9 Novembre 2017 21:30

100 anni fa, “El Apostol”: Quirino Cristiani, l’animatore che anticipò tutti (anche Disney)

Esattamente un secolo fa, il 9 novembre 1917, usciva in sala “El Apostol”, primo lungometraggio a disegni animati della storia del cinema, realizzato da Quirino Cristiani, natali a Santa Giuletta, nel pavese, ma ormai argentino d’adozione.

Figlio di Luigi Cristiani, originario di Casteggio ma segretario comunale nella vicina Santa Giuletta, e di Adele Martinotti, Quirino aveva affrontato a soli quattro anni, con i genitori e i fratelli, la lunga e perigliosa traversata atlantica ben nota a tanti nostri connazionali in cerca di futuro più favorevole – già, come spesso tendiamo a dimenticare, un tempo gli “invasori” eravamo (anche) noi… o forse, semplicemente, facevamo parte di quel processo di ibridizzazione che permette da sempre all’umanità di andare avanti – in quel lontano 11 aprile del Ventesimo Secolo.

Dopo un’infanzia felice a Buenos Aires, tentò la strada dell’Accademia d’Arte, salvo preferire dopo poco il percorso dell’autodidatta che lo portò a pubblicare apprezzate caricature su riviste e soprattutto ad incontrare l’astigiano Federico Valle, fondatore nella capitale argentina dell’omonima casa di produzione specializzata in film documentari.

 

Ma qui urgono due parole sul contesto storico: le elezioni del 1916 avevano posto pacificamente fine in Argentina al dominio ultratrentennale del Partito Conservatore, con l’elezione di quello Radicale guidato da Hipòlito Yrigoyen. Malgrado le sue aperture, anche in tema di libertà di stampa, quest’ultima gli si rivoltò contro ironizzando sulla sua ignavia sociale e accusandolo di corruzione, nonché di codardia nel voler mantenere l’Argentina neutrale malgrado lo spirito filogermanico dell’oligarchia militare argentina. Il neo presidente venne soprannominato “Peludo”, ovvero scarmigliato, sia per la sua mancanza di cura personale ma anche, e soprattutto, nell’accezione popolare di “intellettualmente trascurabile”. In castigliano argentino “peludo” è anche uno degli appellativi dell’armadillo, il cui comportamento è normalmente considerato timido e distaccato, proprio come veniva percepito il presidente Yrigoyen, che “guidava il Paese senza che se ne avvertisse il carattere”.

Federico Valle, un tempo operatore di camera e regista in Europa – fu autore della prima, storica ripresa cinematografica aerea durante la visita di Wilbur Wright a Roma nel 1909 –  e poi produttore di cinegiornali in Argentina, possedeva fondamentalmente un’indole apolitica, ma sapeva che non lo erano affatto i “portenos“. Arruolò dunque il ventenne Quirino Cristiani che realizzava vignette sulla strada, gli diede per formarsi “Les Alumettes Animées” (1913) di Emile Cohl (autore nel 1908 di “Fantasmagorie”, primo vero corto animato della storia – destino?) per imparare la tecnica, e gli diede il via libera. Il cinegiornale “Actualitades Valle” esordì alla vigilia del 1916 comprendendo pure “La Intervención en la provincia de Buenos Aires” (1′), cortissimo realizzato con animazione di ritagli su cartoncino, la tecnica che Cristiani avrebbe mantenuto per tutta la sua carriera.

 

El Apostol, un anno più tardi, venne finanziato da Guillermo Franchini, proprietario di una catena di cinema in cui sarebbe stato in seguito proiettato il film. Cristiani si ispirò per i personaggi al lavoro del vignettista Diógenes Taborda, detto El Mono (la scimmia, per la sua scarsa avvenenza), accollandosi la maggior parte del lavoro di animazione: i 58.000 fotogrammi (14/s) per 1 ora e 10′ complessivi esordirono il 9 novembre 1917. Nel film, eminentemente satirico, Yrigoyen saliva in Cielo e utilizzava i fulmini di Giove per mondare Buenos Aires dall’immoralità e dalla corruzione. Risultato: la città ridotta in cenere. Gli effetti visivi del fuoco in questo film si devono ad Andrè Duncan, che in seguito girerà due lungometraggi animati per conto proprio.

