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U Giancu's Bulletin!


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MOSTRA INTERNAZIONALE & CENA DEI CARTOONISTS 1998  
M.C.I., Emmeci, confidenzialmente per gli amici, che sono veramente tanti: oltre quindicimila. La sigla, per quei pochi che ancora non la conoscono, sta per Mostra Internazionale Dei Cartoonists, una manifestazione fumettistica che si svolge a Rapallo dal 1972, e quindicimila sono quelli che l’hanno visitata quest’anno. Era dedicata a due personaggi famosi: Silver, il cartoonist (quindi decine di disegni originali, tavole, strisce,vignette, illustrazioni, schizzi, eccetera) e Lupo Alberto, la sua creatura di carta. D’accordo, la mostra è finita, ma, per tutti quelli che l’hanno persa, è rimasto un catalogo che ne riproduce le parti essenziali e quindi, a sfogliarne le pagine, è come se continuasse ancora e ancora.

Qui vogliamo smentire Snoopy: non era una notte buia e tempestosa, ma un soleggiato sabato pomeriggio quando, circa trecento persone, tutte regolarmente munite di biglietto d’invito, si sono presentate al Teatro delle Clarisse dove è avvenuta la presentazione alla stampa della Mostra. Tutta da ridere, perchè, eccezionalmente, a far da "madrina" alla manifestazione, c’era Claudio Bisio, che ha recitato un travolgente monologo sui fumetti. Poi, finito lo spettacolo, (per dirla alla Emilio Salgari) "centosette persone, come un sol uomo", hanno raggiunto U Giancu, il Ristorante dei Fumetti dove si sarebbe conclusa la serata con la sesta edizione della Cena dei Cartoonists, mangiando e bevendo in amicizia e allegria.

C’era anche un po’ di suspense tra i commensali, che non erano lì solo per mangiare, ma per assistere a un altro evento: l’assegnazione dei trofei U Giancu (una statuetta realizzata dallo scenografo Lele Luzzati), un premio che, da sei anni, il ben noto anfitrione e fan dei fumetti Fausto Oneto (sentito il parere di alcune decine di "addetti ai lavori") assegna a tre cartoonists: uno di genere verista, uno per il fumetto comico e a uno sceneggiatore. Un premio molto ambito, visti anche i nomi dei laureati degli anni scorsi: Aurelio Galleppini, Francesco Tullio Altan, Hugo Pratt, Guillermo Mordillo, Milo Manara, Luciano Bottaro, Moebius (Jean Giraud), Benito Jacovitti, Sergio Bonelli, Paolo Eleuteri Serpieri, Quino (Joaquin Lavado) e Giancarlo Berardi.

Gli ospiti: Sergio Bonelli, editore di Tex; Mauro Lepore (direttore marketing periodici Disney) Paolo Cavaglione direttore di Topolino; Pierluigi Ronchetti direttore di Sorrisi e Canzoni TV; Paolo Eleuteri Serpieri, Ro Marcenaro, Marco Biassoni, Alarico Gattia, Lele Luzzati, Mauro Marcheselli, Giorgio Cavazzano, Luciano Bottaro, Carlo Chendi, Enzo Marciante, Tiberio Colantuoni, Vittorio Giardino, Francesca Ghermandi, Massimo Frezzato, Gualtiero Schiaffino, Ferruccio Giromini, Federico Fiecconi, Alberto Gedda, Didi Coppola, Bruno Cannucciari, Flavio Costantini, Francesco Artibani, Tito Faraci, G. Michelon, Massimo Bonfatti, Vittorio Pavesio, Alberto Becattini, Lara Molinari, Claudio (Il Secolo XIX) Paglieri, Claudio Bertieri, Paolo Ferrari, Davide (Il Tirreno e Resto del Carlino) Papini, Emilio (Il Secolo XIX) Carta, Gianni Bono eccetera. Tra gli ospiti "non fumettari" i televisivi: Carlo Taranto della Gialappa’s Band; Claudio Bisio, Ellen Hidding (Mai Dire Gol) e una troupe televisiva della redazione di Fuego.

Finalmente Fausto, quasi a fine cena, per non rovinare la digestione ai suoi ospiti in trepidante attesa, si è deciso a rivelare chi erano i premiati per l’anno 1998: per un disegnatore di genere verista: Hermann Huppen (belga); per un disegnatore di genere comico: Silver (vale a dire Guido Silvestri); per uno sceneggiatore: Alfredo Castelli (autore di Martyn Mistere).

Alla fine della serata, gran parte degli ospiti hanno espresso un desiderio: va bene che il premio U Giancu sia assegnato una volta all’anno, ma che la Cena dei Cartoonists, come i periodici di successo, si moltiplichi e, da annuale, diventi mensile. Tutti hanno approvato, meno uno: lascio a voi indovinare chi può essere la persona che preferisce che la manifestazione sia annuale anzichè mensile !


 Quando i pesci salgono in collina  
Credo sia ormai assodato che i liguri sono un popolo di terra, costretti ad andar per mare per necessità: a pescare, a commerciare, a trasportare persone e cose.

