29 Marzo 2017 08:20

Il Tempio del Sole lo trovi in edicola

Ed ecco la seconda parte del racconto, iniziato con Le Sette Sfere di Cristallo, che giunge a conclusione.

Prepubblicato su Tintin dal 26 settembre 1946 al 22 aprile 1948 con un collegamento alla parte precedente, e il vero inizio del nuovo il . E’ la prima storia creata direttamente per il settimanale per ragazzi Tintin e conobbe interruzioni anch’essa, legate agli episodi di depressione di Hergé. Uscirà in albo a colori solo nel 1949, per seguire la pubblicazione (sempre in albo) della prima parte del racconto.
La depressione dell’autore, come puoi immaginare, era legata al periodo post bellico e alle accuse di collaborazionismo con l’invasore tedesco che gli caddero sul collo per aver pubblicato i fumetti di Tintin sul principale quotidiano di Bruxelles, Le Soir, mentre era sotto il controllo degli invasori. Sappiamo che poi venne assolto dalle accuse, ma intanto il mondo gli era crollato addosso e i suoi amici d’un tempo avevano fatto ben altra fine…
Fatto sta che la Storia portò in prigione per un periodo anche il suo collaboratore e amico  Jacques Van Melkebeke (che Hergé continuerà ad aiutare dandogli del lavoro “di nascosto”), mentre l’altro amico e collaboratore prezioso, Edgar P. Jacobs, si impegnava in una propria serie (Blake e Mortimer) per le pagine del settimanale. Il lavoro su Tintin richiedeva però un aiuto consistente, per cui, sostanzialmente, per questo episodio della serie, si sviluppa la prima base degli Studios Hergé, che si formalizzeranno più avanti, nel 1950.

Non ti tolgo il gusto della lettura con gli spoiler, naturalmente, ma va almeno detto che il Perù offrirà un sacco di spunti esotici (alcuni accuratamente corretti, come quelli basati sui reportage del National Geographic, altri un po’ fantasiosi). Non mancano mai suspense e gag, e riferimenti letterari (e grafici) chiaramente legati a suggerimenti dei suoi collaboratori (che avevano letture diverse da quelle di Hergé). Imparerai anche qualcosa di molto utile sui lama…

Ed ecco solo qualche pagina dalla mia copia del numero di febbraio 1938 del National geographic, utilizzato come fonte iconografica per questa storia:

Ora sei curioso circa gli “errorucci” (blooper) presenti in questo albo? Eccone giusto qualcuno. Una maschera di mummia nella tomba inca appartiene, invece, alla cultura Chancay. Un muro tipico della città di Cusco è invece piazzato a Jauja. Gli orecchini inca si mettevano perpendicolarmente alle tempie e non come li ha disegnati Hergé. L’orso che spaventa il capitano Haddock è un ursus americanus. Americano, sì, ma del nord… Come sarà finito nelle Ande?

Altro ancora puoi trovare nel sito ufficiale della serie, ma contiene spoiler, per cui ti consiglierei di non leggerlo prima di aver letto l’albo:

Fonte: http://fr.tintin.com/albums/show/id/14/page/0/0/le-temple-du-soleil

E se vuoi diventare un esperto, ecco l’originale commentato:

E stavolta c’è il carteggio che ebbi con la redazione di Rizzoli Lizard, quando mi occupai dell’aderenza filologica della nuova edizione (e ritraduzione da zero) italiana? Qualcosina…

137: “Debe de ser el gato” come nell’originale, oppure “Debe ser el gato”? I traduttori me le danno buone tutt’e due…
 
141: … come cercare un ago nel pagliaio – un lago nel magliaio… Nell’originale il secondo pasticcia. Non è obbligatorio fare altrettanto, in effetti, ma se potessimo…
 
143: avete fatto i calcoli?  15.865 piedi e 108 miglia. In precedenza avevano fatto cifra tonda con 5.000 metri e 175 kilometri, eheh. Peraltro dal 2005 non è più la ferrovia più alta. I cinesi hanno fatto quella che va in Tibet e arriva a 5.072 metri.
 
148: preferirei “Bruto!” a “Bestia!”. Mi sa che per Tintin “Bestia” non è un insulto: ha troppo rispetto per le bestie…
 
150: ponte di Inca, con la I maiuscola.
 
152: Paura di Inca con la I maiuscola. Vendetta Inca con la I maiuscola. Hanno paura dell’Inca, non degli inca… Insomma, Inca con la I maiuscola anche nella vignetta seguente (e nelle altre seguenti) in cui ne parla Tintin e giustamente dice L’Inca… L’Inca… c’è dunque ancora un Inca?… Nella nostra epoca?… E’ trattato qui come fosse una figura mitica “il mitico Inca”. Un po’ come “l’Eldorado”, il tipo tutto ricoperto d’oro… Invece “vecchia tomba inca” è minuscolo, perché è un aggettivo, non è “il mitico e terribile Inca”!
 
153: “fiori d’Inca”, “signor Inca…” maiuscoli come nell’originale. “che la folgore ti folgori” mi piace un sacco, anche se l’originale faceva riferimento al Fuoco Celeste.
177: “Sarà l’Inca a giudicarli” direi con la maiuscola (anche nelle pagine seguenti, naturalmente)… in base al criterio precedente (aggettivo-sostantivo). Se accettato, si capisce. 
183: attenzione! C’è una correzione errata nella vignetta 6, che invece è giusta (Non ci sono!…)
185: ok, forse mi faccio scrupoli eccessivi, ma “Sangue di Giuda”, sarebbe meglio evitarla, come esclamazione: Hergé già di suo ebbe grane 1 per aver infilato sciocchezze varie nelle prime storie. Qui non ce l’ha messa, evitiamo di mettercela noi. Ok? :-) Un qualsivoglia “Miseriaccia ladra” o simile va infinitamente meglio.
187: “Tra gli Inca” – come sopra. E, nel caso, varrebbe pure per gli Aztechi, ovviamente… E magari anche gli Zapotechi…
191: “Vecchio fratello, anch’io lo giuro! Altrimenti, che la gran tazza m’inghiotta e la barba mi vada di traverso!” se possibile, giusto per richiamare la famosa frase del suo antenato (sempre se l’abbiamo lasciata come gran tazza ecc…).

192: il tesoro degli Inca – maiuscolo e non “pluralizzato alla straniera” (niente “s”, insomma), please…


Fonte: https://www.afnews.info/wordpress/tag/tintinedicola/