19 Marzo 2018 11:23

Dal controllo all’istinto: intervista ad Andrea Serio

Conosco Andrea Serio dai tempi dello IED quando, nella prima metà degli anni ’90, eravamo entrambi studenti del corso di illustrazione. Lui era bravo. Molto.

Ci siamo rivisti, dopo quasi due decadi, all’edizione di Torino Comics del 2012; da allora ho sempre pensato di fargli qualche domanda per un’intervista e ho voluto cogliere l’occasione dell’imminente uscita del suo artbook, SERIOUSLY, che raggruppa una selezione di lavori dei suoi primi 20 anni di carriera. Con la sua solita gentilezza, Andrea mi ha risposto inviandomi anche un po’ di immagini che mi piace condividere con chi vorrà leggere l’articolo.

Buona lettura.

Andrea Serio - Corto Maltese
Corto Maltese – Andrea Serio

Michele Marchitto: Ho letto che, fino a qualche tempo fa, lavoravi “in punta di matita”, mentre “La tendenza attuale è: vai e distruggi”. Ecco, mi piacerebbe sapere se questo cambiamento è puramente tecnico e pratico o se, invece, c’è un nuovo atteggiamento verso il disegno. Cos’è cambiato?

Andrea Serio: Sono cambiato io, semplicemente. Negli ultimi 3/4 anni ho lavorato molto, disegnando quasi compulsivamente, soprattutto al di fuori dei confini delle commissioni: avevo bisogno di recuperare la gioia e la leggerezza che sentivo di aver smarrito, perciò ho deciso di concedermi il lusso di disegnare per me stesso, approfittando di ogni ritaglio di tempo. Grazie a questo esercizio costante e alla libertà totale, ho potuto finalmente staccarmi da un certo manierismo che iniziava a pesarmi, preferendo un segno più istintivo a quello molto controllato, “in punta di matita” appunto, che aveva caratterizzato i miei lavori fino a quel momento. Così la linea si è fatta più dinamica, la colorazione meno precisa; mi accorgo che ora c’è più spazio per l’improvvisazione, per la sporcatura, per l’errore.

Unitamente a questa deviazione tecnica, è avvenuto un naturale ricambio fisiologico: quello che mi piaceva dieci, cinque anni fa, adesso mi interessa meno, ho l’impressione di averlo esplorato a sufficienza; nel frattempo altre cose hanno attirato la mia attenzione e arricchito il mio bagaglio: nuove letture, nuovi incontri, il lavoro di altri autori, l’evoluzione di un certo linguaggio cinematografico da parte di alcuni registi. Quando ti poni come una spugna nei confronti del mondo che ti circonda, ogni nuova influenza inevitabilmente riplasma il tuo modo di sentire e, di conseguenza, di interpretare la realtà.

"mi accorgo che ora c'è più spazio per l'improvvisazione, per la sporcatura, per l'errore" (Andrea Serio)
“mi accorgo che ora c’è più spazio per l’improvvisazione, per la sporcatura, per l’errore” (Andrea Serio)

MM: C’è un personaggio del fumetto italiano di cui ti piacerebbe realizzare un albo?

Andrea Serio: Ammetto di non essere mai stato un grande consumatore di fumetto seriale, fatta eccezione per Topolino, che ho divorato durante la mia infanzia, e Dylan Dog, in età adolescenziale. L’indagatore dell’incubo è un personaggio che ho amato e amo ancora profondamente: fino a un paio d’anni fa, avrei risposto che è lui il personaggio sul quale vorrei essere messo alla prova, senza dubbio; oggi non ne sono più così sicuro, in tutta onestà non credo di esserne all’altezza, sento di dover crescere ancora. Se in passato ho creduto di essere pronto, ho peccato di presunzione. Può capitare.

"Se in passato ho creduto di essere pronto, ho peccato di presunzione" (Andrea Serio)
“Se in passato ho creduto di essere pronto, ho peccato di presunzione” (Andrea Serio)

MM: Che rapporto hai, con la scrittura?

Andrea Serio: Scrivere mi piace quasi quanto disegnare, ma purtroppo non ho con la scrittura la stessa confidenza che ho con il disegno. Proprio in questo periodo sono al lavoro su un graphic novel del quale, per la prima volta, sono autore anche della sceneggiatura (per l’esattezza, si tratta di un adattamento di un testo già esistente in forma di romanzo) e sto facendo i conti con le difficoltà dovute alla poca dimestichezza con la narrazione scritta e con la costruzione dei dialoghi. Il progetto sarà pubblicato da Oblomov all’inizio del prossimo anno: lavorando al fianco di un autore completo e di grande esperienza come Igort avrò la possibilità di imparare moltissimo e, anche grazie ai suoi consigli, spero di colmare quanto prima le mie lacune.

