16 Novembre 2019 10:00

La mia flotta di esploratori lungo i mari incogniti dell’Animazione: “Capitan” Bendazzi racconta la collana “Focus Animation”

L’Animazione non è, non è mai stata, “una roba per bambini”.

Lungi dall’essere stata concepita come espressamente rivolta all’intrattenimento infantile – e non solo nella sua forma cinematografica – appare, ad uno studio serio e comparativo, una sorta di impulso connaturato alla natura umana fin dai suoi albori, testimoniato dai subliminali giochi di luce in cui danzano i primi graffiti rupestri, passando per le scenografie cinetiche dei bassorilievi classici fino alle sorprendenti frontiere immersive aperte dalla realtà virtuale e aumentata.

(Per la precisione, andrebbe detto che non va intesa come roba per bambini come la intendiamo oggi, innocua e rassicurante oasi per famiglie in cui la realtà viene programmaticamente edulcorata).

E se con l’infanzia essa può avere un rapporto privilegiato, questo è da ascrivere, forse, alla capacità dei bambini di immergersi in una visione senza preconcetti e “distanziamenti” snobistici che ne impediscono una reale e adeguata fruizione.

In tutte queste declinazioni, si evince in filigrana il medesimo anelito: dar vita a ciò che altrimenti resterebbe inerte, realizzare il movimento che in potenza, aristotelicamente, è racchiuso in ogni cosa esistente.

Come il celebre merlo di Norman McLaren, nume tutelare del National Film Board, ciò che conta è l’idea, il pensiero, il quale non ha una forma propria e definita, ma assume – come il volatile danzerino – la forma che di volta in volta l’Animatore decide di concedergli. Come il merlo il pensiero si scompone e ricompone, si denuda e si riveste, si sfalda nella metamorfosi. E si trasmette, si diffonde: come nella dispettosa Gazza Ladra di Gianini & Luzzati – evidente omaggio – nella ricchezza della fantasia e dell’invenzione, sempre diversa e sempre più complessa, in cui linee, contorni e apparente fisionomia contingente non esisterebbero al di fuori dell’intenzionalità narrativa ed espressiva (la canzoncina popolare, la partitura lirica), o – meglio – tornerebbero “pura idea potenziale” in attesa di nuovi tramiti per la realtà visibile e concreta, di nuove, appunto, “animazioni”.

L’Animazione in molti casi può scaturire da un iniziale segno grafico, ma più spesso ancora da una suggestione, da un guizzo visivo, o da un’esigenza interiore individuale che germoglia nei contesti e nelle situazioni più disparate, e – come dimostra la fondamentale “mappatura” costituita dall’opera monumentale del professor Giannalberto Bendazzi, “Animazione- Una storia globale” – in ogni angolo di mondo in cui l’umanità ha messo radici nella sua storia millenaria.

Per rendersi conto di quanto rilevante sia stata, e sia, la rilevanza di questo linguaggio – tra i più universali e “mimetici” esistenti – nei processi culturali, artistici, e financo socio-antropologici, delle varie nazioni, occorre – sulla carta geografica suddetta – innestare sempre più approfondimenti monografici, mettendoli in relazione per coglierne le differenze ma anche – sostanzialmente – quella rete ideale che ha reso l’Animazione una “patria condivisa” capace di accogliere – e far dialogare – il più dissidente e isolato tra gli autori con quelli più popolari e rappresentativi del mainstream industriale.

Di animazione molto si studia, ancora poco forse se ne scrive – a eccezione di paesi anglo e francofoni – dove non a caso il mercato è forte e consolidato e il pubblico è più educato ad andare “oltre” la mera visione di un film – e dunque fa sempre piacere dare risalto a iniziative editoriali come quella di cui ora parleremo… anche perché essa coinvolge in modo rilevante studiosi del nostro Paese.

A partire dal suo ideatore e responsabile, lo stesso Giannalberto Bendazzi, storico e critico, docente e divulgatore di Animazione a tutto tondo, cui lasciamo subito la parola.

G. BENDAZZI: “Dirigo per la CRC Press la collana dal titolo FOCUS Animation, la prima totalmente dedicata interamente alla saggistica sull’Animazione. In occasione dell’uscita della prima versione inglese del mio libro su Quirino Cristiani (autore del primo lungometraggio animato della storia, e del primo con sonoro; il saggio è stato da poco riedito in italiano da Le Mani, n.d.G.) mi scrisse il responsabile di settore della casa editrice proponendomi di diventare editor responsabile di una nuova serie di pubblicazioni dedicate all’Animazione… e, ovviamente, accettai.