Un assai controverso episodio della Prima Guerra Mondiale fu l’affondamento della goletta mercantile “Monte Protegido” da parte di un sottomarino tedesco, con l’intenzione di addossarne la colpa alle forze della Triplice Intesa e causare un coinvolgimento bellico dell’Argentina a fianco della Germania. La manovra, smascherata, aveva suscitato polemiche tali da far propugnare su più fronti la discesa in campo della Nazione sudamericana (rimasta paese neutrale) ma a fianco delle forze Alleate.

La smania di Yrigoyen nel voler chiudere l’incidente della goletta per non mettere a rischio la neutralità del proprio Paese divenne il pretesto per girare un secondo lungometraggio. Vede la luce dunque “Sin dejar rastros”, il cui titolo (lett.: “senza lasciare tracce“) fa riferimento alla presunta direttiva del diplomatico tedesco Karl Graf von Luxburg di affondare la nave argentina e poi defilarsi dalla scena. Della Valle y Fauvety, presidente della società proprietaria della catena Gath & Chaves e fieramente “antialemanno”, propose quindi a Cristiani di girare una pellicola che ricordasse l’accaduto fornendogli mezzi e piena autonomia, tecnica quanto operativa. Il lungometraggio uscì nel cinema nel 1918 ma restò in sala un solo giorno: il pubblico non lo apprezzò e la stampa lo ignorò del tutto, così l’originale e tutte le copie vennero confiscate “precauzionalmente” dal Ministero degli Esteri e sparirono per sempre nei cunicoli della burocrazia statale. Chissà che un giorno non possano rispuntare alla luce, a parziale compensazione della purtroppo irreparabile perdita delle altre opere di Cristiani?

Nell’attesa ci restano le sue stesse parole a ricordare il film:
“… una pellicola molto divertente, in cui raccontai l’episodio in chiave comica e mettendo a rischio il plenipotenziario prussiano … la politica internazionale era il tema più scottante della politica, e mantenni la mia irriverenza senza edulcorarla.”

Il film venne confiscato il giorno dopo l’uscita ma Cristiani evitò l’incarcerazione e da quel momento si dedicò a vignette satiriche e caricature per i giornali. Per mantenersi, fondò la compagnia pubblicitaria Publi-Cinema, portando i suoi lavori nelle zone più povere della città, prive di sale cinematografiche, proiettando al pubblico pagante i corti di Charlie Chaplin e altri film intervallati dalle sue animazioni. Funzionò talmente bene che la polizia ne sospese le attività per “disturbo della quiete pubblica e interruzione del traffico.”

Il “Peludo” terminò i suoi sei anni di mandato nel 1922, e gli successe il compagno di partito Marcelo Torcuato de Alvear. Cristiani si dedicò a corti di intrattenimento, come “Firpo-Dimpsey” sull’incontro di boxe tra i pesi massimi Jack Dempsey e Luis Firpo, “Uruguayos Forever“, celebrante la vittoria della nazionale calcistica uruguagia ai Giochi Olimpici, e “Humberto de garufa“, in ricordo della visita del principe Umberto di Savoia a Buenos Aires. Nel 1926 il primo degli incendi che perseguiteranno spietatamente le opere di Cristiani devastò i magazzini Valle: tra i film perduti in mezzo alle fiamme anche “El Apostol”.

Nel 1928 un attempato Yrigoyen venne nuovamente eletto presidente, e Cristiani colse al volo l’occasione di mettere mano a un nuovo film: scritto con Eduardo Gonzalez Lanuza, il terzo lungometraggio si intitolerà “Peludopolis”, sorta di favola con al centro il pirata Peludo intento ad aggirarsi nella città del titolo insidiata dai pescecani simbolo del Partito Radicale. Si tratta del primo lungometraggio animato comprensivo di colonna sonora e di canzoni, e costituisce il secondo record al personale occhiello di Quirino Cristiani.

