3 Maggio 2016 13:38

Mentre si (s)parla di “buona scuola”, in Trentino si prova a mantenerla viva e “Alta”

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A Peio, paese situato a 1585 metri di altitudine, la scuola elementare pluriclasse che contava ventidue alunni, nel 2011 è stata soppressa per volere della Provincia Autonoma di Trento, che ha previsto per i bambini dei diversi centri abitati della Val di Peio un moderno plesso scolastico collocato nel fondovalle. Alcune famiglie, convinte che la scuola in paese svolgesse un ruolo importante per l’intera comunità, hanno optato per l’istruzione parentale, prevista dalla Costituzione Italiana, dando vita a Scuola Peio Viva.
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Al piano terra di una casa privata, i genitori e alcuni insegnanti volontari, a titolo   gratuito, fanno scuola assieme a nove bambini, dalla prima alla quinta classe. A Scuola Peio Viva non si danno voti.
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L‘esperimento ha permesso di sfruttare risorse parzialmente sconosciute: l’impegno e la determinazione dei genitori sono stati supportati dalle competenze di volontari, docenti o ex docenti, che hanno accettato di mettersi in gioco. Anima della scuola parentale è stato il maestro Alberto Delpero, vicino al Movimento di Cooperazione Educativa e alla pedagogia di Freinet, Montessori, Manzi, Lodi. Nel tempo il vuoto amministrativo ha ceduto il passo a una realtà dinamica, che si giova del contributo di poeti, autori, illustratori per bambini, editori, giornalisti. Laddove il venir meno delle istituzioni indebolisce i legami sociali e fa franare l’identità culturale, la scuola parentale rafforza l’attaccamento al territorio e restituisce vitalità al paese. Non a caso il motto della scuola è una citazione di Aldo Gorfer: «La scomparsa del curato di campagna, del medico di campagna, del maestro di campagna è il motivo scatenante della dissoluzione delle comunità rurali».
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Alessandra Henke, giornalista, da brevi interviste ai protagonisti di Scuola Peio Viva, ha tratto un radio documentario trasmesso nel 2013 in cinque puntate sul programma di Rai Radio 3 “Tre soldi” con il titolo “Specie protetta”.
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ALTA SCUOLA è un documentario di Michele Trentini, germogliato da un’idea di Giulia Mirandola e realizzato insieme a Scuola Peio Viva. ALTA SCUOLA è presente al 64° Trento Film Festival nella sezione “Nuovi Orizzonti” ed è anche un progetto editoriale nato dalla collaborazione con Cierre Edizioni, in libreria a partire dal 1° maggio 2016. Nel booklet, le voci di testimoni diretti si intrecciano a quelle di osservatori e osservatrici d’eccezione, con scritti del maestro Alberto Delpero, del geografo Mauro Varotto, del maestro Franco Lorenzoni, della scrittrice Giusi Quarenghi e della scrittrice Giovanna Zoboli, dell’insegnante di matematica Fulvio Iachelini. Compaiono nelle pagine interne alcune illustrazioni inedite di Marina Girardi.
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In pluriclasse ci sono stata, da scolara, negli anni ‘50. E ci sono stata bene. A mio parere funziona egregiamente, nella pluriclasse, il disallineamento, vitale e fisiologico, laddove l’anagrafe forza invece sulla linea unica e omologante dell’anno di nascita. Se la cosa è faticosa, e lo è, a saperlo, e anche eventualmente a scontarlo, è soprattutto chi insegna, se é così bravo da porsene il problema. Come scolaro invece puoi trarne dei bei vantaggi: non sei l’unico obbiettivo dell’insegnante, che ne ha molti, contemporaneamente di gruppo e singoli; e puoi giovarti del fatto che, grazie alla compresenza di disallineati anagrafici, si va sia avanti sia indietro, nello stesso giorno, si ripete e si ritorna sulle cose e anche si anticipa. Questo succede in pluriclasse: ogni giorno.” (Giusi Quarenghi)
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La geografia nel documentario Alta scuola ha un ruolo da protagonista. Ce l’ha in primis perché è una motivazione geografica, al fondo, che fa nascere Scuola Peio Viva: il rapporto stretto di una istituzione scolastica con il territorio di appartenenza, la difesa di un servizio minimo essenziale in una località di montagna che difende il proprio diritto di esistere anche in condizioni ambientali difficili, quelle dei contesti territoriali marginali così tipici della montagna italiana. Ma al di là della genesi di questa esperienza, la geografia è protagonista anche nel percorso scolastico quotidiano di Scuola Peio Viva: appare, scompare e ricompare di continuo, in diverse modulazioni, nel racconto di Michele Trentini e Giulia Mirandola, al punto che essa può fungere da chiave di lettura per cogliere nell’esperienza pegaese quelle valenze universali destinate a farne un piccolo modello anche per chi di questo piccolo paese agli estremi confini della provincia di Trento non sa nulla.” (Mauro Varotto)
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(grazie a Caterina Ramonda per la segnalazione)