28 Ottobre 2015 15:19

Ecco Buduàr 30: scusate il ritardo…

Buduàr 30:
Scusate il ritardo

COPERTINA DI GIANFRANCO UBER

Siamo arrivati al numero 30

Nei nostri pensieri doveva essere un numero celebrativo: per i successi ottenuti dai nostri amici collaboratori nei vari concorsi internazionali, per la festa a Feco-France a Forte dei Marmi e per la nuova impostazione grafica del nostro magazine.

Non avevamo però considerato il fattore tempo. Tutto quello che avevamo in mente, che abbiamo sperimentato ci ha portato via molto tempo e all’improvviso ci siamo accorti di non averne.

Buduàr è un prodotto artigianale, fatto “a bottega” con tanta passione ma poca “forza lavoro”.

E così vi ritrovate sul monitor un malloppo di “solo” 100 pagine, privo di molte rubriche che ci hanno accompagnato fin qui, privo di molti autori che per forza di cose sono rimasti parcheggiati nel nostro hard disk.

Si tratta di avere ancora un mese di pazienza. Torneranno tutti.

Mentre stavamo preparando questo sofferto numero, inoltre, ci sono arrivate due tristi notizie: Graziano Braschi, storico fondatore con il Gruppo Stanza, della rivista Cabalà e Gianni Burato ci hanno salutati per l’ultima volta.

Inaspettatamente, come troppe volte succede.

A Graziano dedichiamo qualche pagina su questo numero e la rubrica “Humour mon Amour” tornerà regolarmente dal prossimo numero.

Per Gianni, di cui pubblichiamo una bella vignetta qui accanto, ci stiamo lavorando.

Avevamo previsto l’uscita della sua copertina per novembre, l’aveva fatta dopo la nostra richiesta, inviandola a Dino accompagnata da qualche riga:

“Come promesso eccoti un bel divano!

Lavora tu l’immagine perchè io non sono capace.

Ci ha fatto tanto piacere conoscerti, e conoscere tutti voi!

Appena ho un po’ di tempo ti mando anche qualcos’altro,

intanto un abbraccio grande!

Abbiamo fatto come richiesto, lavorato sull’immagine e preparato la copertina.

Ora vogliamo vedere come farà a farci sapere se il lavoro è venuto come voleva lui.

Ricambiamo l’abbraccio grande consegnandolo a Iaia, la sua metà da sempre.

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