5 Gennaio 2019 17:30

Duncan Studio 2D Artists come P.L. Travers: per Disney Mary è sempre una ‘questione privata’

Nel sequel di Mary Poppins, attualmente in sala, indubbiamente uno dei principali motivi di attrattiva è costituito dal ritorno all’utilizzo dell’animazione 2D in una lunga (20 minuti) sequenza misto live action, molto ammiccante a quella (memorabile) del fim Disney del ’64.

Come si sa, da tempo la Casa del Topo ha scelto di dedicarsi esclusivamente alle tecnologie digitali 3D, smantellando, forse un po’ precipitosamente, storici dipartimenti e ‘congedando’, non sempre elegantemente, diversi eccellenti artisti che tanto avevano contribuito alla fama e al successo dei suoi film; uno di questi, Ken Duncan, ora titolare dell’omonimo studio (l’unico in America ad essere specializzato in ‘Hand drawn Animation’ per il cinema) ha coordinato i lavori sulla sequenza in questione, realizzata grazie all’arte e il mestiere di professionisti cui ora i Disney Studioso parrebbero voler negare il meritato riconoscimento.

Come ben spiegano gli amici di Imperoland ora che Il ritorno di Mary Poppins si trova in lizza per la ‘stagione dei premi’, tra cui quegli Oscar su cui ormai gli Studios pare esercitino uno stabile monopolio: la ‘versione del Topo’ è che le animazioni siano state ‘fatte in casa’ richiamando vecchie glorie Disney e Pixar (?) mentre questi sono tutti ancora in azione e, soprattutto, sono stati arruolati dall’azienda di Duncan.

Pur essendo stati citati nei titoli di coda del film, nella successiva promozione e pubblicistica gli artisti e lo studio sono stati alquanto disconosciuti dalla Disney (che si è attribuita anche il merito di ‘aver richiamato vecchie glorie’) e dunque penalizzati nelle loro possibilità di ricevere riconoscimento per il loro eccellente lavoro (che ha contribuito non poco al successo della pellicola); ci ha dunque pensato lo stesso Ken Duncan stesso a presentarli uno a uno via social media.

La cosa forse più antipatica, però, è che per l’eventuale candidatura nella sezione Effetti Visivi la Disney ha voluto attribuire i meriti di 3D e 2D unicamente allo studio londinese Framestore, già premio Oscar per “La bussola d’oro” e “Gravity” nonché nomination per “Superman returns” e “Il  cavaliere oscuro”.

Sarebbe risultato probabilmente un boomerang ignorare una realtà così celebre – e celebrata – nell’industria, mentre il ‘piccolo’ Duncan Studio costituisce forse un partner facilmente ‘accantonabile’ nelle ottiche promozionali di quella che, fuori dalla magia dei cartoon, resta a tutti gli effetti una multinazionale con le sue logiche e i suoi opportunismi aziendali.

Un’oblio selettivo che ricorda non poco la disinvoltura con cui, oggi come allora, la Disney ha progressivamente ‘cancellato’ la maternità dell’autrice P.L. Travers dal personaggio di Mary Poppins, trasformandolo di fatto in un proprio, quasi esclusivo, brand.

Per quanto ci riguarda, possiamo solo dire grazie e complimenti agli artefici di un’altra, pregevole, pagina della buona, vecchia, emozionante ‘animazione fatta a mano”.