2 Aprile 2016 12:01

La fine dei giornalini? Infanzia e gioventù italiana: chi se ne cura e come?

L’addio di Stefano Gorla al Giornalino, col relativo passaggio ad altra gestione del settimanale cattolico per ragazzi (i dettagli li hai letti nel commento all’articolo precedente: click qui ), riapre ferite storiche e preoccupazioni per il settore delle pubblicazioni giornalistiche con fumetti per la gioventù in Italia. Per carità, il vero problema rispetto alle giovani generazioni italiane (cioè l’esistenza di un settimanale giornalistico a fumetti dedicato alla gioventù, ad ampia diffusione, non confessionale e con una redazione giornalistica all’altezza del compito, in grado di produrre l’equivalente di quel che fu il Corriere dei Ragazzi ma aggiornato ai tempi odierni) non è mai stato risolto. In Italia, semplicemente, non esiste più da allora.

Grazia Nidasio Stefi Stefut - foto Gianfranco Goria
Grazia Nidasio Stefi Stefut – foto Gianfranco Goria

Non che non ci si sia pensato (e addirittura provato), per lo meno fra chi fa fumetti, ma senza avere alle spalle una vera, grande e serissima testata giornalistica nazionale, è evidente che le possibilità erano davvero quasi nulle. Il vecchio connubio tra il Corriere della Sera e la sua costola per la gioventù (il Corriere dei Piccoli, poi Corriere dei Ragazzi) consentiva che il vero giornalismo potesse esprimersi, con estrema serietà, senza remore e senza vincoli confessionali, anche verso l’infanzia e la gioventù, con una potente azione di stimolo all’analisi critica del mondo, sulle nuove generazioni. Ma quella incredibile stagione sembra essere caduta, come tante altre belle cose, nella categoria ben illustrata a suo tempo da Luca Boschi nel suo volumone dall’esplicativo titolo “Irripetibili”.

Vero è che alcuni di noi, me compreso, che hanno a cuore l’infanzia e la gioventù (che sempre sono il futuro dell’umanità), non si sono mai rassegnati, ma, naturalmente, questo non basta. E ora, di fronte al panorama ristrettissimo, nell’editoria da grande distribuzione (ché di questo si deve parlare, per quanto ridotta, perché la necessità di aiutare la gioventù a esprimere le proprie individuali potenzialità e a comprendere e conoscere il mondo in cui si vive per diventare cittadini che potranno fare la differenza nella costruzione di una società migliore, è generale: riguarda l’intera Nazione), scoprire che persino la Chiesa Cattolica (che ha ovviamente una propria naturale necessità di indottrinamento, tradizionalmente veicolato attraverso testate con fumetti) rinuncia a occuparsene in prima persona, lascia sorgere, in alcuni, pensieri pessimistici circa la generale possibilità, per la Nazione italiana, di trovare soluzione al problema di cui parlavo. Qualcuno potrebbe pensare, insomma, che, se non ce la fanno manco loro che avrebbero ottimi motivi per farcela, quel che resta saranno solo le riletture nostalgiche che possiamo fare (noi vecchi) sul bel sito dedicato ai “bei tempi andati” (corrierino-giornalino.blogspot.it – che, tra l’altro, necessita di una colletta [crowdfunding] per sopravvivere: click qui), dove ti consiglio di andare a vedere non solo gli splendidi fumetti, ma anzitutto gli ottimi servizi giornalistici, firmati da prestigiosi giornalisti!

lagaffew800 - afnews

Ha senso tutto ciò? C’è davvero da preoccuparsi, o, banalmente, altre opportunità appariranno magicamente in futuro? Per quanto concerne la Chiesa Cattolica, lo si vedrà prestissimo, ma la cosa, ovviamente, non mi riguarda direttamente, perché io voglio ancora e sempre almeno un settimanale non confessionale basato su una redazione giornalistica di alto profilo. Forse non sarà mai più su carta, quel che io vorrei per i giovani d’oggi? Non lo so, non ho la palla di vetro, ma penso che il problema non sia la tecnologia, ma ben altro, purtroppo.
In ogni caso, su questo si tornerà ancora e ancora.

GORIANET.IT
CdR – Giorgio Cavazzano – foto Gianfranco Goria

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