20 Giugno 2018 15:43

Il “trisavolo” di Goemon in mostra al MAO di Torino

Goemon al MAO

Rotazione di stampe e dipinti nella Galleria Giapponese del MAO.

dal 19 Giugno 2018 al 21 Ottobre 2018

La necessità di mettere a riposo periodicamente le opere più delicate – come quelle su supporto cartaceo –  offre l’occasione di rendere visibile al pubblico, a rotazione, tutta la collezione giapponese del Museo. A partire da martedì 19 giugno i visitatori del MAO potranno nuovamente ammirare alcune opere che per motivi conservativi sono rimaste per mesi o anni distese e al buio nei depositi.

Il corridoio dedicato alle stampe ukiyo-e accompagnerà il visitatore nell’arte del periodo Edo (1603-1868) attraverso la presentazione di xilografie policrome, biglietti augurali surimono e volumi a stampa.

Del grande maestro Utagawa Kunisada (1786-1865) saranno esposti due trittici che hanno per protagonisti alcuni famosi attori del teatro kabuki.

Molto interessante per il collegamento con i manga e i cartoon del XX secolo è la stampa Tre personaggi in giardino, albero di prugno fiorito in cui a sinistra è raffigurato il personaggio石川五右衛門 Ishikawa Goemon, che ha ispirato e può essere considerato il “bis bis nonno” di Goemon XIII nella serie Arsenio Lupin III.

Goemon XIII è un personaggio immaginario, creato dal mangaka giapponese Monkey Punch (pseudonimo di Kazuhiko Kato) ispirandosi al leggendario bandito vissuto nella seconda metà del Cinquecento che rubava per dare ai poveri. Fallì nel tentativo di uccidere Toyotomi Hideyoshi, uno dei più importanti uomini d’arme e politici del Giappone del Cinquecento, e venne condannato ad essere immerso in un calderone di olio bollente insieme al figlioletto, che in alcune versioni della storia riuscì a salvare tenendolo sopra il livello dell’olio. La vita di questo eroe leggendario venne romanzata e divenne ispirazione per diversi adattamenti di drammi kabuki e joruri.

Il Goemon contemporaneo è il ritratto del perfetto samurai, animato da un profondo senso dell’onore e un austero stile di vita. Da buon guerriero, è di religione shintoista ma si interessa anche alla disciplina spirituale buddhista, non uccide mai un avversario senza un valido motivo, ascolta soltanto musica tradizionale giapponese e si ciba solo di alimenti tipici della cucina del paese del Sol Levante, preferendo il sake al vino. È un personaggio dal carattere calmo, riflessivo e di poche parole. Goemon è un eccellente spadaccino, esperto anche di diverse armi bianche ed è un maestro di karatejudo e aikido. Ha agilità, equilibrio e coordinazione dei movimenti ai limiti dell’essere umano, riflessi ben sviluppati che gli permettono di maneggiare la sua zantetsu-ken allo scopo di fermare e respingere le pallottole.

Nella stampa del 1851-53 esposta al MAO l’attore che interpreta Ishikawa Goemon indossa una veste superiore a sfondo bianco con motivi geometrici azzurri e grigi con risvolto color rosso corallo, sotto la quale emerge uno strato più attillato a motivi romboidali neri e glicine. Nella parte inferiore risalta la veste esterna nera a motivi floreali astratti impressi a secco; al di sotto emerge uno strato color lilla1 con motivi floreali bianchi che nasconde quasi totalmente le calzature nere. Il personaggio porta una katana sul fianco sinistro e un baule nero legato sulla schiena. La postura è maestosa: con la mano sinistra afferra la corda legata al baule, mentre la destra è alzata verso l’alto a palmo aperto. L’attore volge la testa alla sua sinistra incrociando gli occhi truccati. La figura è collocata in una strada delimitata da un muretto a secco a strisce gialle e bianche con base in pietra e tetto a spiovente. La parte superiore ospita i rami di pruno fiorito che si protendono da destra.

In questa occasione verrà esposta anche la seconda metà della serie Murasaki Shikibu Genji Karuta di Utagawa Kunisada II (1823-1880). Il racconto di Genji è considerato il romanzo più antico del mondo ed è stato scritto da una donna, Murasaki Shikibu, nell’XI secolo. Questa serie – Murasaki Shikibu Genji Karuta – è considerata come la migliore opera di Kunisada II. La serie è stata progettata e stampata intorno al 1857. L’editore Tsutaya Kichizo ha utilizzato carte di altissima qualità e inchiostri speciali. Ogni stampa è identificata dal “Genji mon” e i titoli si trovano in un cartiglio unico a forma di conchiglia aperta. Ogni scena è circondata da un bel margine maculato di color oro.

Di notevole interesse tre stampe di bijin di Kitagawa Utamaro (1754-1806). In particolare Daimonjiya uchi del 1798 ca., si tratta di due geisha della casa di piacere Daimonjiya a Edo. Oltre al titolo della stampa e della serie, scritte in alto a sinistra, più in basso si leggono la firma dell’autore e due timbri rotondi: quello in alto è kiwame, il sigillo censorio3; in basso invece il sigillo dell’editore. La stampa fa della serie “Appuntamento con belle donne famose nelle case di piacere” (青楼美人名花合セ Seiro bijin meika awase).

Le vetrine dedicate ai kakemono ospiteranno otto dipinti su rotolo in formato verticale, la cui apprezzabile varietà di temi e stili offrirà validi esempi di pittura a inchiostro, vivaci accostamenti cromatici e più delicati accenni quasi acquerellati. Tra questi il dipinto Orchidee fiorite su pendio roccioso di Minagawa Kien (1734-1807).