This page is powered by Blogger.