12 Aprile 2017 18:07

Benvenuta, Julia!: l’autismo non è un tabù a “Sesame Street”

La popolarissima e “storica” (la prima puntata risale al 1969) trasmissione ludico-pedagogica per bambini “Sesame Street“, nella versione “madre” americana, compie uno di quei piccoli-grandi passi verso la civiltà e l’integrazione di tutti i soggetti sociali introducendo un nuovo personaggio, Julia, che presenta i sintomi di quel disturbo nello sviluppo neuronale comunemente chiamato autismo.

Lunedi 10 aprile, sull’emittente PBS e su Youtube, Julia si è presentata ufficialmente agli spettatori e ai suoi nuovi amici del mondo dei pupazzi più famosi del mondo.

“L’obiettivo era di decidere quali caratteristiche dovesse avere il personaggio e in che modo normalizzare l’autismo per il pubblico infantile – hanno spiegato gli autori del programma – Sin dall’inizio, ci si è chiesti come si potesse parlare di un tale argomento all’interno di Sesame Street: è difficile poiché i problemi legati all’autismo non sono comuni a tutti, e sono differenti a seconda della persona che ne è affetta.”

Per ottenere la miglior verosimiglianza nella caratterizzazione del personaggio, l’emittente ha lavorato a stretto contatto con associazioni che si occupano a vario titolo dell’argomento; nell’episodio che infine è stato trasmesso sono evidenti le difficoltà a comunicare e a relazionarsi di Julia, sintomi caratteristici nelle persone affette da autismo: all’inizio pare ignorare coloro che la salutano o le parlano, creando un potenziale fraintendimento che il conduttore del programma, Alan Muraoka, provvede a dissipare invitando gli altri personaggi ad usare la massima pazienza e delicatezza con la loro nuova amica.

La aiuterebbe porgerle un’altra volta il quesito.”

Julia viene anche fortemente scossa dal suono di una sirena di polizia (non che di solito sia un rumore tranquillizzante!, n.d.G.), ma i suoi nuovi compagni riescono a non farsi “spaventare” dalla sua reazione e a confortarla fino a quando non ritrova la calma e la tranquillità per giocare di nuovo insieme a loro.

Il personaggio era già stato introdotto in alcuni libri illustrati della serie ispirata alla trasmissione, ma per la sceneggiatrice Christine Ferraro l’auspicio è che col tempo essa diventi per tutti semplicemente “Julia” e non un simbolo di questo grave disturbo, che secondo il Servizio di censimento malattie degli Stati Uniti interessa oggi un bambino americano su 68.

In realtà, per la varietà di sintomatologie e la complessità nel fornirne una definizione clinica coerente e unitaria, è più corretto parlare (al plurale) di Disturbi dello Spettro Autistico (DSA, in inglese, ASD, Autistic Spectrum Disorders), termine che racchiude la vasta gamma di patologie o sindromi aventi come denominatore comune, a vari gradi o livelli di intensità, la compromissione dell’interazione sociale e il deficit della comunicazione verbale e non verbale, con conseguente diminuzione e limitazione degli interessi personali, la reiterazione di comportamenti e l’attenzione ossessiva a dettagli apparentemente secondari.

Una fondamentale testimonianza, “soggettiva” e “oggettiva” insieme, sul “pensiero autistico” si può trovare nelle opere della dottoressa Temple Grandin, l’irriducibile “antropologa su Marte” che ha saputo trovare il proprio posto nel mondo dei (cosiddetti) “normali” senza rinnegare la propria peculiarità e, anzi, rivendicando per le persone autistiche la dignità di poter tentare di esprimere le proprie potenzialità, compatibilmente con la gravità del disturbo, senza più venire isolati dal resto della società come “irrecuperabili” e “imbarazzanti” casi clinici.

Anche e soprattutto per loro, è iniziata la storia di Julia.

[Fonte: http://www.francetvinfo.fr/culture/tv/l-emission-americaine-pour-enfants-sesame-street-accueille-son-premier-personnage-autiste_2141922.html#xtor=RSS-3-[culture]