Scaringi: Un poliziotto di nome Dante
Mentre sono in continuo aumento gli autori di romanzi polizieschi ambientati in Italia (sono molte le “città nere” della Penisola, da Bologna a Firenze, da Milano a Torino, scenari di intrecci gialli che però evitano il Mezzogiorno, forse perché la realtà lì è più drammatica di un romanzo), scarseggiano i poliziotti italiani nel mondo dei fumetti. O meglio, i detectives abbondano, da Sam Pezzo (ambientato a Bologna. NdR.) a Nick Raider, ma sono quasi sempre americani e si muovono in ambienti chiaramente identificabili, anche se qualche situazione evoca ricordi di casa (o “cosa”) nostra. Il detective Henry Dante, protagonista dal 21 giugno di una collana mensile che l’Eura Editoriale ha programmato in 24 numeri, non sfugge alla regola: è americano (ma il suo nome come quello della moglie Maria uccisa dai banditi, ha lontane origini italiane)  e lavora in un’America anonima, in una Paradise City che si può facilmente collocare nella California dei giorni nostri. Prima era a New York e il suo arrivo, all’inizio, è stato accolto con sospetto dai colleghi dell’altra costa. Ma è bastato vederlo all’opera per fugare tutte le perplessità, perché Henry non è solo bravo e tenace, ma anche un “duro” com’erano i segugi della “hardboiled school”, la scuola di Hammett e Chandler cui gli autori si sono in qualche modo ispirati. Se Dante è un poliziotto americano, i suoi autori sono italianissimi: sono Lorenzo Bartoli e Roberto Recchioni, una coppia fin troppo sperimentata cui si devono i cicli di "Napoli Ground Zero" e di “John Doe”, consolidati successi dell’Eura. Le storie, ci dice Lorenzo Bartoli, sono abbastanza forti  “con inseguimenti mozzafiato, un pizzico di violenza quanto basta, delitti misteriosi e intrecci inquietanti, il tutto inserito in vicende coinvolgenti per situazioni e personaggi, in scenari che solo in America risultano credibili”. “Abbiamo evitato un’ambientazione italiana” dice ancora Bartoli “perché nelle nostre città appaiono inverosimili quegli inseguimenti spettacolari di tanti telefilm americani, e anche perché è anche impossibile insinuare, in una storia di fantasia, che qualche poliziotto o uomo politico sia corrotto. Verremmo subissati dalle proteste, più o meno giustificate. Così, per restare fedeli alla credibilità delle storie, abbiamo trasportato il tutto al di là dell’Atlantico”. Il richiamo al sommo poeta Dante non è casuale perché nel corso dei 24 episodi il nostro eroe attraversa situazioni che ricordano metaforicamente le tre cantiche dantesche, dall’Inferno  dei primi otto episodi, al Purgatorio dei successivi, al Paradiso dell’ultimo mini ciclo in cui finalmente potrà realizzare la sua vendetta. Naturalmente anche i disegnatori di “Detective Dante” sono italiani: l’onore del debutto è stato affidato a Elisabetta Barletta, che si è già cimentata in alcuni episodi di “John Doe”. Seguiranno poi Cristiano Cucina, Werther Dell’Edera, Alessio Fortunato e altri giovani della scuderia dell’Eura Editoriale, una casa editrice che con la Disney e le edizioni di Bonelli è ormai diventata una sicura fonte di lavoro per tanti nuovi e promettenti autori. [Carlo Scaringi]

Print itManda/Send via eMailDomenica, 12/6/2005 - Autore: afnews (se non altrimenti indicato)
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