Cover per la nuova edizione Kleiner Flug di "Nausicaa - L'altra Odissea"- Andrea Serio
Cover per la nuova edizione Kleiner Flug di “Nausicaa – L’altra Odissea”- Andrea Serio

 MM: Nel 2012 hai iniziato l’esperienza da docente per la Scuola Internazionale di Comics, a Firenze e Torino. Ti va di condividere qualcosa, se c’è, che hai imparato dal rapporto coi tuoi studenti?

Andrea Serio: Contro ogni previsione iniziale, fare l’insegnante mi piace e mi appaga molto. Lavorando con gli studenti si impara sempre qualcosa di nuovo. Ogni anno devi rapportarti con persone diverse, provenienti da esperienze e ambienti diversi, e ogni volta devi ricominciare da capo, scoprire come suscitare il loro interesse, come appassionarli alla materia, non volendo limitarsi alla trasmissione di una serie di nozioni tecniche, ma cercando di capire in che modo si possa essere concretamente utili alla loro formazione.

È un lavoro che porta a migliorarsi, perché mette di fronte ai propri limiti e costringe ad essere preparato, a restare continuamente aggiornato. E con i ragazzi non puoi barare: se provi a fare il furbo, ti beccano subito.

"avevo bisogno di recuperare la gioia e la leggerezza che sentivo di aver smarrito, perciò ho deciso di concedermi il lusso di disegnare per me stesso" (Andrea Serio)
“avevo bisogno di recuperare la gioia e la leggerezza che sentivo di aver smarrito, perciò ho deciso di concedermi il lusso di disegnare per me stesso” (Andrea Serio)

MM: Dopo una trionfale campagna di crowdfunding, finalmente stiamo per vedere l’artbook “SERIOUSLY” nel quale potremo ammirare un bel numero di tavole della tua carriera fin qui. Immagino che in questi venti anni tu abbia avuto a che fare con un sacco di gente: c’è qualcuno che senti di voler ringraziare?

Andrea Serio: In effetti, sono moltissime le persone che per lavoro ho avuto modo di incontrare e conoscere in tutti questi anni, nonostante la mia vita da recluso. Approfitto della tua domanda per ricordarne due in particolare, importanti per me da un punto di vista non solo prettamente professionale: la prima è Pietro Alligo, delle Edizioni d’arte Lo Scarabeo, che ha creduto nelle mie potenzialità quando ero poco più di uno studente alle prime armi, con un curriculum praticamente inesistente; grazie a lui ho ottenuto i miei primi contratti e ho avuto la possibilità di farmi le ossa in questa professione. La seconda è John De Leo, vecchio amico e grandissimo musicista: da lui ho imparato cosa significhi credere fermamente in un'”idea d’arte” e quale prezzo comporti decidere di perseguirla fino in fondo, rivendicando la propria libertà intellettuale e ricercando un livello qualitativo sempre maggiore, senza scendere mai a compromessi. Ovviamente, le persone più importanti restano quelle che mi sono state e mi stanno più vicino, supportandomi e sopportandomi quotidianamente, senza le quali non avrei combinato granché in questo lavoro e probabilmente nemmeno nella vita: ogni piccolo e grande obiettivo raggiunto è idealmente dedicato a loro, è un mio modo per dire loro grazie, anche se so che il mio debito non potrà mai essere ripagato del tutto.

Arzach - Andrea Serio
Arzach – Andrea Serio

MM: Sono convinto che il lavoro dell’illustratore e del fumettista non possa esistere senza la grande passione che traspare dalle tue tavole e credo che entrare in sintonia con la storia e i personaggi da raccontare sia di fondamentale importanza: ci sono temi su cui non ti piace cimentarti al punto da rifiutare un’eventuale proposta di collaborazione?

Andrea Serio: Col tempo, fortunatamente, l’elenco delle cose che inizialmente potevano apparirmi poco digeribili, perché troppo faticose o troppo lontane dai miei gusti, è andato accorciandosi. In questo mestiere, arriva sempre il momento in cui devi farti coraggio e trovare un modo per affrontare anche i soggetti “brutti” (prima lo fai, meglio è). Certamente ci sono mondi e soggetti che preferisco, che trovo più divertenti o più adatti al mio modo di disegnare, ma non direi che esista un tema in particolare che non tratterei a prescindere, purché mi sia garantito il diritto di esporre sempre il mio punto di vista e di esprimermi con il mio linguaggio. Piuttosto, esistono persone con cui mi rifiuterei di collaborare, per via di una diversa posizione etica o politica, ad esempio.

"In questo mestiere, arriva sempre il momento in cui devi farti coraggio..." (Andrea Serio)
“In questo mestiere, arriva sempre il momento in cui devi farti coraggio…” (Andrea Serio)
Andrea Serio
Andrea Serio