Periodicamente se ne parla, anche perché gli estremisti violenti ci godono a trovare un personaggio famoso da acquisire con entusiasmo o rigettare con veemenza. Come i neo ultracomunisti mettono sul rogo questo o quel noto personaggio per sembrare loro puri e immacolati e giustificati nella loro ira violenta, così i neo nazifascisti cercano di pulire la loro immagine con la beneficenza o tentando di far credere che questo o quel grande personaggio era “dei loro” e quindi anch’essi dovrebbero esser considerati grandi e degni e giustificati in ogni loro azione. Ovviamente, invece, restano tutti indegni, quelli che oggidì usano la violenza in politica, punto e basta.
Per giunta qua e là, per ignoranza, sbagliano pure nella scelta dei grandi personaggi.
Hergé è uno di quelli che, a motivo della pubblicazione dei suoi fumetti sul quotidiano Le Soir durante l’occupazione tedesca e per le amicizie scoutistiche con persone che furono, loro sì, convintamente dalla parte sbagliata della Storia e dell’Umanità, si è trovato (e periodicamente si trova) a essere segnalato ad arte da violenti di destra e di sinistra.
Il punto però è che, come spiega in dettaglio per l’ennesima volta Jean-Luc Remy, Hergé non era razzista, ne’ antisemita, ne’ fascista, ne’ nazista e, per giunta, nemmeno collaborazionista (incivique), a quanto pare. Amico fedele anche di chi ha grandemente sbagliato, questo sì, ingenuo e lento a capire la politica, magari, condizionato fin quasi al plagio, può darsi.
Ma la sua storia personale e quella di Tintin lo pongono, appiattimenti iniziali sui luoghi comuni compresi (tanto diffusi ovunque in quel periodo e, purtroppo, anche dopo, a differenza sua che maturando ne prese apertamente le distanze), proprio da un’altra parte.
Certo, per affermarlo bisogna conoscere la storia e la Storia.
Le ignori? Tutti siamo ignoranti sulla maggior parte delle faccende, ovvio, per questo ci si affida reciprocamente a chi, invece, ha competenza specifica accreditata e adeguata documentazione.
In questo caso, stavolta, ti consiglio la lettura dell’intervento di Jean-Luc Remy su Bruce Lit, qui di seguito. In coda all’articolo, c’è un altro corposo intervento di Remy nelle note, da leggere assolutamente giacché affronta un’altra questioncina storica su Hergé e Leblanc.
Leggi qui l’articolo citato: http://www.brucetringale.com/herge-pendant-loccupation/
… On a beau le répéter : Hergé n’était ni raciste, ni antisémite et encore moins collabo’. Mais pourquoi, ce procès dure ? On appelle Jean-Luc Rémy à la défense chez Bruce Lit…
… Hergé n’a jamais été considéré par la justice Belge par comme « incivique »…
[En parlant d’une action, d’un fait] Qui témoigne d’un manque de civisme.
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