In realtà il mio compito effettivo è alquanto limitato: decidere il tema e il soggetto, inviare una lettera di presentazione spiegando le motivazioni della scelta e una di raccomandazione per l’autore chiamato a redigere l’opera; il resto dell’operazione viene eseguito dalla casa editrice, reperimento di materiali e immagini compreso. Essendo io un tipo pragmatico – malgrado spesso mi si imputi il contrario! – ho deciso di partire non dal tema del libro ma dagli autori stessi: cercandoli tra quanti già mi avevano dato prova di talento, competenza e metodo procedurale, e in un certo senso trasformandoli nel soggetto stesso del libro, come se questo ne fosse una sorta di “spontanea e naturale” emanazione.

Su queste basi ho deciso i vari argomenti della collana, ho consultato gli interessati e infine ho inviato le mie brave letterine dando vita a una collana APPARENTEMENTE disordinata, ma che in realtà si prefigge di andare a tappare dei “buchi” nella ideale cartografia della storia e della critica sull’Animazione, dando voce ad autori e tematiche perlopiù tralasciati dalla saggistica di settore.

La mia più grande soddisfazione è stata che ogni mia proposta editoriale è stata sempre accettata, anche se da un punto di vista strettamente critico, devo ammettere che si tratta di un approccio fallimentare, in quanto limita a un volume ciò che andrebbe normalmente sviscerato in più opere. Ma, seguendo la mia personale preferenza, ho optato per andare a “becchettare” laddove nessun altro ha mai pensato di farlo.

Un dato che mi pare giusto evidenziare è che su sei uscite, quattro (me compreso) sono opera di autori italiani: Roberta Novielli sul Giappone, Marco Bellano sulla musica nei film di Jiří Trnka, Cinzia Bottini sulla produzione della UPA. Di Cinzia Bottini sono stato anche relatore di tesi, e dunque posso dire a buon diritto di averla vista nascere e crescere come studiosa e autrice. Ma ciascun libro per me è riuscitissimo in se stesso, e tutti i prescelti hanno realizzato un lavoro eccellente.

In pratica, ho trasposto nella collana lo stesso metodo che usavo da insegnante, ovvero “salpare verso l’ignoto in base a ciò che vedevo nello studente”, anche se in quel contesto l’area di interesse era rivolta principalmente all’ambito dell’animazione italiana, anche a causa della limitata accessibilità alle fonti. In questo caso, ho provato ad allargare il campo verso un’ottica globale, che non tralasciasse nessun angolo di mondo, “becchettando qua e là” oltre gli ambiti e i confini ristretti, per scoprire una volta di più che l’Animazione vive e attecchisce anche nel più remoto angolo ove l’umanità ha fatto la sua comparsa.

La collana è in inglese. Ne deriva che la sua circolazione è maggiore laddove l’uso di questa lingua è più abituale: è più facile che la si legga in Svezia che in Italia, per dire!

Speranze di leggerla in italiano? Magari, se si trovasse un editore interessato, ma temo occorra prima “plasmare” un pubblico adatto alla ricezione, e l’essenziale sarebbe rendere efficace la distribuzione in libreria. Un’impresa simile, in partenza, non è redditizia. Probabilmente, il formato ideale per la diffusione da noi sarebbero agili libri-pocket come quelli del Castoro Cinema, già eredi delle collane dedicate a poeti ed artisti editi dalla parigina Seghers. Gli autori ci sono: Marco Bellano fu spinto ad organizzare, nel 2014, il primo convegno italiano sulla critica del cinema di animazione ispirato dalla considerazione “Dopo USA e Inghilterra, l’Italia è il Paese dove si studia di più e meglio l’Animazione del mondo:”

La si studia parecchio, e bene, ma purtroppo se ne scrive ancora troppo poco.

C’è bisogno, oltre che di autori, di molti più veicolatori culturali, sotto forma di autentici festival dedicati che non siano semplici vetrine per produttori o kermesse per grandi blockbuster, al fine di creare una “domanda” editoriale conseguente, un pubblico, una audience: in sintesi, un pubblico dell’Animazione affamato di approfondimenti, assetato di conoscenze e di sempre nuove nozioni.

Per vincere, ad esempio, il “terrore morettiano da dibattito”, ci vorrebbero diversi momenti come quelli, per esempio, che ho sperimentato all’Animaphix di Bagheria, in Sicilia: un evento assai competente e ben moderato, un’efficacissima occasione di scambio e arricchimento reciproco tra autori e pubblico.

Ma ci vogliono persone al contempo preparate e capaci di creare l’ambiente adatto a tale osmosi.

