12 Agosto 2015 11:00

Gli autori lavorano, non regalano… eh! E i capelli…

2015-08-12-afnews-51BKTVK4TELSi è pieni di riconoscenza nei confronti di chi ci regala grandi e belle emozioni (indipendentemente dai difetti e dai limiti che ogni essere umano ha, a volte anche gravi, nonostante la qualità del suo lavoro, come, ahinoi, talora si scopre).

Si usa dire così, anche se, in realtà, non si tratta veramente di regali: di solito ci si riferisce a professionisti che vengono regolarmente pagati per il loro lavoro, che si tratti di attori, cantanti, ballerini, fumettisti, o altro. Allora, ok, non si tratta di veri regali, così come da qualunque impiegato od operaio si pretende che faccia il suo lavoro come si deve e, quando utilizziamo il risultato del suo lavoro, non ci viene in mente di dire “guarda che bella automobile ci hanno regalato gli operai della FIAT”, perché, in effetti, quell’auto noi l’abbiamo pagata (e non poco), e gli operai sono stati retribuiti per fare, bene, il proprio lavoro. Pagati il giusto o no, è, invece, una seria questione sindacale, che riguarda i lavoratori stessi nel loro rapporto col datore di lavoro, non i consumatori che hanno pagato l’auto, retribuendo così l’intera filiera, dagli operai agli impiegati ai datori di lavoro.

Bene, allora anche gli autori di fumetti (a meno che non facciano fumetti gratis, nel tempo libero, per puro altruismo) non ci regalano nulla: noi lettori paghiamo per avere in cambio emozioni ben realizzate e paghiamo l’intera filiera, dai soggettisti all’editore. (Il discorso sindacale è lo stesso di prima, per cui non lo replico…)

Certo, il lavoro possono farlo male, o svogliatamente, ma ci rimetterebbero, perché, poi, i lettori non vorrebbero più pagare per opere di scarso valore… Già, perché, alla fine della fiera, sono i lettori che pagano gli autori, così come i fan pagano i cantanti ecc., i cittadini pagano i parlamentari e tutti i dipendenti pubblici ecc. ecc. ecc.

Tutto questo discorso, a che scopo, a parte mettere i puntini sulle “i” e rendere ai lettori il loro ruolo e la loro dignità, e invitare artisti, attori, cantanti e financo fumettisti a un po’ di umiltà e consapevolezza dei doveri che hanno nei confronti di chi paga il loro lavoro (se non è regalato)?
Solo per introdurre un nuovo blooper per la sezione Blob a Fumetti.
Perché, anche se non è un regalo, ma un vero lavoro, può capitare anche al miglior professionista qualche inciampo (“solo chi fa, sbaglia”, “sbagliando s’impara” ecc.), di tanto in tanto, no? Ed è divertente cercare, e trovare, questi piccoli blooper: è un esercizio di intelligenza (specie se fatto in allegria, con leggerezza), assai praticato nella francofonia. Per cui oggi ve ne segnalo uno francofono, per l’appunto.

Una delle serie che seguo e apprezzo è Yoko Tsuno, di Roger Leloup, autore cresciuto negli studi di Hergé, abituato a tener conto dei più piccoli dettagli. Eppure… nell’albo La Spirale du Temps, a pagina 13, le vignette mostrano un fenomeno improbabile (e non c’entra la fantascienza). I capelli di Monya (la ragazzina con la treccia)… si allungano e si accorciano! Sì, proprio mentre parla (e anche nel flash back): nemmeno il tempo di andare dal parrucchiere…

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Naturalmente ciò non inficia minimamente la narrazione, in questo caso: serve giusto a stimolare i detective dei blooper! :-)

[P.S.: sì, invece, afNews è un vero regalo. Se ti senti riconoscente, fai un regalo a tua volta.]

 

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