11 Gennaio 2019 11:45

“Scienziate nel tempo”: per esplorare finalmente ‘The Forgotten Side’ della ricerca scientifica

“Chi dice che le donne non sono portate per la scienza?”

Principalmente, la vulgata codificata da esseri umani di genere maschile a misura di società plasmate a propria immagine e somiglianza.
Ma non solo, perché a perpetrare stereotipi spesso sono le categorie che ne sono maggiormente vittime, schiave di una perversa ‘sindrome di Norimberga’ nei confronti dei propri denigratori, i quali non di rado ne hanno approfittato per sottrarre loro i dovuti meriti e riconoscimenti.

Il libro “Scienziate nel tempo” di Sara Sesti e Liliana Moro è un eccellente strumento propedeutico per cominciare a ‘spostare la prospettiva’, rendendola più equa e veritiera.

Frutto della prima ricerca italiana sul rapporto delle donne con la scienza, iniziata presso il Pristem dell’Università Bocconi nel 1997, questo saggio è arrivato alla settima edizione ampliata ed aggiornata con 100 biografie, nel 2018.

Arricchito da un percorso sulla storia dell’educazione e dell’istruzione delle donne e da una esauriente bibliografia, il testo è di quelli che fanno venir voglia di “andare oltre” su un terreno poco frequentato come quello della presenza femminile nella storia della scienza.

La questione qui è trattata con una particolarità – quella di non indagarne i presupposti scientifici o epistemologici, ma di offrire il profilo biografico delle scienziate, legandolo a un’immagine che strappa molte di queste donne da un anonimato anche visivo.

I profili biografici sono preceduti da brevi introduzioni ai periodi storici che tracciano in forma divulgativa i contorni principali della presenza femminile nelle diverse epoche. In particolare è stato considerato il rapporto delle donne con il sapere e con le tecniche; ne sono state ricordate l’attività e l’iniziativa nei vari luoghi di produzione della cultura: corti, salotti, conventi o centri di ricerca e ne è stata rilevata l’assenza dalle massime istituzioni delegate alla trasmissione del sapere: accademie e università. Un vuoto vistoso, anche se non totale, che si protrae almeno fino alla seconda metà del XX secolo.

I contributi delle studiose al dibattito filosofico e scientifico del loro tempo sono ricordati anche nella dimensione collettiva, come nel caso delle religiose medievali, sia monache sia ‘beghine’, e anche delle astronome e delle “dame di scienza” del XVII secolo, la cui iniziativa ebbe un ruolo determinante nella diffusione della “rivoluzione scientifica”.

Per quanto riguarda le biografie, se molti conoscono, grazie ai premi Nobel che hanno vinto, Barbara McClintock o Marie Curie, il merito del volume è quello di portare alla luce anche studiose dedite a discipline meno “visibili”, come le matematiche Maria Gaetana Agnesi , Emmy Noether e Sophie Germain, o come Rosa Luxemburg, la cui fama politica tende a oscurare l’importanza dei suoi scritti economici. Ampio spazio è dedicato, ovviamente, alle scienziate italiane, da Laura Bassi – prima italiana a ottenere una cattedra universitaria nella Bologna del Settecento – a Rita Levi Montalcini. Ma soprattutto alle tante che hanno visto il proprio lavoro ignorato e sminuito a favore degli uomini che avevano accanto: da Sophie Brahe (sorella dell’astronomo Tycho) a Gabrielle du Chátelet (compagna di Voltaire), a Marie Paulze Lavoisier (moglie e collaboratrice del noto chimico) e Ada Byron, collaboratrice di Charles Babbage e programmatrice ante litteram. E non si tratta solo di vicende consegnate all’occhio ormai imparziale della storia: il caso di Mileva Maric, la moglie di Einstein, il cui ruolo nella definizione della teoria della relatività è ancora discusso, e quello di Rosalind Franklin, il cui contributo sperimentale alla teoria di Watson e Crick sulla struttura del DNA che ha meritato un Nobel ai due ricercatori, è stato spesso sottovalutato dai colleghi, mostrano quali difficoltà debbano affrontare le donne che scelgono di dedicarsi a una carriera scientifica.

La nuova edizione 2018 oltre a riportare le biografie delle quattro scienziate che hanno ottenuto il premio Nobel nel 2009: Elizabeth Blackburn-Sedat e Carol Greider che hanno lavorato insieme e insieme l’hanno ricevuto per la medicina; la biochimica Ada Yonath, la prima a portare il premio in Israele e Elinor Ostrom, la prima donna insignita del Nobel per l’economia, è aggiornato sulla vita delle nuove Nobel, di Vera Rubin scopritrice della materia oscura e delle scienziate emergenti come Ilaria Capua, e Fabiola Gianotti, prima donna a dirigere il Cern di Ginevra.

Ampio spazio è dedicato ai lavori femminili collettivi: imprese pionieristiche poco conosciute come la realizzazione dei primi Cataloghi stellari, la programmazione di Eniac, il primo calcolatore elettronico, i calcoli delle scienziate afroamericane della NASA, i contributi al Progetto Manhattan delle scienziate “esplosive”. Da questo libro sono state tratte le biografie della mostra “Nobel Negati” alle Donne di Scienza e il libro per adolescenti “Le tue antenate” di Rita Levi Montalcini con Giuseppina Tripodi.

Il libro è acquistabile in tutte le librerie e on line sul sito Ledizioni.it, Feltrinelli, Amazon, Ibs etc