Ammettiamolo: Lo Squalo di Steven Spielberg già ebbe le sue brave colpe nell’affossare la pur non elevatissima popolarità del povero Selachimorpha, soprattutto nella sua, invero non facilitata dal minaccioso sembiante, versione Carcharodon carcharias, l’ormai “mitico” Grande Squalo Bianco.
Ma poco a poco, grazie al certosino lavoro degli esperti e di una finalmente valida controinformazione, eravamo riusciti poco a poco, chi più e chi meno, a guardare “oltre il pregiudizio” e a cogliere, oltre alla sua assai relativa pericolosità, anche l’affascinante bellezza e complessità di quella che, a tutti gli effetti, costituisce una vera e propria testimonianza vivente degli albori del mondo: una “macchina perfetta” che l’intelligenza evolutiva ha ritenuto di preservare tale e quale nel corso dei millenni. Qualcosa vorrà pur dire… forse anche solo per il fatto che questi magnifici e bistrattati animali non se ne vanno in giro a seminare orrende calunnie su di noi, specie decisamente più colpevole di orrendo sterminio nei confronti dei loro simili ma dotata di apparato mediatico e propagandistico assai superiore e invasivo.
Solo che poi spuntano i tipi “ganzi” come quelli di “The Asylum” (d’infanzia, presumo?) che, per legittima brama di quattrini e un po’ meno legittima convinzione che tutto sia lecito nel farlo, riprendono in mano il manuale delle leggende nere marine, et voilà: gli squali tornano ad essere le solite “streghe”, i consueti indomabili serial killer di Madre Natura cui Jason Voorhees e Freddy Krueger possono tutt’al più “lisciare la pinna dorsale”.
Almeno, dico io, Spielberg aveva concesso al suo vorace protagonista un plot e una regia degna di questo nome, e un contesto “melvilliano” in cui preservare, se non esaltare, la propria dignità; questi, invece…
Notizia qui: http://www.cartoonbrew.com/dvd/sharknado-studio-found-way-cash-finding-dory-132801.html
Già. Perché, sull’onda del successo “virale” (virale, ma come parli?!) di questi capolavori all’incontrario, e soprattutto delle carrettate di dollaroni che si fan su e che li rendon sempre più popolari tra i grandi produttori, anche i critici si sentono obbligati di scriverne, non dico bene, ma capovolgendo la semantica al punto da sostenere che “sono talmente brutti da esser belli“… e io a leggere certe cose mi sento così:
Moralista? Si, grazie; in casi come questi lo reputo senz’altro un complimento… e almeno io non mando la pornografia antropofagica di gente come Eli Roth ad aprire i grandi festival del cinema sostenendo senza ridere (o piangere) che “La festa di morte di Eli Roth è soprattutto una festa, mentre il gore punta a sbeffeggiare l’horror vacui della generazione social…”. Bello. Ve lo meritereste un bello Sharknado, va là.
Non si meritano questa continua e proditoria diffamazione, invece, i poveri squali che, forse non tutti lo sanno, hanno già le loro belle gatte da pelare in quanto messe a rischio da inquinamento dei mari, caccia indiscriminata (ah, le pinne afrodisiache!) e fama funerea che li precede di chilometri, cosicché appena incrociano a distanza visibile da una spiaggia manca poco che intervengano i Seals a disintegrarli! Altro che, come si vede nella baggianata in questione, strisciare fino alla battigia col passo del leopardo per rapire i bei giovanotti stolidi che giocano a volano sulla riva: ma dove?! ma quando?! In queste baggianate, appunto.
Per la cronaca, li ho visti (purtroppo) questi filmoni, e pur sostenendo io stesso che ogni categoria di spettatore abbia diritto a farsi del male nel modo che ritiene più opportuno, sostenere che un prodotto recitato da (pesce)cani, con una trama basata unicamente su un assunto assurdo e demenziale (le trombe d’aria che portano in giro gli squali come in taxi), dalla fotografia che ricorda i rudimentali fotomontaggi che si facevano anni fa con Photoshop (non sapendolo usare), e soprattutto con degli effetti speciali che fanno sembrare i documentari di Quark realizzati dalla Industrial Light & Magic, bè, sostenere che una simile fetenzia possieda qualche minimo pregio è come pretendere per Ed Wood l’Oscar alla carriera. E in effetti, al confronto, quest’ultimo (forse) lo meriterebbe… se non altro per il suo genuino amore per il cinema!
Astioso ed esagerato? Certo che sì. Ma la cosa più grave non sono i miei personali mal di pancia; quello che risulta davvero stucchevole e disonesto è il modo in cui l'”Asilo d’Infanzia” si permette di plagiare, in peggio, ogni tipo di blockbuster in circolazione, un po’ come si fa nei porno. E ora il disonore dovrebbe toccare pure al povero, piccolo Nemo che già tante ne ha passate in vita sua… ennò!
Giù le mani, turpi malcreati! Nemo non si tocca, e se ci provate… lo diciamo ai suoi amici, che son pure fatti meglio e vediamo se non le suonano ai vostri squalacci da quattro soldi, ah!
Scusate, ma se mi toccan l’animazione… divento una bestia!
Nota: spero sia chiaro che questo è un post volutamente sopra le righe e semiserio, in cui esprimo un sincero fastidio verso un prodotto che reputo brutto sotto ogni punto di vista ma ben consapevole che tutto ciò resta il MIO fastidio e la MIA opinione, che non necessariamente coincidono con la posizione di AfNews. E chi osa criticarmi, gli scateno addosso le mie tartarughine, capito?!