6 Aprile 2017 10:00

Sotto 18 film festival. Altan e la Pimpa al Sotto 18 Film festival

Domenica due aprile a Torino durante il Sotto diciotto film festival la Pimpa e al suo autore, il grande Francesco Tullio Altan hanno incontrato il loro pubblico di fans e fatto festa insieme.

Si è iniziato con la festa dedicata alla Pimpa. Ai piccoli venuti a assistere sono stati regalati palloncini e libri da colorare e con questi sono entrati nella grande sala uno del cinema Massimo, dove la doppiatrice della Pimpa, Francesca Vettori, e il regista teatrale Giorgio Scaramuzzi hanno letto le storie della Pimpa facendo le voci mentre venivano proiettate le immagini dal libro.

Dopo questo evento c’è stato l’incontro con Altan. A regolare il tutto era presente Luca Raffaelli.

Luca Raffaelli chiede a Altan com’è nata la Pimpa. Tutto iniziò con i disegni che faceva per divertire la figlia da piccola. Disegnava con lei di continuo, era il loro primo modo di comunicare, così venne fuori questa cagnolina. Non ci diede peso all’inizio, fu un suo amico che vedendola gli disse che un personaggio così poteva piacere molto e lo convinse a provare a scrivere alcune storie e portarle al Corriere dei piccoli. Lui lo fece poco convinto e invece il direttore accettò subito di pubblicarla.

Se rivede adesso quelle prime storie si chiede come abbiano potuto accettarle. Gli sembrano disegnate davvero male. Luca Raffaelli porta il parere di chi all’epoca era già un lettore adolescente e conosceva Altan per le storie “un po’ cattive” pubblicate su linus o Corto Maltese. Scoprire un Altan così pieno di amore, felicità e colori fu una vera sorpresa per tutti.

Ma già prima di lei, in Brasile, Altan aveva scritto una fiaba per se, Camillokromo, fatta per rispondersi alla domanda su come i camaleonti avessero imparato a cambiare colore.

Sono passati più di quarant’anni e della Pimpa Altan ha fatto 1.006 storie, gli vengono più facilmente delle vignette.

Racconta a Raffaelli che ancora ci sono cose che del suo mondo non sa. Come che lavoro fa l’Armando, forse impiegato, forse a Milano.

Partito il momento delle domande dei bambini risponde loro con grande serietà.

D: Perchè la Pimpa è bianca e rossa?

R: Perché così si vede meglio, come i segnali stradali.

D: Perchè Cammica sempre su due zampe?

R: Perchè quando i cani fanno le feste stanno su due zampe, così lei che fa sempre le feste a tutti è sempre sulle due zampe

D: Perchè ha sempre la lingua di fuori?

R: Perché i cani quando sudano non sono come noi, che sudiamo dalla pelle. Loro sudano dalla lingua. E lei che è sempre in movimento suda sempre, quindi ha la lingua di fuori.

D: Come mai si chiama Pimpa?

R: Perché una sua amica quando era piccola parlava sempre di lei chiamandosi “La bimba” ma storpiando la parola. Da lì il nome, anche se inizialmente quest’amica non era stata molto felice di essere divantata una cagnolina.

D: Perchè a volte la Pimpa si veste e a volte no?

R: Dipende molto da come sarà la storia

D: Hai degli animali?

R: Ho avuto per molti anni una cagnolina e gli volevano tutti un gran bene, tanto che quando è mancata non hanno potuto prenderne un’altra. Ma non è nata da lei l’ispirazione.

D: Perché la pimpa è sempre felice?

R: Beh, questo lo si dovrebbe chiedere a lei, ma non sarebbe bello se tutti fossero felici come la Pimpa?

Anche alcuni genitori fanno domande.

D: Come fa la Pimpa a resistere con le sue storie calme e lente in un mondo sempre più veloce?

R: credo che questa sia colpa mia che è lento. Ha notato che i bambini piccoli restano ancora gli stessi di trent’anni fa, e continuano a amare la Pimpa. Poi crescono e se ne allontanano. Ma quando scrivono al giornale per dire che non possono più leggerla perché sono cresciuti lo fanno pieni di dispiacere e dicendo che la ricorderanno sempre con grande felicità.

D: Pensa che sia possibile in Italia fare una serie animata con tematiche adulte?

R: Penso che sia possibile e che sarebbe anche l’ora di farle.

Una bambina di tre o quattro anni lo ringrazia di aver fatto la Pimpa che le piace tanto e è sua amica.

Così tra risate e palloncini Pimpa che volano verso il soffitto della sala finisce l’incontro.

Altan va all’ingresso del cinema e seduto a un tavolino fa autografi e disegna la Pimpa per bambini e adulti che aspettano in fila. In sala mandano gli episodi della terza serie a disegni animati, quella diretta da lui, che per quanto chi scrive sia un adulto cinico ammette che vederli è sempre divertente.

Grazie Altan per essere venuto.

Ma dopo questa felicità la critica. Perché come alcuni spettatori in sala dicevano tra loro fino a due anni fa di eventi per bambini così ce n’erano almeno tre e diversi lungometraggi animati.

Il malcontento per la diminuzione ingiustificata è forte. Molti pensano che si stia rovinando quello che era un bel festival.

Si spera che non sia così e che il prossimo anno l’organizzazione abbia avuto modo di lavorare con calma e presenti almeno tre lungometraggi e diverse iniziative sull’animazione per bambini, che resta quella più prodotta in Italia.