1 Giugno 2019 12:14

A Roma un imperdibile incontro con Basil Twist e l’antica arte del teatro di figura giapponese

Venerdì 14 giugno 2019 ore 18.00
I FILI MAGICI DI BASIL TWIST
MARIONETTE E DOGUGAESHI D’AUTORE
conferenza a cura di
Basil Twist maestro di marionette

Istituto Giapponese di Cultura
via A. Gramsci, 74
ingresso libero
conferenza in lingua inglese con traduzione in italiano

L’Istituto Giapponese ha il piacere di presentare al pubblico italiano uno dei più grandi artisti viventi di teatro di figura, il maestro di marionette newyorkese Basil Twist (www.basiltwist.com), artista in residenza dell’Accademia Americana in Roma, dopo l’assegnazione del prestigioso Rome Prize in Arti Visive. Artista di inarrestabile immaginazione, dotato di una originale visione poetica, Twist crea lavori di grande impatto visuale che raccontano storie classiche con immagini ipnotiche e l’ausilio della musica. Nei suoi spettacoli Dogugaeshi esplora e riporta in vita un’antica forma d’arte giapponese quasi dimenticata, in cui burattinai invisibili manovrano con gesti precisi e raffinati pannelli dipinti a mano che schiudono alla vista personaggi meravigliosi e paesaggi fantastici, sulle note dello shamisen.
Di questo mondo incantato, di marionette e dogugaeshi, della sua esperienza di artista che dona nuova vita a tradizioni teatrali quasi del tutto perdute – frutto di eccellenze artigianali trasmesse da maestro a discepolo – parlerà Basil Twist nel corso della conferenza che sarà tenuta in lingua inglese con traduzione in italiano.

BASIL TWIST

Burattinaio di terza generazione, Basil Twist si è laureato in Francia all’École Supérieure Nationale des Arts de la Marionnette a Charleville-ˇMézières;
dal 1998 progetta spettacoli di grande suggestione visiva, tra cui Symphonie Fantastique, Master Peter’s Puppet Show e vanta importanti collaborazioni con celebri orchestre come Los Angeles Philarmonic Orchestra, Eos Orchestra che gli hanno vals prestigiosi premi come lo Obie Award e Guggenheim Fellowship. E’ considerato uno dei più grandi artisti di teatro di figura viventi. Nel 2016 ha vinto il prestigioso MacArthur Genius Award.

Dicono di lui…
“Intimo e spettacolare, una inquietante pièce astratta sulle tradizioni perdute”.
The New York Sun

“Twist è in grado allo stesso tempo di far rivivere una tradizione perduta e di infrangere un nuovo terreno creativo.”
The Japan Times

I frequentatori dell’Istituto Giapponese hanno avuto modo di apprezzarne il lavoro in occasione della proiezione del film Haiku on a Plum Tree (Italia, 2016) di Mujah Maraini-Melehi nel marzo 2016, dove – a cornice delle immagini che hanno raccontato la storia della famiglia Maraini in Giappone – la regista ha scelto di inserire i dogugaeshi, pannelli scorrevoli un tempo utilizzati per le scenografie del teatro dei burattini in Giappone. Una tecnica scenografica, quella del dogugaeshi, sviluppatasi nell’Isola di Awaji (Mar interno del Giappone) dove Basil Twist si è recato nel 2004 per apprenderne i segreti e la storia, grazie al sostegno della Japan Society di New York, che gli ha commissionato uno spettacolo sui burattini, poi premiato nel 2005 con il Bessie Award. Per il film il maestro ha creato anche marionette e immagini bidimensionali fluttuanti pensate per rievocare le vicende più toccanti vissute dai protagonisti della narrazione.

www.basiltwist.com

DOGUGAESHI

Il termine trae origine dalla parola dougu (道具) attrezzo, attrezzo di scena e, per estensione, scena, scenografia e dal verbo kaeru (返) voltare, rovesciare, ribaltare, girare, ad indicare il cambio di scena ottenuto nell’antico teatro dei burattini dal rovesciamento, scorrimento o ribaltamento di pannelli scorrevoli realizzati con legno e carta giapponese, spesso carta di riciclo ricavata da vecchie partiture musicali o dalle pagine dei testi scritti per i narratori.
Questa tecnica è anche conosciuta con il nome fusuma karakuri dove fusuma indica i pannelli scorrevoli (gli stessi che separano gli interni delle case tradizionali giapponesi) e karakuri sta per meccanismo, marchingegno, macchinario. Utilizzata in modo limitato nei teatri bunraku di Osaka e Tokyo, solo come semplice fondale o come elemento per i cambiamenti di scena negli spettacoli in cui si impiegano i burattini, il dogugaeshi era invece usato con grande effetto sull’Isola di Awaji e in altri località del mare interno del Giappone come una forma di arte e spettacolo autonoma.

Il dogugaeshi, e invero alcune forme precedenti il teatro bunraku come l’Awa Ningyo Joruri (caratterizzato da una narrazione semplice ad alta voce e burattini un po’ più grandi rispetto a quelli del bunraku sviluppatosi nel Kansai), ebbe origine sull’Isola di Awaji dove si era diffusa la consuetudine di dipingere elaborati fusuma (detti fusuma-e, ossia dipinti su pannelli) per essere utilizzati come fondali degli spettacoli di burattini nelle zone rurali, fin dall’inizio del 16° e per tutto il 17° secolo. Vari i marchingegni utilizzati per dare movimento o per cambiare scena, inclusi schermi dipinti con disegni di interni in prospettiva o aperture ridotte con schermi più piccoli che venivano aperti in successione per dare l’impressione di accedere a sale interne di grandi palazzi.
Col tempo gli schermi e il modo in cui venivano utilizzati diventarono sempre più complessi ed elaborati e in alcuni casi misero in ombra o addirittura sostituirono del tutto i burattini stessi.

Showreel: