11 Settembre 2019 15:00

“5 è il numero perfetto”: una recensione-intervista veneziana di Paola Bristot sul debutto cinematografico di Igort

Una lezione di stile: “5 è il Numero Perfetto”

il film di Igor Tuveri in arte Igort

Il film “5 è il Numero Perfetto” – scritto e diretto da Igor Tuveri, in arte Igort e prodotto da Propaganda Italia, Jean Vigo Italia e Rai Cinema – è ambientato nel 1972, e guardandolo è come se fossimo tornati in quello stesso periodo, quando si andava al cinema e nei film si riconosceva la mano dei grandi registi e la presenza dei grandi attori: così Igort ci restituisce la grazia del Cinema. Nel film sfodera tutta la sua competenza di conoscitore delle arti visive, della musica, della fotografia, del fumetto e del cinema naturalmente. Perciò, dentro il film, ci sono tanti livelli di percezione che ci fanno ripiombare dentro la scatola magica dove distinguiamo nettamente la precisione da scultore della luce del direttore della fotografia, la ricostruzione di interni dove non c’è un particolare o oggetto “fuori posto” e dove i costumi sono studiati e tagliati sui personaggi e incastonati nelle scene perfettamente insieme agli attori che li indossano.

E tutti questi livelli che noi abbiamo il piacere di notare, e proprio ci piace notare, nelle scene e nelle singole inquadrature mettono in risalto gli interpreti. Si tratta certo di attori straordinari: Toni Servillo, Carlo Buccirosso, Valeria Golino, i quali nel film caratterizzano precisamente i personaggi che sono nettamente identificabili nella loro personalità e che ci convincono assolutamente. Anche gli attori più giovani sono all’altezza della situazione e anzi scopriamo il talento di Vincenzo Nemolato che tratteggia il guappo del quartiere.

Insomma: ci si diverte al cinema!

Igort grande autore di fumetti aspettava da 15 anni il concretizzarsi di questo sogno, quello di vedere nel grande schermo una storia pubblicata a episodi sugli albi della Phoenix nel 1998/99 e quindi poi integralmente nell’edizione CoconinoPress del 2002. Romanzo grafico che ha avuto traduzioni in diversi paesi e numerose riedizioni in Italia.

Incontriamo Igort in occasione della 76. Mostra del Cinema di Venezia, dove il film viene presentato nella sezione delle Giornate degli Autori, e gli chiediamo cosa ci sia di diverso tra fare fumetti e dirigere un film.

IGORT – “Nei fumetti il controllo è totale, i personaggi non discutono e tutto segue il filo della storia. I personaggi di carta sono sempre d’accordo con il loro autore, ma quando lavori con attori in carne e ossa il lavoro diventa sorprendente ed emozionante. Carlo Buccirosso ha fatto un lavoro di cesello nel suo personaggio di Totò o’ Macellaio, nell’inventarsi sguardi, pause, persino un lieve tic nervoso, ha dato al personaggio un’ambiguità mal celata. Valeria Golino dà una fragilità al personaggio femminile, Rita, del film, dove in una intelaiatura dalla geometria perfetta, sa creare degli “incidenti” che accadono e destabilizzano, ma è da cui possono nascere e sono nate meraviglie. Toni Servillo è entrato fin da subito nel cuore della storia, il personaggio di Peppino Lo Cicero è stato per me lui fin dall’inizio dell’idea del film. E Servillo ha voluto che fossi io a dirigerlo, ci siamo capiti all’istante. E‘ stato fondamentale il lavoro sull’immagine fotografica per cui c’è stata una totale fratellanza con Nicolai Brüel che ha osato moltissimo con l’uso di tagli, ombre che scolpiscono i personaggi e le scene, controluci, addirittura silhouette. Inoltre la musica originale di D-Ross e Startuffo è un’armonia del contrappunto che avvolge le scene e con cui entra in dialogo perfettamente“.

La storia, come ce la descrive lo stesso Igort, vede come protagonista Peppino Lo Cicero, un killer crepuscolare, d’altri tempi che, ormai anziano, rimette tutto in discussione dopo l’uccisione del figlio. Come nel libro, il film è diviso in 5 capitoli che si introducono con parti in animazione e che intervallano così la narrazione. Ma la storia è un pretesto per esplorare radicalmente le relazioni umane, l’abiezione delle coscienze, la brutalità che è la stessa che viviamo tutti i giorni anche senza essere dei killer. Se ci sia o no una vera possibilità di redenzione lo scopriamo solo alla fine e forse il regista sta indicando anche a noi spettatori una ipotetica via di fuga.

Certo che ha sorpreso tutti l’ambientazione in una Napoli piovosa e scura un po’ la Gotham City di Frank Miller, un po’ Blade Runner, dove la luce filtra tra i vicoli e ci ricorda l’artista napoletano Salvator Rosa o il cinema neorealista o lo sguardo di Michelangelo Antonioni…. e il Wes Anderson di Grand Hotel Budapest per la cura certosina di ogni particolare, anche a livello registico, di movimento macchina, piani controcampi, primissimi piani e studiatissime “coreografie” degli attori che danno un ritmo notevolissimo alle scene. Ma anche la visionarietà di Fellini, per esempio nelle scene popolari della processione…

Una curiosità, a parte il cameo del regista che si inserisce nel film (una citazione alla Hitchcock), le canzoni del film tra cui “Casinò” e “Ballad of Odd Dayssono interpretate dallo stesso Igort featuring Los Cicero (Rosario Castagnola Music) e scritte da Rosario Castagnola e Sarah Tartuffo.

Sentiamo certamente una cultura fortissima trapelare dal modo in cui il film è stato concepito e diretto, della quale non vediamo l’ora di parlare ancora, approfonditamente, quando lo stesso Igort presenterà il suo film al Piccolo festival dell’Animazione il prossimo dicembre a Pordenone, Udine e Trieste.

Articolo e intervista di Paola Bristot, docente di Storia e Linguaggi dell’Arte Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia e presidente dell’Associazione Viva Comix di Pordenone con cui organizza mostre, eventi, attività editoriali e, in particolare, dal 2001 la manifestazione Viva i Fumetti/Živel Strip. E’ direttrice artistica dal 2007 del Piccolo Festival dell’Animazione che si svolge in dicembre in più sedi in Friuli-Venezia Giulia e a Venezia, in partnership con Animateka Festival di Ljubljana.
Ha curato con Andrea Martignoni le antologie di cortometraggi italiani Animazioni, uscite in 5 volumi tra il 2010 e il 2017 (Viva Comix, Ottomani). È art director del film disegnato su pellicola Re-cycling, (Arte Video, 2014). È curatrice dello spazio espositivo Studiovivacomix a Pordenone (www.vivacomix.net).

Fotografie di Elena Tubaro.