11 Agosto 2018 17:29

Una statua di bronzo per celebrare Benito Jacovitti

E’ stata inaugurata a Termoli, sua città natale, una bella statua in bronzo a Benito Jacovitti (1923 1997), uno dei  grandi protagonisti della nostra letteratura disegnata.

La statua, realizzata dallo scultore Michele Carafa, lo ritrae semplicemente seduto,  nell’atto di disegnare  Coccobill, il suo personaggio più iconico. Posizionata nel centro della cittadina molisana fà parte di un più ampio momento di riqualificazione dell’area che prevede l’istallazione di altre due statue dedicate a cittadini illustri di Termoli.

L’ottimo Vincenzo Mollica, ha voluto anche lui rendere omaggio a Jacovitti proponendo l’evento nella sua celebre rubrica DoreciackGulp! Clikkate nell’immagine qui sotto per vederlo.

Vi ricordiamo, se non l’avete visto, che è ancora disponibile su Rai Play l’ampio speciale televisivo che Paolo Mieli ha dedicato a Benito Jacovitti tutto da vedere per capire meglio l’opera di Jacovitti.

I salamini e l’immancabile lisca di pesce che a lungo fu anche la sua firma, i personaggi colorati, pesanti e un po’ volgari, sono il racconto che Jacovitti (1923 1997) fa dell’Italia popolare attraverso il disincanto ironico della sua matita, per rappresentare i vizi di un popolo un po’ straccione, borioso, conservatore, sboccato e assai poco raffinato. Jacovitti, il cui nome di battesimo, essendo nato l’anno dopo la marcia su Roma, è Benito, ai suoi tempi era considerato di destra dalla sinistra e di sinistra dalla destra, ma l’essenziale per lui era sentirsi libero di esprimere quel che sentiva. Per “Italiani” è lui stesso a raccontarci il suo percorso di vita e d’arte, attraverso le sue apparizioni in TV dal 1962 al 1997 e le interviste radiofoniche. La narrazione di episodi realmente vissuti dal disegnatore molisano, scritti da Simona Fasulo che firma il documentario, è affidata all’attore Giovanni Sorenti. Per la figlia Silvia, che sorridendo lo definisce “un fratello minore dispettoso”, Jac aveva un lato molto oscuro, ma la sua depressione e le sue manie le esorcizzava lavorando ore e ore alle tavole che hanno segnato il tempo del nostro paese. Le altre testimonianze sono di Goffredo Fofi, accanito lettore fin da bambino del Vittorioso, la rivista dove Jacovitti era la penna più illustre, Gianni Brunoro, critico letterario, Il colorista di Jacovitti, l’illustratore Luca Salvagno, e Edgardo Colabelli, che per amore dei fumetti di Jac ha aperto il Museo Jacovitti a Roma.

Un ringraziamento a Lucilla Palmisano, autrice della foto della statua, e agli amici della Casa Museo Benito Jacovitti.

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