" …A branda attacca a-i erbui a uso letto pe daghe na schenn-á seija e mattin…" così recita "l’inno ufficiale ligure" che ha fatto versare fiumi di lacrime a diverse generazioni. Questo amore per la terra e timore per il mare é ulteriormente confermato dal detto: " finn-a che u mâ u nu saija ben"" tradotto " fino a che il male (mare) non sarà bene". E’ sufficiente frequentare naviganti e pescatori per rendersi conto di quanto essi amino maggiormente il loro orticello in collina vista mare, di quanto vadano più orgogliosi non tanto di aver pescato un grosso pesce, ma di poter vantare le primissime fave, i primi fichi, la resa delle loro olive o la gradazione del loro vino. 

La conferma di questi riscontri si ha puntuale nelle classiche ed ancora ( per fortuna) non rivisitate ricette, che vedono abbinati pesce e verdure che costituiscono la parte più importante della cucina regionale.

Un abbinamento che oggi sembrerebbe dettato dal desiderio di piatti nuovi che sappiano attrarre l’ospite, ma che sono invece semplicemente nati in altre epoche dalla ricerca spontanea delle donne di casa per cucinare piatti saporiti e fantasiosi utilizzando prodotti di stagione, seppur di provenienza così diversa.

Nascono così lo stoccafisso accomodato con le patate, le olive, le bietole, i fagioli; le seppie in umido con le patate e i carciofi, le acciughe ripiene al forno, gli sgombri con i piselli, fino al famoso cappon magro.

Preparazioni talvolta semplici, altre volte molto complesse e di grande effetto che, come spesso succede con altre ricette liguri, sono piatti unici. E, in un momento in cui tutti badiamo alla linea, alla salubrità dei cibi nonché alla tasca non é cosa da poco.
 

When the fish take to the hills
 
I believe that it is already well established that Ligurians are a race linked to the land, forced by necessity to sail the seas - to fish, to trade, to transport people and goods.

An old Ligurian folk song, a Ligurian 'national anthem', in Genoese dialect, "the hammock between the trees is for resting from evening to morn", has brought tears to the eyes of several Ligurian generations. Love of the land and fear of the sea is also confirmed by the saying "until the evil (in Genoese the same word means sea) doesn't become good".

It is enough to meet sailors and fishermen to realise how they prefer their garden up the hills overlooking the sea, in which they have greater pride in being able to boust of their early broad beans, the first figs, the olive harvest, or the quality of their wine, than in catching a large fish.

Classical and fortunately still remembered recipes where fish and vegetables are dominant ingredients in local regional cooking confirm these attibutes.

A combination which nowadays would seem to be created to attract guests and tourists but which, instead, is simply the result of recipes conceived down the ages by housewives to produce tasty and imaginative dishes using seasonal ingredients from different sources.

So we have stockfish cooked with potatoes, olives, beets, beans; cuttle-fish in a sauce together with potatoes and artichokes or peas; oven-baked stuffed anchovies, mackerel with peas, as well as the famous "mock capon, ( a mixture of different fishs, lobster, and a variety of vegetables).

Dishes that are sometimes simple, other times complicated and elaborately presented, which are, as often is the case with many Ligurain recipes, served as main and singular courses.

And in these days it is no mean task, when we aim at keeping slim with regard for the purity of the ingredients as well as controlling the cost.


 Sformato di prebuggiun con erbapepe  

Per il ripieno: 1 kg di prebuggiun, 1OO gr. di ricotta, 3 uova, una noce di burro, una manciata di foglie di erbapepe,olio, una manciata di parmigiano.

Per la sfoglia 200 gr. di farina, sale una noce di burro o due cucchiai di olio.
 
Impastare la farina con il sale e la noce di burro ( Olio ) e l'acqua tiepida; lavorare bene e lasciare riposare coperto da un panno. Nel frattempo pulire, lavare le erbette che si bolliranno in acqua salata. Mettere in una padella la noce di burro e farvi appassire l'erbapepe a foglie intere dopo averle lavate e mal scolate; unire a quest'ultime le erbette tritate con la mezzaluna, facendo rosolare il tutto. Amalgamare con la ricotta unendo anche le tre uova sbattute quindi salare.

Ungere una teglia da forno e stendervi sopra una sfoglia sottilissima che deborderà un pò dal tegame in modo da poter essere ripiegata sul ripieno che sarà versato e steso sul tegame con uno spessore di circa 2 cm. Spennellare il bordo della sfoglia con olio e cuocere in forno già caldo per una ventina di minuti a 250°.


 TORTA DI PERE AL CACAO

Dosi per due teglie di 25 cm Ø : 150 gr di farina, 100 gr di burro, 200 gr di zucchero, 1/2 bustina di lievito vanigliato, 1 uovo, 150 gr di latte, la scorza grattugiata di un limone, circa un chilo di pere, cacao in polvere.

Preparazione: Mescolare con vigore la farina, l’uovo, 70 gr di burro morbido, 100 gr di zucchero, il lievito, la scorza del limone con il latte fino ad ottenere un pasta molto morbida.

Sbucciare le pere, versare la pasta su di un tegame unto con il burro e formare uno strato di circa 1,5 cm; disporre le pere tagliate a quarti sulla pasta e cospargere con lo zucchero ed il burro rimasti, cospargere infine con il cacao in polvere.

Mettere in forno già caldo a 180° per un quarto d’ora, abbassando poi la temperatura a 170° e finire di cuocere per altri 30 minuti circa.


Numeri Arretrati


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