22 Aprile 2015 18:40

Cartoons on the Bay 2015. Sylvia Anderson, incontrastabile regina della fantascienza televisiva e le sue serie, dagli anni sessanta al presente e al futuro.

Tra le grandi emozioni dell’edizione 2015 di ‘Cartoons on the Bay’ l’incontro con Sylvia Anderson è stata una delle più grandi.
Tutto è iniziato con la presentazione di qualcosa che sconvolge al solo pensarci, il remake della mitica serie ‘Thunderbirds’!

‘Thunderbirds are Go!’ è stata presentata da Giles Ridge e Estelle Hughes. Produttori esecutivi dell’ ITV Studios, che da fans della serie originale sono ancora emozionati dall’idea di aver potuto lavorare a questa nuova versione. Perché nonostante la serie abbia appena festeggiato il suo cinquantesimo compleanno fu talmente ben fatta che ancora oggi viene fortemente amata.
Questa nuova versione è fatta mischiando fondali e ambienti reali ricostruiti in miniatura con una cura per il realismo impressionante tanto che anche l’acqua intorno all’isola o nella piscina è vera e non aggiunta al computer mentre i personaggi sono stati fatti in CGI, riuscendo comunque a mantenere lo stile celebre dei volti dalle espressioni gravi e i grandi occhi.
Nonostante tutti i pregiudizi che possano nascere all’idea della ripresa di una sedie culto basta vedere la scena della partenza dei mezzi nella nuova versione per rendersi conto di come l’emozione nel vederla sia la stessa, se non ancora più grande, della prima serie.
Sono stati infatti molto attenti a adattare la storia alla narrazione più dinamica e veloce della contemporaneità mantenendo lo spirito originale e dando più spazio alle figure femminili.
La serie ha iniziato a essere trasmessa a Londra nei primi di aprile (pochi giorni fa dunque) e sta ottenendo un grande riscontro di pubblico interessando bambini, ragazzi e fans di ogni età.
Così, sia per la qualità di questa serie, sia per quella degli anni passati e per la validità dei progetti in produzione lo ‘ITV Studios’ viene premiato con il Pulcinella Award come studio dell’anno.

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Estelle Hughes e  Giles Ridge

Dopo questa parte è iniziata l’intervista a Sylvia Anderson, preceduta da un filmato composto da spezzoni tratti dalle sue serie televisive, immagini ancora in grado di emozionare tantissimo.

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Sylvia Anderson, Dee Anderson e Cass Lewis.

La prima cosa che gli intervistatori Roberto Genovesi e Boris Sollazzo hanno chiesto alla vate è stato se tornare a scrivere i Thunderbirds dopo tanti anni sia stato come ritrovare dei vecchi amici o rifare un mondo totalmente nuovo. Con grande sincerità l’autrice risponde che non crede di averli mai lasciati, tanto l’esperienza di farli fu incredibile e indimenticabile.

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Si chiedono le influenze avute nel farle la serie negli anni ’60. Lo stile così figlio della fantascienza di quegli anni e il fatto che i nomi dei sei fratelli piloti siano gli stessi di quelli degli astronauti del progetto Mercury. Nella risposta data si sente la vibrazione degli anni sessanta, un’epoca dove si vedeva l’evoluzione tecnologica inarrestabile e velocissima, dove nascevano cose completamente nuove in ogni ambito artistico (i Beatles sono inevitabilmente citati) e si credeva sul serio che di lì a poco i viaggi interstellari sarebbero stati una cosa comune. Un’epoca perfetta per essere creativi soprattutto nella fantascienza.
Si domanda se fosse meglio lavorare negli anni ’60 con pochi soldi e tante idee o lo sia adesso, con mezzi tecnici incredibili ma meno idee. La nostra Lady Penelope risponde che i soldi sono sempre stati pochi e che lei preferisce lavorare con soldi e idee insieme.
Una volta le serie le scriveva insieme al marito mentre adesso lo fa con la figlia, Dee Andersen. Le si chiede come sia lavorare con un familiare. Sylvia risponde che ormai sono cinque anni che loro due lavorano insieme, l’unico modo per farlo evitando problemi è essere totalmente onesti tra di loro nel giudicare il lavoro fatto. Perché quando si è in produzione non ci si possono permettere sbagli che ritardino e facciano salire la tensione. Da parte sua la figlia appare decisamente contenta di essere nel mondo dell’animazione e poter fare storie dove si possano fondere immagini e musica, per questo annuncia felice una dei grandi eventi di questa edizione di ‘Cartoons on the Bay’, il Trailer in prima visione mondiale di una nuova serie interamente in CGI attualmente in produzione intitolata ‘The Last Station’.
Chi scrive ha trovato questo trailer emozionante, tecnicamente perfetto e con personaggi, ambientazioni, musiche e uso della luce e delle ombre decisamente affascinanti e non vede l’ora che la serie inizi a essere trasmessa convinto che conquisterà il mondo.
Oltre alla bellezza visiva e l’intuizione di una trama accattivante la serie si avvale di una colonna sonora scritta da Cass Lewis, musicista del gruppo Skunk Anansie che è stato subito conquistato dall’idea della sensazione di vuoto assoluto del vivere in una stazione nello spazio riuscendo a trovare sonorità che colpiscono e emozionano.

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Oltre ai doverosi complimenti gli viene chiesto come sia stato lavorare insieme a due donne forti come Sylvia e Dee. Risponde molto divertito che si è subito trovato bene perché lui è cresciuto in una famiglia di donne forti.

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Momenti di attesa della traduzione delle domande.

Per chiudere l’incontro viene chiesto a Sylvia Anderson cos’abbia pensato vedendo gli omaggi alle sue serie fatte da altri, in particolare la sequenza in cui i piloti dei veicoli entrano a bordo ripresa dalla Aardman più volte in modo comico con i personaggi di Wallace & Gromit. L’hanno sorpresa, perché in un mondo che cambia di continuo le sembra incredibile essere citata a distanza di tanti anni. Fu vedendo questo che capì davvero di aver avuto successo.

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Foto di gruppo finale.

Non è possibile descrivere cosa si prova a sentire parlare una persona come Sylvia Anderson. Una donna che ha inventato serie che hanno rivoluzionato il genere fantascientifico tanto che si può dividerlo in un prima e un dopo la loro trasmissione e che a oltre cinquant’anni dai suoi esordi ancora scrive soggetti che sanno emozionare. Solo il tempo ci dirà se le nuove serie sapranno rivoluzionare il genere come fecero le passate. Ma sinceramente non esistono motivi per dubitarne.