Chissà: se a Lucca, o in altri grandi kermesse nazionali, scoppiasse un amore appassionato verso l’Animazione d’autore, verremmo chiamati a fare una presentazione all’anno… insomma, si dovrebbe uscire dall’estemporaneità attuale creando periodiche iniziative e istituendo anche pubblicazioni che “preparino” continuativamente i lettori a usufruire degli eventi di punta correlati, altrimenti inevitabilmente considerabili dai più come “raduni per iniziati” oppure confusi con altre, pur rispettabilissime, iniziative rivolti al pubblico generalista. Questo NON per escludere l’aspetto ludico, che è naturalmente compatibile con questo linguaggio, ma per far sì che esso non finisca sistematicamente per “sopraffare” quello accademico: avere dei “collezionisti di animatori” sarebbe bellissimo, ma ancora di più che la loro passione nascesse da un autentico e irrigato sapere della materia.

Tornando allo specifico della collana, specialisti bravi e competenti in grado di scrivere opere eccellenti sull’argomento non mancano, ma un’altra conditio sine qua non è che lo sappiano fare correntemente e disinvoltamente in inglese, e questo fattore purtroppo riduce un po’ il campo. Non si tratta infatti di mera traduzione testuale, bensì di rendere concetti e terminologie anche complesse e specialistiche in modo chiaro, divulgativo e coinvolgente. A meno che non si spendano soldi in proprio per un traduttore professionista, cosa che però inciderebbe drasticamente sul budget!

In ogni caso, per quanto ufficialmente io non debba intervenire nella fase di redazione del libro, è sottinteso che sono sempre a disposizione dell’autore in caso di difficoltà: uso fare una densa chiacchierata con il prescelto, o la prescelta, prima di mandare la sua lettera di presentazione alla casa editrice, nel corso della quale vengono impostate le fondamenta del progetto… ad oggi, non ho ancora dovuto fornire materiali oltre quelli procurati dall’editore, ma nel caso, ribadisco, farei del mio meglio per agevolarne l’accesso.

La successiva redazione dell’opera è assolutamente autonoma, io non intervengo nemmeno in fase di editing finale. Devo confessare che sotto questo aspetto vengo un po’ “arginato” dall’editore stesso che, conscio della mia innata pignoleria, preferisce evitare che rimandi ai box il libro per una delle mie fissazioni su date, citazioni e virgole! Mi è già capitato più volte di “spezzare il cuore” metaforicamente ad amici e colleghi rilevando l’inesattezza di nozioni sulle quali avevano anche costruito “solidi” articoli e conferenze…

Dato che del domani non v’è certezza, nel frattempo si può valorizzare il presente. Ho già messo parecchi altri progetti in cantiere, ciascuno con le sue peculiarità e problematiche: il viaggio, e la scoperta, continuano.

Con le parole del professor Marco Bellano, docente del corso History of Animation all’Università degli Studi di Padova, e autore dell’ultimo saggio della collana – dedicato alle musiche per il cinema del compositore ceco Václav Trojan – chiudiamo questa panoramica:

La serie Focus Animation di CRC Press, a cura di Giannalberto Bendazzi, costituisce un caso unico nell’editoria sull’animazione. Si tratta di una collana che offre una grande opportunità ad autori e lettori: non impone vincoli sugli argomenti. Rimane invece fedele alla parola “focus” che appare nel titolo: gli autori sono liberi di proporre e sviluppare degli approfondimenti specifici, “cuciti su misura”, per così dire: la misura è quella del proprio bagaglio culturale. Va componendosi così non soltanto una variegata “enciclopedia tematica” dell’animazione, ma anche una rassegna che “ritrae” con massima sincerità chi oggi si impegna in questo ambito di studi. Dal punto di vista di un autore, l’occasione è unica: si viene autorizzati a “scavare” liberi nell’argomento che più appassiona, condividendo i propri sforzi con una comunità internazionale. È infine molto importante la scelta di affiancare “opere prime” a nuove uscite di ricercatori collaudati: il quadro finale è fresco, autorevole e stimolante al tempo stesso.”

FOCUS ANIMATION

TITOLI

Václav Trojan: Music Composition in Czech Animated Films

1st Edition

Marco Bellano

 Infinite Animation: The Life and Work of Adam Beckett

1st Edition

Pamela Taylor Turner

Puppetry, Puppet Animation and the Digital Age

1st Edition

Rolf Giesen

Redesigning Animation: United Productions of America

1st Edition

Cinzia Bottini

Floating Worlds: A Short History of Japanese Animation

1st Edition

Maria Roberta Novielli


Twice the First: Quirino Cristiani and the Animated Feature Film

1st Edition

Giannalberto Bendazzi

2 risposte a “La mia flotta di esploratori lungo i mari incogniti dell’Animazione: “Capitan” Bendazzi racconta la collana “Focus Animation””

  1. ALcuni di questi titoli sono sicuramente di grande interesse, ma il rischio del flop è leggermente alto..Riuscirà a trovare un suo pubblico??

    1. Un loro pubblico ce l’hanno, soprattutto in ambito accademico e specialistico, e anzitutto nei Paesi in cui l’inglese è lingua di uso comune. L’ambizione è quella di portarli in Italia…

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