“Cinquant’anni di studi sull’animazione mi obbligano a dire la mia sul caso Adrian.
Quello che si è visto finora è stato brutto, e aiutatemi a dire brutto. Tecnicamente e narrativamente è stato un fiasco, e aiutatemi a dire fiasco. Il fascino divistico però è come la fede della curva, e Adriano Celentano è uno dei pochi divi d’Italia: è possibile che a lungo andare i suoi tifosi trasformino questa cilecca nel rombo di un cannone.
Meno legittimo è agitare il fantasma della novità. L’opposizione alle dittature, la critica sociale, la disumanità della post-industria, i migranti, il rispetto per la donna, il consumismo, l’erotismo: tutto ciò viene creduto inesistente nell’animazione pre-Celentano.
Non è così.” – Giannalberto Bendazzi
“Adrian”, in sintesi: un fiasco brutto, costosissimo, autoreferenziale e privo di qualsivoglia motivo di interesse.
Perlomeno per chi l’Animazione la ama e la rispetta.
E un minimo la conosce.
Non sono moltissimi tra chi ne scrive sui media, a quanto pare.
Ma almeno qualcuno è rimasto, a ricordarci, ora e sempre, che l’Animazione NON è MAI STATA una ‘roba da bambini’.
O da fessi.
Il pezzo del professor Giannalberto Bendazzi qui: http://www.giannalbertobendazzi.com/it/blog/articolo/47/lispirazione-di-celentano-lasciamola-dove-e-sempre-stata-in-via-gluck