La lavorazione venne bruscamente interrotta il 6 settembre 1930 quando un colpo di stato militare guidato dai conservatori rovesciò il presidente in carica. Cristiani, ormai molto avanti nella lavorazione, modificò il plot e mise al centro i generali, in veste di eroi positivi, anche allo scopo di “coprirsi le spalle” da eventuali rappresaglie da parte del nuovo governo. Aggiunse anche un personaggio di nome Juan Pablo, quale centro morale del film. Con l’approvazione delle autorità argentine, il film poté uscire in sala il 16 settembre 1931. Appena due anni dopo Yrigoyen morì, e in un momento non facile per il Paese (era arrivata la Grande Depressione), immerso nell’ostentato quanto unanime cordoglio verso un politico spesso deprecato in vita, Cristiani decise di ritirare il film.

L’avvento dell’era Topolino monopolizzò l’immaginario dell’animazione anche in Argentina (non a caso per molti il primo lungometraggio della storia resta tuttora “Biancaneve” che invece arriverà soltanto un ventennio dopo “El Apostol“) e da solo Cristiani non aveva alcuna possibilità di competere: i suoi studios divennero laboratori per doppiaggio e sottotitoli, comunque di eccellenza nazionale. Gli ultimi lungometraggi cui si dedicò non ebbero particolare rilevanza, ma Cristiani si tolse comunque la non irrilvante soddisfazione di lasciare a bocca aperta Disney quando ebbe modo di incontrarlo durante il tour di quest’ultimo nell’America Latina: zio Walt non riuscì a capacitarsi che un uomo avesse potuto realizzare praticamente da solo ben tre lungometraggi animati di alta qualità! Inoltre, Cristiani gli “prestò” Molina Campos, che fu la preziosa fonte iconografica per il segmento “Pippo El Gaucho” in “Saludos Amigos“, capolavoro Disney del ’42.

 

Altri due roghi, nel 57 e nel ’61 cancellarono quasi tutti i lavori di Cristiani, inclusa l’unica copia di “Peludòpolis”.

A salvarsi, fu unicamente il corto “El Mono relojero” – tra l’altro realizzato non con la consueta tecnica brevettata con le marionette disegnate e animate frame by frame, ma con quella sempre più in voga basata su rodovetri – in quanto custodito presso il produttore del film Constancio C. Vigil.

 

A Quirino Cristiani, che tra le altre cose fondò anche la prima colonia naturista argentina, va il merito di aver realizzato i primi film didattico-scientifici animati e pubblicitari dell’America Latina e di aver formato artisti che si sarebbero poi distinti nel campo del cinema di animazione.

La sua riscoperta è in gran  parte dovuta al lavoro del critico e storico italiano Giannalberto Bendazzi,  che lo rintracciò e ne ricostruì pazientemente la storia e l’opera nel suo fondamentale libro “L’Uomo che anticipò Disney. Il cinema d’animazione di Quirino Cristiani” (Latina, Tunué, 2007), appena ristampato in una nuova edizione riveduta e corretta dal titolo “Primo due volte. Quirino Cristiani e il cinema di animazione” (Le Mani-Microart’S, 2017). Quest’ultima è la terza rielaborazione, aggiornata e corretta dall’Autore, della stesura orginale dal titolo “Due volte l’Oceano. Vita di Quirino Cristiani pioniere del cinema di Animazione” (Firenze, La casa Usher, 1983).

Grazie all’opera diplomatica dello stesso Bendazzi, il 29 Novembre 1981 Quirino Cristiani fece ritorno, accompagnato dal figlio, alla natìa Santa Giuletta su invito ufficiale del Comune e della Provincia di Pavia, all’età di 85 anni. Per onorarlo e mantenere in vita questo legame ritrovato, oggi il Museo della Bambola e del Giocattolo di Santa Giuletta porta il suo nome.

Fu la prima e ultima volta che rivide il suolo italiano. Si spense serenamente a Bernal (Buenos Aires), il 2 agosto del 1984.

Nel 2007 Gabriele Zucchelli  ha realizzato un documentario sulla vita di Quirino Cristiani dal titolo “The Mistery of the First Animated Movies” che vinse il  Premio Oriundi al Festival del Cinema Latino Americano di Trieste.

 

In questo film è contenuto anche un prezioso contributo relativo alla lavorazione di “Peludòpolis”, reperito da Zucchelli tramite il collezionista Enrique Bouchard, che costituisce forse l’unica precisa testimonianza del metodo di lavoro utilizzato da Cristiani e la sua equipe. Questo breve ‘documentario nel documentario’ veniva in origine proposto nei cinema abbinato al lungometraggio animato per promuovere la fruizione della tecnica presso il pubblico.

