lunedì 11 gennaio 2010

La crisi investe anche il fumetto?

AngoulemeLa crisi (quella che in Italia “non c’è mai stata”, o che “è finita” almeno tre volte, ma che troppa gente continua a sentirsi addosso) ha fatto il giro del mondo, il giro d’Europa e anche il giro di Francia. Una delle vittime (ma non colpite in modo letale) è il grande gruppo FNAC, che, giacché nasce in Francia (e con uno spirito rivolto alle persone più che al profitto), propone spazi specifici per il fumetto, ma deve comunque far saltare 400 posti di lavoro, mentre, contestualmente, lavora a un “lifting” importante, creando centri specializzati, gli Espace Passion (tra cui proprio quello per la bande dessinée). Risaliamo un poco l’Europa ed ecco che il grande gruppo Egmont, fondamentale per la produzione e la distribuzione di fumetto, si trova, a quanto si dice, nella necessità di “mandare in libertà” una trentina di autori di fumetti, disneyani, si dice. Insomma, la crisi sarà pure finita (magari mai cominciata), eppure mala tempora currunt. Ci sarà da ragionare seriamente su come impostare il futuro prossimo, anche nei settori che a noi stanno a cuore. E potrebbero non bastare le infinite ristampe, nemmeno in versione digitale. Tanto più che agli autori (Disney), che sono il futuro del settore, non rendono nulla.

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