13 Ottobre 2017 12:32

Pepito, con riconoscente affetto!

Il riconoscente affetto per alcuni autori di fumetto mi è nato spontaneo quando ero bambino. Molto più tardi la vita mi avrebbe portato dentro quel mestiere e a conoscerne tanti di persona, di autori che avevo amato, e ad apprezzarne pregi e difetti umani. Le mie letture abituali erano Topolino e il Corriere dei Piccoli (o l’uno o l’altro, a seconda dei casi: tutti e due non era possibile), ma c’erano occasioni, non allegre, in cui mia mamma, portandomi periodicamente all’ambulatorio medico per esami del sangue, passando davanti a una diversa edicola, per consolarmi mi comprava un giornalino delle edizioni Alpe. Lì incrociai i disegni di Luciano Bottaro e Giorgio Rebuffi, decisamente consolatori per me, quanto divertenti e appassionanti.
Come d’uso in quei tempi barbari, i nomi degli autori non figuravano (e non era, questa, nemmeno la cosa peggiore che i fumettisti dovettero subire, all’epoca e per molto tempo ancora), ma i segni li potevo ben distinguere. Mi ci affezionai. Mi ispirarono, anche.
Beh, il segno di Bottaro col suo Pepito (e tutto il resto) ha ispirato ben altri autori… Florence Cestac, Charlie Schlingo, Francois Corteggiani, giusto per citare solo quelli indicati in coda al volume 2, da poco uscito, della ristampa di Pepito curata dall’editore francese Cornelius, che puoi vedere da me sfogliato in questo video e che mostra l’affetto di cui gode, ancora, in terra di Francia…