Nel 2015 Diego Kartaszewicz ha dedicato un altro bel documentario (“Sin dejar rastros“, riferimento nel titolo all’omonimo lungometraggio “desaparecido” di Cristiani ma anche al tragico destino delle sue opere) all’epopea dell’animatore italo-argentino la cui memoria viene oggi preservata dal nipote Héctor insieme ad un’agguerrita squadra di “eredi artistici” impegnati nella meritoria impresa di  ricostruire una parte di  “Peludópolis“.

 

Commoventi a tal proposito sono state, in occasione dell’ultima Conferenza della Society of Animation Studies tenutasi in luglio a Padova con l’eccellente direzione del professor Marco Bellano (ideatore e docente del corso di Storia dell’Animazione presso il locale ateneo), le parole dello stesso Héctor, per il quale tutelare e tramandare il ricordo dell’amato abuelo non è soltanto il giusto e doveroso tributo a un grande artista caduto a lungo nell’oblio – da cui, va ribadito è riemerso in gran parte grazie all’ostinato e appassionato lavoro di Giannalberto Bendazzi – ma anche, e soprattutto, un modo per ricordare un uomo dai molti talenti il quale, in definitiva, era anzitutto “il suo migliore amico”.

Hector Cristiani con Giannalberto Bendazzi.

E la visita a Santa Giuletta non ha mancato di dare gustosi frutti. I suoi “concittadini” italiani non lo hanno infatti dimenticato: in molti, ancora bambini all’epoca di quell’evento, si ricordano con affetto dell’anziano signore che “portava le storie con sé“. Tra questi c’era anche Massimo Rossi, che insieme al socio Simone Rasetti ha fondato 949 Creative Studio e insieme, per lavoro, “trasformano le persone in cartoni animati“. A Padova hanno voluto omaggiare Quirino attraverso Hector realizzando appositamente un modellino 3D proprio dell’Apostolo perduto, consegnato all’erede dallo stesso, emozionatissimo Massimo, in ideale rappresentanza di tutta Santa Giuletta.

Un omaggio dal significato ancor più simbolico, se consideriamo che proprio in questi giorni in Argentina  si sta approvando, elezioni permettendo,  l’istituzione di una “Giornata Nazionale del cinema di Animazione” da tenersi  il 9 novembre, ovvero il giorno della prima di “El Apostol”.

Hector Cristiani con Massimo Rossi.

Il cerchio sta dunque per chiudersi, il lungo viaggio è (quasi) terminato: hasta siempre, senor Cristiani, por dos veces El Primero.

Aggiornamento: Il 9 novembre è ora ufficialmente la Giornata Argentina del Cinema di Animazione.

I riconoscimenti alle migliori produzioni della sempre più florida industria animata iberoamericana sono stati intitolati a Quirino Cristiani. I Qurino Awards” festeggiano nel 2021 la loro quarta edizione.

Nel 2019 il ‘buen retiro’ di Cristiani, a Unquillo, nelle sierras cordobesi, ha inaugurato un centro sperimentale di cinematografia destinato ad essere capofila del nascente polo locale di Animazione e linguaggi correlati. La struttura, inutile dirlo, è stata intitolata all’illustre pioniere, cittadino onorario di Unquillo, dove ancora un suo pronipote tiene in vita “Cineville”, la sua tenuta immersa nel verde tra alberi da frutta e corsi d’acqua cristallina.

Il puppet 3D “El Apòstol” realizzato dai creativi digitali Massimo Rossi e Simone Rasetti di 949 Creative Studio, startup di Casei Gerola, nel Pavese, che crea pupazzi cartoon con la moderna tecnica 3D, è stato traslato (ed esposto in modo permanente) martedì 10 luglio 2018, al Museo del Cinema di Buenos Aires – Museo del Cine Pablo C. Ducrós in apertura di “Cuadro a Cuadro”, la mostra dedicata ai 101 anni del cinema d’animazione in Argentina, inaugurati da quell’autentico pioniere che fu ‘don’ Quirino Cristiani.