sabato 9 gennaio 2010

Lo schiavismo esiste ancora

tintincokeLa tratta degli schiavi esiste ancora? Sembrerebbe proprio di sì, ma al termine di un lungo periplo al largo degli Emirati Arabi e dopo un'impressionante battaglia navale, Tintin riesce a smantellare l'odioso commercio clandestino organizzato dal perfido Rastapopoulus.” Questa la descrizione che trovate in linea nel sito dell’editore, Lizard, per l’episodio Coke in Stock della serie delle avventure di Tintin. Quando la storia è uscita, nel lontano 1958, già sembrava incredibile che ci fossero ancora gli schiavi. Eppure era vero, assolutamente vero. Tintin e il capitano Haddock (che mostra tutto il suo profondo disgusto per i negrieri, ricacciandoli in mare, inseguiti dai suoi famosi improperi urlati fino allo sfinimento) riescono liberare un cargo carico di neri che, ignari, venivano trasportati verso una vita subumana, per contribuire col la propria pelle alla crescita economica di un paese che non era nemmeno il loro. In realtà, quindi, nemmeno nella finzione del racconto l’eroe riesce a smantellare completamente alcunché. Oggi in Italia si “scopre” (come fosse una novità e coem se gli italiani fossero degli ingenui distratti) che gli schiavi sono sul nostro territorio (da decenni), sfruttati per creare parte della nostra ricchezza. Se nel 1958 sembrava incredibile semplicemente che lo schiavismo esistesse ancora, che dire dell’Italia del 2010? Cosa griderebbe, Haddock, contro gli schiavisti di oggi, in Italia?

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